Kim Duk Koo

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Kim Duk Koo
Nazionalità Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud
Pugilato
Categoria Pesi leggeri
Termine carriera 18 novembre 1982
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Duk Koo Kim (김득구?, 金得九?, Gim Deuk-guMR), noto anche con lo pseudonimo di Gidae (in italiano: intuizione) (Gangwon, 29 giugno 1955Paradise, 18 novembre 1982), è stato un pugile sudcoreano, nella categoria pesi leggeri, morto a seguito di un incontro di boxe del campionato mondiale contro Ray Mancini. La sua morte ha portato ad una serie di riforme nel pugilato volte a proteggere meglio la salute dei pugili, tra cui la riduzione del numero di round da 15 a 12.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Duk Koo (Kim è il cognome; in Corea il cognome precede sempre il nome) è nato nella provincia di Gangwon, in Corea del Sud, il più giovane di cinque figli. Suo padre morì quando lui aveva due anni e sua madre si sposò altre tre volte. Kim Duk Koo è cresciuto povero. Ha svolto lavori saltuari come lustrascarpe e guida turistica prima di entrare nel pugilato nel 1976.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un inizio dilettantistico con 29 vittorie e 4 sconfitte, è diventato professionista nel 1978. Nel febbraio 1982 ha vinto il titolo dei pesi leggeri della Federazione di boxe dell'Oriente e del Pacifico ed è arrivato ad essere il numero 1 della classifica della World Boxing Association. Kim, prima di volare a Las Vegas come numero 1 della WBA per sfidare il campione del mondo dei pesi leggeri Ray Mancini, aveva una carriera di 17 vittorie, una sconfitta ed un pareggio, di cui 8 vittorie per KO. Tuttavia, aveva combattuto fuori dalla Corea del Sud solo una volta, nelle Filippine. Era la prima volta che combatteva in Nord America.

Il match contro Mancini[modifica | modifica wikitesto]

Kim era considerato abbordabile dalle federazioni pugilistiche degli Stati Uniti, ma non da Ray Mancini, che credeva che la lotta sarebbe stata una "guerra". Kim fece degli sforzi per perdere peso nei giorni precedenti l'incontro in modo che potesse pesare sotto il limite di 135 libbre dei pesi leggeri. Prima del combattimento, Kim disse: "O muore lui o muoio io". Scrisse la frase "vivere o morire" nel paralume dell'hotel di Las Vegas pochi giorni prima dell'incontro (una traduzione errata riportata dai media disse "uccidere o essere uccisi").

Mancini e Kim si incontrarono in un'arena al di fuori del Caesars Palace il 13 novembre 1982. Si affrontarono faccia a faccia per una buona parte dell'incontro, al punto che Mancini per un po' pensò di smettere. Kim strappò l'orecchio sinistro di Mancini e gli gonfiò l'occhio sinistro, e anche la mano sinistra di Mancini si gonfiò al doppio delle sue dimensioni normali. Dopo l'incontro l'occhio sinistro di Mancini si sarebbe completamente chiuso. Tuttavia, durante gli ultimi round, Mancini iniziò a prendere il sopravvento, sferrando molti più colpi rispetto a Kim. Nell'undicesimo round fece cadere Kim in ginocchio. All'inizio del 13º round, Mancini bersagliò Kim con una raffica di 39 pugni, ma con scarso effetto. Sugar Ray Leonard (che era uno dei commentatori del match) disse che Kim si stava riprendendo fortemente. Leonard in seguito dichiarò che tale round fu strettamente contestato. Quando i due avversari iniziarono il 14º round, Mancini si portò in avanti e colpì Kim con un destro. Kim indietreggiò, Mancini mancò un sinistro, e poi Mancini colpì Kim nuovamente col destro. Kim fu scaraventato alle corde e batté la testa contro il tappeto. Kim riuscì a rialzarsi malfermo, ma l'arbitro Richard Green fermò l'incontro e Mancini fu dichiarato vincitore per KO tecnico al diciannovesimo secondo del 14º round.

Pochi minuti dopo la fine dell'incontro Kim entrò in coma e fu portato via dall'arena del Caesars Palace in barella, e portato al Desert Springs Hospital. All'ospedale fu riscontrato un ematoma subdurale nel cranio costituito da 100 cm³ di sangue. In ospedale fu eseguito un intervento chirurgico cerebrale di emergenza per cercare di salvarlo, ma Kim morì quattro giorni dopo l'incontro, il 18 novembre. Il neurochirurgo disse che l'ematoma fu causato da un pugno alla testa. Lo scalpore dell'incidente fu molto grande perché l'incontro fu trasmesso in diretta negli Stati Uniti.

Kim non aveva mai combattuto un incontro di 15 round precedentemente. Invece Mancini aveva molta più esperienza in questo, già un'altra volta era arrivato al 14º round. Kim aveva collezionato nella sua carriera 17 vittorie, di cui otto per KO, con due sconfitte e un pareggio.

Conseguenze della morte di Kim[modifica | modifica wikitesto]

Mancini attraversò un periodo di depressione, con forti sensi di colpa per la morte di Kim. Dopo che gli amici riuscirono a risollevarlo dicendo che si trattò solo di un incidente, Mancini continuò la sua carriera, sebbene fosse ancora sconvolto per la morte di Kim. Il suo manager, Bob Arum, diceva che Mancini "non è mai stato più lo stesso" dopo la morte del pugile sudcoreano. Due anni dopo, Mancini perse il titolo contro Livingstone Bramble.

Quattro settimane dopo il fatale match, l'incontro tra Mike Weaver e Michael Dokes, nello stesso Caesars Palace, terminò con un KO tecnico dichiarato dopo soli 63 secondi. L'arbitro ammise di aver interrotto così presto l'incontro per ordine della Nevada State Athletic Commission, che richiese agli arbitri di accertare le condizioni di salute di uno dei pugili, alla luce di quanto accaduto nell'incontro Mancini-Kim, e fu decisa una ripetizione del match.

La madre di Kim volò dalla Corea del Sud a Las Vegas per stare con suo figlio prima che i macchinari di supporto vitale fossero spenti. Tre mesi dopo, si tolse la vita bevendo una bottiglia di pesticida. L'arbitro dell'incontro, Richard Green, si suicidò con un colpo di pistola il 1º luglio 1983 per i sensi di colpa per non aver fermato prima l'incontro.

Kim ha lasciato una fidanzata, Lee Young-Mee, che era incinta del loro figlio, Kim Chi-Wan, nato nel luglio del 1983. Nel 2011 madre e figlio hanno avuto un incontro con Ray Mancini come parte di un documentario sulla vita di Mancini intitolato The Good Son .

Modifiche al regolamento del pugilato[modifica | modifica wikitesto]

La WBC annunciò durante la sua convenzione annuale del 1982 che molte regole riguardanti le condizioni mediche dei pugili prima di combattere dovevano essere cambiate. Uno dei più significativi fu la riduzione del WBC dei combattimenti per titolo da quindici round a dodici. La WBA e l'IBF seguirono la WBC nel 1987. Quando nel 1988 si formò la WBO, iniziò immediatamente con 12 round nei campionati mondiali.

Negli anni successivi alla morte di Kim furono introdotte nuove procedure mediche per i controlli pre-combattimento, come elettrocardiogramma, test del cervello e dei polmoni. Prima del 1982 i controlli dei pugili prima degli incontri consistevano solo nella misura della pressione arteriosa e del battito cardiaco.

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