Khalifa Ghwell

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Khalifa al-Ghawil
خليفة الغويل

Primo Ministro del Governo di Salvezza Nazionale della Libia
Durata mandato14 ottobre 2016 –
16 marzo 2017*
PresidenteNuri Busahmein
Predecessore-
SuccessoreFayez al-Sarraj

Durata mandato31 marzo 2015 –
5 aprile 2016*[1]
PredecessoreOmar al-Hasi
SuccessoreFayez al-Sarraj

Khalifa al-Ghawil, anche traslitterato Khalifa al-Ghweil (in arabo خليفة الغويل?) o Ghwell, (Bengasi, 1964) è un politico libico.

È stato il Primo Ministro del non riconosciuto internazionalmente Governo di Salvezza Nazionale di Tripoli, guidato dal Congresso Nazionale Generale[2], durante la seconda guerra civile libica, fino all'insediamento del Governo di Accordo Nazionale sostenuto dall'ONU.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Khalifa al-Ghawil nacque nel 1964[3].

Ha conseguito una laurea in Ingegneria all'Università Garyunis di Bengasi.

Durante la seconda guerra civile libica, Al-Ghawil fu un deputato del non riconosciuto Governo di Salvezza Nazionale di Tripoli, del Primo Ministro Omar al-Hassi.[2][4]

Primo Ministro del GNS[modifica | modifica wikitesto]

Il 31 marzo 2015, dopo che al-Hassi fu dimesso dalla guida del GNS, Al-Ghawil fu invitato a servire come Primo Ministro provvisorio, inizialmente per un mese.[2][5] Il 1º dicembre 2015, formò un nuovo governo, che rimase in carica fino alla costituzione del Governo di Accordo Nazionale di Fayez al-Sarraj come effetto degli accordi di pace di Shikrat del 17 dicembre 2015.

Il Primo Ministro del Governo di Accordo Nazionale appoggiato dall'ONU arrivò a Tripoli il 30 marzo 2016.[6] Il giorno seguente fu riportato che il GNA aveva preso il controllo degli uffici del Primo Ministro, e che il Primo Ministro del GNS Khalifa al-Ghawil era fuggito a Misurata.

Il 5 aprile 2016 il GNS, che era stato guidato da Al-Ghawil, annunciò il proprio scioglimento e trasferì il potere al Consiglio Presidenziale.[1] Tuttavia, Al-Ghawil ed altri membri del Congresso Nazionale Generale non approvarono questa decisione, e continuarono a considerare il GNS come esistente e non dissolto.[7]

Opposizione al GNA[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 ottobre 2016, la Guardia Presidenziale si ribellò a Tripoli e proclamò alleanza al GNS, prese il palazzo del Consiglio di Stato e annunciò il ritorno del governo Ghawil[8][9] Quindi vi furono combattimenti tra i lealisti di Sarraj e le milizie di Ghawil.[10][11]

Il 5 novembre 2016 Ghawil inaugurò la Centrale elettrica nella città di Al Khums, controllata da milizie islamiste leali al GNS.[12]

Il 12 gennaio 2017 le milizie islamiste leali al GNS assaltarono il complesso degli edifici di Tripoli sede del Ministero della Difesa del GNA[13].

Costituzione della Guardia Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 febbraio 2017 le milizie leali al GNS si proclamarono "Guardia Nazionale Libica" (LNG) sfilando per la capitale e rivendicando il proprio ruolo nella cacciata di Gheddafi il 17 febbraio 2011. Il comandante Mahmoud Al-Ziga dichiarò di non riconoscere il GNA di al-Sarraj[14]. La Guardia Nazionale Libica era stata proclamata dal GNC nel 2015 con l'obiettivo di difendere la rivoluzione del 2011 contro il governo di Tobruch[14].

Il 16 febbraio 2017 (un giorno prima dell'anniversario della rivoluzione) Khalifa al-Ghawil presiedette la cerimonia di apertura dell'Aeroporto Internazionale di Tripoli, rivendicando al proprio governo (GNS) il merito della ricostruzione dell'aeroporto in un anno di tempo e della capacità di reperire finanziamenti internazionali. Alla cerimonia la sicurezza fu garantita dalla Brigata al-Marsa di Misurata, affiliata alla LNG, e molti dei partecipanti erano noti oppositori del GNA, come il comandante della LNG al-Ziga, e molti islamisti e membri del GNC e del Partito della Giustizia e della Ricostruzione, ramo libico dei Fratelli Musulmani[7].

La battaglia, inizialmente limitata ai quartieri meridionali Salahadin e Abu Salim, si estese ad altre aree di Tripoli il 14 marzo 2017.[15] Le forze leali al GNA avevano ricatturato il complesso del Palazzo degli ospiti e l'hotel Rixos. Il canale fu spento mentre fu anche riferito da uno dei suoi aiutanti che Khalifa Al-Ghawil era stato ferito nei combattimenti.[16][17] Un accordo richiese il ritiro di tutti i gruppi armati da Tripoli in 30 giorni.[18]

Il 28 maggio la VII brigata della Guardia Presidenziale (brigata Al-Kani) di Tarhuna, prese il controllo dell'aeroporto internazionale di Tripoli come milizia neutrale dopo che le milizie di Misurata leali a Khalifa Ghawil si furono ritirate a seguito di due giorni di combattimenti.[19] Il giorno seguente la città di Tripoli era interamente sotto controllo delle milizie leali al GNA, mentre tutte le milizie leali al GNS si erano ritirate a seguito degli scontri.[20]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Tripoli's National Salvation Government quits – Libyan Express, su libyanexpress.com, 5 aprile 2016. URL consultato il 16 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2016).
  2. ^ a b c Borzou Daragahi, Tripoli authority sacks prime minister, in Financial Times, 31 marzo 2015. URL consultato il 31 marzo 2015.
  3. ^ Countries L, su rulers.org.
  4. ^ Libya crisis: Head of Islamist Tripoli government fired, in BBC News, 31 marzo 2015. URL consultato il 31 marzo 2015 (archiviato il 2 aprile 2015).
  5. ^ Borzou Daragahi, Head of Libya's Islamist-backed government rejects dismissal, in Financial Times, 1º aprile 2015. URL consultato il 1º aprile 2015.
  6. ^ Support grows for Libya's new unity government, su dailymail.co.uk. URL consultato il 16 novembre 2016 (archiviato il 19 aprile 2016).
  7. ^ a b Op-Ed: Libya's attempted coup leader opens repaired Tripoli airport, in Digital Journal. URL consultato il 5 dicembre 2018.
  8. ^ GNC retakes parliament compound, High Council of State condemns – The Libya Observer, su libyaobserver.ly. URL consultato il 16 novembre 2016 (archiviato il 22 ottobre 2016).
  9. ^ Rival group seizes Libya's UN-backed government offices, su trtworld.com. URL consultato il 16 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2016).
  10. ^ Clashes erupt in Libyan capital Tripoli – Region – World – Ahram Online, su english.ahram.org.eg. URL consultato il 16 novembre 2016 (archiviato il 22 ottobre 2016).
  11. ^ Clashes erupt in Libyan capital, su washingtonpost.com. URL consultato il 16 novembre 2016 (archiviato il 16 ottobre 2016).
  12. ^ Salvation Government opens Khums Power Station, PC denied access – The Libya Observer, su libyaobserver.ly. URL consultato il 16 novembre 2016 (archiviato l'11 novembre 2016).
  13. ^ Rival of Libya's UN-backed government tries to seize ministry buildings in Tripoli, in Reuters.
  14. ^ a b Violenti scontri a Tripoli, le milizie si autoproclamano Guardia nazionale libica, in La Stampa. URL consultato il 5 dicembre 2018.
  15. ^ West Tripoli clashes force evacuation of central business area, in The Libya Herald. URL consultato il 3 dicembre 2018 (archiviato il 7 ottobre 2018).
  16. ^ Libya govt forces overrun Tripoli militia headquarters, in Agence-France Presse, Arab News, 15 marzo 2017. URL consultato il 3 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2017).
  17. ^ Fighting in Libya's capital as one government seizes another's compound, in The New York Times, Reuters, 15 marzo 2017. URL consultato il 3 dicembre 2018 (archiviato il 10 novembre 2018).
  18. ^ Ceasefire reached in Tripoli after three days of bloody fighting, su libyanexpress.com, Libyan Express, 15 marzo 2017. URL consultato il 3 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2017).
  19. ^ Tripoli International Airport taken by Tarhuna brigade, Tajouri rejects, in Libya Observer, 28 maggio 2017. URL consultato il 3 dicembre 2018 (archiviato il 3 ottobre 2018).
  20. ^ Ghwell said his fighters withdrew to prevent further damage in Tripoli, su libyaherald.com, 29 maggio 2017. URL consultato il 3 dicembre 2018 (archiviato il 3 ottobre 2018).