La corta notte delle bambole di vetro

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La corta notte delle bambole di vetro
Una scena del film
Paese di produzioneGermania Ovest, Italia, Jugoslavia
Anno1971
Durata92 min
Genereorrore, thriller
RegiaAldo Lado
SoggettoAldo Lado
SceneggiaturaAldo Lado
ProduttoreEnzo Doria
Produttore esecutivoLuciano Volpato
FotografiaGiuseppe Ruzzolini (licenziato)
MontaggioMario Morra
MusicheEnnio Morricone
ScenografiaGisella Longo
CostumiGitt Magrini
TruccoFranco Schioppa
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La corta notte delle bambole di vetro è un film del 1971, scritto e diretto da Aldo Lado.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Sul lettino d'un obitorio, il corpo del giornalista americano Gregory Moore attende d'essere sottoposto ad autopsia. Ma l'uomo, in realtà, non è ancora defunto: precipitato in uno stato catalettico, è ben consapevole di quanto sta avvenendo e ricorda tutto quello che gli è successo. Indagando sulla scomparsa della giovane Mira (ultima vittima di un presunto serial killer) il reporter ha scoperto che il locale notturno "Club 99" serve da copertura ad un'organizzazione segreta esoterica, capeggiata dal medico Karting.

Alla fine del film, si rivela che è lo stesso professore a ridurre il cronista in fin di vita.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta del primo film diretto da Aldo Lado.

Originariamente, per il ruolo di Moore, il regista aveva pensato di dare la parte a Terence Hill.

Il direttore della fotografia, Giuseppe Ruzzolini, fu licenziato per diversi scontri avuti con il cineasta.

La maggior parte delle scene sono state girate presso Zagabria e Praga.[1] Gli interni, invece, vennero ricreati negli Studi De Paolis di Roma.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuita nelle sale italiane il 30 maggio del 1972, la pellicola venne esportata, in seguito, all'estero. É conosciuta col titolo internazionale Short Night of Glass Dolls.

Il film è presente in formato home video e nelle piattaforme streaming principali.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Morando Morandini, nel suo dizionario omonimo, recensisce positivamente il lavoro di Lado («film cult (...) con atmosfere alla Roman Polanski»). Dello stesso avviso è anche la piattaforma Fantafilm («l'assunto è vicino a quello del cinema impegnato "post-68"»).[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La corte notte delle bambole, su nocturno.it.
  2. ^ La corte notte delle bambole, su mymovies.it.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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