Jean-Joseph Rousseau

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Rousseau nei panni di Renaud (nell'Armide di Gluck - circa 1780)

Jean-Joseph Rousseau, di solito indicato semplicemente come J. Rousseau[1] (Soissons, 1761Parigi, 1800), è stato un tenore francese. Dotato di una caratterizzazione vocale da haute-contre, egli fu un componente di primo piano della compagnia stabile dell'Académie Royale de Musique di Parigi nell'ultimo scorcio del XVIII secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Soissons nel 1761, Rousseau fu ammesso a nove anni nella cantoria della cattedrale della sua città, ricevendo ivi i rudimenti dell'educazione letteraria e musicale ed uscendone con una bella voce da tenore acuto o haute-contre, come si diceva allora in Francia. Avendo avuto modo di farsi notare durante esibizioni nel teatro di Reims, nel 1779 egli ricevette, secondo la prassi allora in uso per il reclutamento dei membri dell'Académie Royale de Musique di Parigi, un ordine regio (equivalente di una lettre de cachet) perché si presentasse nella capitale per un'audizione, e fu immediatamente arruolato nella compagnia dell'Opéra, come rimpiazzo per il primo tenore, Joseph Legros.[2] Nel settembre dello stesso anno gli fu affidata la sua prima particina originale (un abitatore delle selve) in Écho et Narcisse di Christoph Willibald Gluck.[3]

Gli esordi all'Opéra[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi della sua carriera all'Opéra, furono abbastanza agitati. Nell'Académie Royale de Musique regnava all'epoca un notevole malcontento: gli artisti mal sopportavano che i loro ingaggi fossero di tre volte inferiori a quelli degli attori della Comédie-Française e della Comédie-Italienne, e per di più solo in parte fissi e continuativi e per il resto legati alle attività svolte dal teatro. Rousseau si rese allora protagonista di un acceso confronto, di tipo quasi sindacale (nel senso moderno del termine), nei confronti della direzione, affiancato da due giovani cantanti entrati in compagnia praticamente in contemporanea con lui, il baritono François Lays e il basso Auguste-Athanase Chéron (1760-1829). Quando nel giugno del 1781 un incendio ebbe distrutto la seconda sala del Palais-Royal, sede del teatro, causando l'interruzione delle rappresentazioni e quindi lasciando i cantanti col solo trattamento fisso, i tre decisero di porre rimedio a tale situazione accettando ingaggi all'estero, cosa che non era loro giuridicamente consentita dalla posizione di pensionnaires (attori stipendiati) del re che essi occupavano. Rousseau però fu il solo a riuscire a raggiungere furtivamente Bruxelles e ad esibirsi nel Théâtre de la Monnaie, il secondo maggior teatro in lingua francese del mondo di allora, mentre Lays fu invece addirittura arrestato la sera del 20 agosto 1781, alla vigilia della partenza, e trattenuto per una decina di giorni in prigione.[4]

Le fonti consultate non riferiscono né la durata né le conseguenze della scappatella di Rousseau a Bruxelles, vero è comunque che non risultano nuovi ruoli a lui affidati nel repertorio dell'Opéra del 1781 e del primo semestre del 1782.[5] Nello stesso 1782 il direttore del teatro, Antoine Dauvergne, fu costretto a dimettersi dal suo incarico, e la gestione della struttura fu assunta cooperativamente dagli artisti, con esiti però così disastrosi che il vecchio direttore dovette essere richiamato in servizio il primo aprile del 1785, senza che peraltro i suoi rapporti col terzetto di contestatori migliorassero granché. Nel suo rendiconto sullo svolgimento dell'assemblea generale degli artisti nel 1786, Dauvergne definiva Lays come l'anima nera del gruppetto, Rousseau come "un gran bravo ragazzo" se solo avesse frequentato un po' meno Lays, e Chéron anch'egli come un bravo ragazzo (per quanto fornito del cervello di un dodicenne), ma intimidito dalle bastonate promessegli dagli altri due in caso di tradimento del sodalizio. Alla fine i tre dovettero piegarsi alla pressione della direzione del teatro, non prima però di essere stati promossi "Premiers Sujets" (prime parti), anziché semplici rincalzi quali erano stati fino ad allora,[4] e comunque dopo che i salari medi degli artisti furono stati praticamente raddoppiati rispetto ai valori che avevano alla fine del decennio precedente.[6]

L'attività come 'primo tenore' e la morte precoce[modifica | modifica wikitesto]

Rousseau, in particolare, fu affiancato a Étienne Lainez (1753–1822) nella posizione di primo tenore che era rimasta vacante nel 1783 a seguito del ritiro di Joseph Legros, vedendosi affidare soprattutto – nell'ambito dell'attività di repertorio – le parti (come quella di protagonista dell'Orfeo ed Euridice di Gluck o dell'Atys di Piccinni) che richiedevano un particolare grado di flessibilità della voce[2] e probabilmente anche una migliore padronanza della zona acuta. Secondo l'astronomo e viaggiatore francese amante dell'opera Joseph-Jérôme Lefrançois de Lalande, se si prendeva come pietra di paragone il grandissimo Pierre de Jélyotte in carriera fino agli anni '50-'60 , Rousseau era l'unico dei successori di Legros ad essere in grado di arrivare con sicurezza ai toni di una vera haute-contre,[7] anche se però «lui era in possesso di un volume di voce molto modesto»[8]. Egli fu però probabilmente l'ultimo dei cantori settecenteschi dell'Académie Royale de Musique a potersi fregiare a buon diritto dell'appellativo di haute-contre, destinato ad essere di lì a poco superato per quello moderno di "tenore" (ténor).

Nel primo decennio di attività gli furono affidate comunque meno parti nuove che a Lainez e spesso in posizione di subordine rispetto a lui: nel Tarare di Salieri, ad esempio, nel 1787, mentre il ruolo eponimo era interpretato dal secondo,[9] a Rousseau era attribuita la parte da comprimario eroicomico di Calpigi, capo degli eunuchi. Non mancarono tuttavia certamente anche ruoli da protagonista come quelli di Ippolito nella Phèdre (1786) e di Valerio in Les prétendus (1789), opere entrambe di Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne. Nel decennio successivo, dopo il 1792, i nuovi ruoli interpretati da Rousseau andarono calando di numero e si fecero più irregolari nel tempo: ciò non fu dovuto comunque a ripercussioni delle vicende della rivoluzione francese allora nella sua fase più burrascosa (di essa il cantante, massone di lungo corso,[10] era sostenitore[11] al pari dei suoi compagni di lotte Lays e Chéron), ma ai cronici problemi di salute – «une maladie de langueur» a detta di Fétis (e cioè il mal sottile) – che avevano cominciato ad affliggerlo e che lo portarono prematuramente a morte nel 1800.[12]

Essi non gli impedirono peraltro di legarsi di una relazione amorosa con Claude Oudette Gilles Charles (1766-1832),[13] la spregiudicata moglie dell'anziano – e anch'egli tisico – barone Henri de Navailles, relazione dalla quale nacque nel 1792 (e quindi in stato di illegittimità) una figlia, Pauline. Ella fu poi probabilmente legittimata dopo la morte del barone nel 1794 e comunque assunse il cognome di Rousseau, così come il secondo figlio nato successivamente dalla relazione della coppia e morto prematuramente. Pauline Rousseau (1792-1839) sarebbe diventata, negli anni venti del nuovo secolo, la prima moglie del famoso storico Jules Michelet.[14]

Ruoli creati[modifica | modifica wikitesto]

Il seguente repertorio dei personaggi interpretati originariamente da Rousseau è tratto da quello riportato, peraltro con molte lacune, nella voce sul cantante dell'enciclopedia The Paris Opéra curata da Spire Pitou (e meglio specificata in bibliografia): gli scostamenti sono giustificati in nota a piè di pagina.

personaggio opera autore anno
Un abitatore delle selve Écho et Narcisse Christoph Willibald Gluck 1779
Un seguace di Morfeo[15] Atys Niccolò Piccinni 1780
Euryale (travesti)[15] Persée François-André Danican Philidor 1780
Il prevosto Le Seigneur bienfaisant Étienne-Joseph Floquet (1748 – 1785) 1780
Un argivo[15] Électre Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne 1782
Valère[15] L'Embarras des Richesses André Grétry 1782
Tisifone[16] (travesti)/
cavaliere saraceno
Renaud Antonio Sacchini 1783
Sainquentin figlio[17] Peronne sauvée Nicolas Dezède (c.1740-1798) 1783
Ephestion Alexandre aux Indes Nicolas-Jean Lefroid de Méreaux (1745 – 1797) 1783
Tamorin La Caravane du Caire André Grétry 1784[18]
Don Sanche Chimène Antonio Sacchini 1784
Ufficiale delle guardie[15] Les Danaïdes Antonio Salieri 1784
Tibulle Tibulle et Delie Mademoiselle Beaumesnil
(Henriette Adélaïde Villard, 1748-1813)
1784
Acaste[15] Panurge dans l'île des lanternes André Grétry 1785
Eumée[15] Pénélope Niccolò Piccinni 1785
Néocle[15] Thémistocle François-André Danican Philidor 1785
Mercure[15] Amphitrion André Grétry 1786
Hippolyte Phèdre Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne 1786
Calpigi Tarare Antonio Salieri 1787
Sandrin Le Roi Théodore à Venise Giovanni Paisiello 1787
Néade Démophoon Luigi Cherubini 1788
Valère Les Prétendus Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne 1789
Lucas Les Pommiers et le moulin Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne 1790
Hémon Antigone Nicola Antonio Zingarelli 1790
Almodan Louis IX en Egypte Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne 1790
Dorval Le Portrait Stanislas Champein (1753-1830) 1790
Alonzo Cora Étienne Nicolas Méhul 1791
Dulcindor Corisandre Honoré Langlé (1741-1807) 1791
Periandre[17] Toute la Grèce, ou ce que peut la liberté Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne 1794
Il giovane Horace[17] Horatius Coclès Étienne Nicolas Méhul 1794
Lysis La Rosière républicaine André Gretry 1794
Ufficiale svizzero La Journée du 10 août 1792 Rodolphe Kreutzer 1795
Olphide Anacréon chez Polycrate André Grétry 1797
Pharnaspe Adrien Étienne Nicolas Méhul 1799

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il nome per esteso si trova elencato nell'«Organico dei fratelli a talento della Loggia parigina di Saint-Jean d'Écosse du Contrat Social (1773-89)» riportato in Appendice a Zeffiro Ciuffoletti e Sergio Moravia (a cura di), La Massoneria. La storia, gli uomini, le idee, Milano, Mondadori, 2004, ISBN 978-8804536468. Il nome completo è anche riportato tra le carte del futuro genero del cantante, Jules Michelet.
  2. ^ a b Fétis.
  3. ^ Chouquet, p. 362.
  4. ^ a b Anne Quéruel, François Lay, dit Laÿs: la vie tourmentée d'un Gascon à l'Opéra de Paris, Cahors, La Louve, 2010, cap. 2, Le rebelle - 1779-1788, pp. 25-49 (passim). ISBN 978-2-916488-37-0.
  5. ^ Pitou, p. 477.
  6. ^ Youri Carbonnier, Le personnel musical de l'Opéra de Paris sous le règne de Louis XVI, «Histoire, économie et société», 2003, 22-2, 177-206, p. 192 (accessibile gratuitamente on-line in Persée).
  7. ^ Nell'uso francese dell'epoca barocca, mentre i termini usati per designare le tipologie vocali femminili erano di genere grammaticale maschile, così come i loro equivalenti italiani (dessus/soprano, bas-dessus/contralto), quelli impiegati per gli uomini erano invece di genere femminile; ancor oggi del resto, il termine in uso per la voce di basso, "basse", è rimasto di genere femminile.
  8. ^ Citato da Mary Cir in On performing 18th-century Haute-Contre Roles, «Musical Times», vol 118, 1997, pp 292 (il saggio è stato in seguito riproposto in id., Essays on the Performance of Baroque Music. Opera and Chamber Music in France and England, Aldeshot (UK)/Burlington, VT (USA), Ashgate Variorum, 2008 (saggio n. IX). ISBN 978-0-7546-5926-6), e tratto dalla cronaca di de Lalande Voyage en Italie (2/1786), p. 204-5. La data a cui la Cyr fa risalire le affermazioni di de Lalande, il 1768, è evidentemente un errore di stampa, dal momento che è largamente precedente ai fatti raccontati: Rousseau aveva allora solo sette anni e Legros aveva appena iniziato la sua carriera ed era ben lontano dal ritirarsi. La data esatta è molto probabilmente quella dichiarata di pubblicazione dell'opera di de Lalande, o, meglio ancora, quella dell'edizione da cui la Cyr dichiara di aver tratto la citazione, e cioè il 1786 (che corrisponde del resto, a cifre parzialmente invertite, al 1768).
  9. ^ Peraltro con estrema riluttanza: Lainez detestava profondamente il personaggio di Tarare e, solo con il mandato di arresto in tasca, il direttore musicale dell'Opéra, Louis Joseph Francœur (1738-1804), riuscì a indurlo a prendere parte alla sesta rappresentazione; cosa che comunque non lo salvò dall'imprigionamento il 25 novembre, dopo che si era ulteriormente rifiutato in ripetute occasioni di vestire i panni dell'odiato Tarare (Lajarte, p. 358).
  10. ^ La partecipazione di Lays, Rousseau e Chéron ad una cerimonia funebre tenuta nel 1785 presso la loggia parigina delle Neuf Sœurs, dove i tre eseguirono un inno massonico di Piccinni, è testimoniata ad esempio da Guillaume Imbert de Boudeaux (1744-1803) nella Correspondance secrète, politique, & littéraire (Londra, Adamson, 1789, XVII, p. 402; accessibile gratuitamente online come ebook-gratis Google). Secondo il sito Web del Musée virtuel de la musique maçonnique (consultato il 6 maggio 2015), Lays e Rousseau erano membri, oltre che delle Neuf Sœurs, anche della loggia di Saint Jean d'Ecosse du Contrat Social, mentre Chéron apparteneva soltanto alla prima (fonti richiamate: Louis Amiable, Une loge maçonnique d'avant 1789, la loge des Neuf Sœurs, Parigi, Alcan, 1897, pp. 339 e 350, accessibile gratuitamente online presso Internet Archive; Alain Le Bihan, Francs-maçons parisiens du Grand Orient de France (fin du XVIIIe siècle), Parigi, Bibliothèque nationale, 1966). Si veda pure la precedente nota 1.
  11. ^ È perfino possibile che nel 1793 le entrature rivoluzionarie di Rousseau salvassero dalla forca il nobile marito della sua amante Madame de Navailles (Gabriel Monod, La Vie et la Pensee de Jules Michelet (1798-1852), Ginevra/Parigi, Slatkine Reprints/Honoré Champion, 1975, p. 35).
  12. ^ Pitou, p. 478 e passim.
  13. ^ Gabriel Monod, op. cit. supra.
  14. ^ Stephen A. Kippur, Jules Michelet: A Study of Mind and Sensibility, Albany, State University of New York Press, 1981, p. 20. Michelet sarebbe stato a lungo ossessionato dal pensiero che la suocera potesse aver convissuto more uxorio, dopo il 1800, con il figlio diciassettenne avuto dal matrimonio con il barone, e quindi in condizione incestuosa.
  15. ^ a b c d e f g h i Ruolo non elencato da Pitou, ma indicato sul libretto originale disponibile online (cfr. sotto: Bibliografia).
  16. ^ Oppure Aletto: la prima è annotata in chiave di do3 o contralto (haute-contre), la seconda in chiave di do4 o tenore, e si può solo congetturare quale delle due parti fosse eseguita da Rousseau e quale da Lainez.
  17. ^ a b c Ruolo non elencato da Pitou, ma indicato nella specifica voce sull'opera
  18. ^ L'anno indicato da Pitou è quello della prima esecuzione pubblica all'Opéra di Parigi; la prima assoluta aveva avuto luogo l'anno precedente, a corte, al Castello di Fontainebleau.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Gustave Chouquet, Histoire de la musique dramatique en France depuis ses origines jusqu'à nos jours, Paris, Firmin Didot, 1873 (accessibile gratuitamente online presso Gallica - B.N.F.)
  • (FR) François-Joseph Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique (seconda edizione), Parigi, Didot, 1866, VII, voce: Rousseau (J.), p. 337 (accessibile gratuitamente online presso Gallica - B.N.F.)
  • (FR) Théodore de Lajarte, Bibliothèque Musicale du Théatre de l'Opéra. Catalogue Historique, Chronologique, Anecdotique, Parigi, Librairie des bibliophiles, 1878, Tome I, ad nomen, pp. 333–334 (accessibile gratuitamente on-line in Internet Archive)
  • (EN) Spire Pitou, The Paris Opéra. An Encyclopedia of Operas, Ballets, Composers, and Performers – Rococo and Romantic, 1715-1815, Westport/London, Greenwood Press, 1985. ISBN 0-313-24394-8

Libretti citati[modifica | modifica wikitesto]

  • Amphitrion , Opéra en trois actes, Représenté devant Leurs Majestés, à Versailles, le 15 Mars 1786, Parigi, Ballard, 1786 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • Atys, tragedie-lyrique, en trois actes , représentée, pour la premiere fois, par l'Academie-royale de musique, le Mardi 22 Février 1780, Parigi, de Lormel, 1780 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • Les Danaïdes , tragédie-lyrique en cinq actes, Représentée pour la premiere fois sur le Théâtre de l'Académie Royale de Musique, le lundi 19 Avril 1784, Parigi, Didot, 1784 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • Électre , tragédie en trois actes, représentée pour la premiere fois par l'Académie-royale de musique, le Mardi 2 Juillet 1782, Parigi, de Lormel, 1780 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • L'Embarras des richesses, comédie-lyrique en trois actes, représentée pour la premiere fois, par l'Académie-Royale de musique, le Mardi 26 Novembre 1782, Parigi, de Lormel, 1780 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • Panurge, dans l'Isle des Lanternes , comédie-lyrique en trois actes ; représentée pour la premiere fois, par l'Academie Royale de Musique, Le Mardi 25 Janvier 1785, Parigi, de Lormel, 1785 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • Pénélope, tragédie-lyrique en trois actes ; représentée pour la premiere fois, devant Leurs Majestés, a Fontainebleau, le 2 Novembre 1785, et a Paris, sur le théatre de l'Académie-royale de musique, le Mardi 6 Décembre de la même année, Parigi, de Lormel, 1785 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • Persée, tragédie-lyrique , remise en 3 actes représentée pour la premiere fois par l'Académie-royale de musique, le Mardi 24 Octobre 1780, Parigi, de Lormel, 1780 (digitalizzato da Gallica - B.N.F.)
  • Thémistocle, Tragedie lyrique en trois actes, Représentée, pour la premiere fois, devant Leurs Majestés à Fontainebleau, le 13 Octobre 1783 ; et a Paris, sur le théatre de l'Académie-royale de musique, le Mardi 25 Avril 1786, Parigi, de Lormel, 1785 (digitalizzato da Google Books)

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