La favola dei suoni

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La favola dei suoni
Frontespizio dell'edizione originale de Il Saggiatore, da cui proviene il racconto.
AutoreGalileo Galilei
1ª ed. originale1623
Genereracconto
Lingua originaleitaliano

La favola dei suoni è un inserto narrativo facente parte de Il Saggiatore di Galileo Galilei. È impropriamente chiamata "favola", benché non metta in scena animali parlanti o rappresentanti vizi umani: è in realtà un apologo che descrive l'applicazione, ossessiva e alla fine per certi versi anche distruttiva, del "metodo scientifico".[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un uomo intelligente e curioso, nato e vissuto lontano dalla città, è solito catturare e allevare uccelli per studiarne l'emissione vocale. Una notte, udendo una nuova melodia, va a cercare di catturare quell'uccello, che però si rivela essere un semplice zufolo suonato da un pastorello: l'uomo comprende che i suoni possono provenire dalle fonti più disparate. L'apologo finisce con il cercatore di suoni il quale, nel voler individuare il meccanismo che consente a una cicala di produrre il suo verso caratteristico, finisce per uccidere l'insetto.

Scopo della storia[modifica | modifica wikitesto]

«...onde si ridusse a tanta diffidenza del suo sapere, che domandato come si generavano i suoni, generosamente rispondeva di sapere alcuni modi, ma che teneva per fermo potervene essere cento altri incogniti ed inopinabili.»

Con questa novella Galileo intende realizzare un obiettivo polemico che si basa sull'insegnamento di Socrate: "saggio è colui che sa di non sapere", cioè colui che è a conoscenza di quali siano i limiti del proprio sapere. Egli vuole inoltre dire che, fatta una scoperta grazie al "metodo scientifico", non bisogna limitarsi a questa ma bisogna continuare a ricercare e che poi non tutto è spiegabile e/o dimostrabile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ D. D’Ascenzi, Galilei e la novella dei suoni, in Ricerche sulle prose di Torquato Accetto e altri studi, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2016, p. 71, ISBN 978-88-681-2761-9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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