Jean-Baptiste-Joseph Gobel

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Jean-Baptiste-Joseph Gobel
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1º settembre 1727 a Thann
Ordinato presbitero19 dicembre 1750
Nominato vescovo27 gennaio 1772 da papa Clemente XIV
Consacrato vescovo22 marzo 1772 dal vescovo Joseph-Nicolas de Montenach
Deceduto13 aprile 1794 (66 anni) a Parigi
 

Jean-Baptiste-Joseph Gobel (Thann, 1º settembre 1727Parigi, 13 aprile 1794) è stato un vescovo cattolico francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Monsignor Jean-Baptiste-Joseph Gobel nacque a Thann, in Alsazia, il 1º settembre 1727. Suo padre era avvocato presso il Sovrano Consiglio d'Alsazia ed esattore delle tasse per il signore di Thann. Dopo straordinari successi nella scuola elementare di Porrentruy, studiò al collegio dei gesuiti a Colmar e poi teologia al Pontificio collegio germanico-ungarico a Roma. Si laureò nel 1743.

Carriera clericale[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 dicembre 1750 fu ordinato presbitero per la diocesi di Basilea. In seguito divenne membro del capitolo dei canonici della cattedrale del principe-vescovo di Basilea Simon Nikolaus Euseb von Montjoye-Hirsingen con residenza a Porrentruy.

Il 27 gennaio 1772 papa Clemente XIV lo nominò vescovo ausiliare di Basilea e titolare di Lidda. Ricevette l'ordinazione episcopale il 22 marzo successivo nell'abbazia di Bellelay dal vescovo di Losanna Joseph-Nicolas de Montenach. Fu vicario del vescovo per la sezione di territorio che si trovava nel Regno di Francia. Il 3 marzo 1776 consacrò il successivo principe-vescovo, monsignor Friedrich Ludwig Franz von Wangen zu Geroldseck.

Trovato colpevole di vivere oltre i suoi mezzi,[1] nel 1782 fu sollevato dai suoi doveri dal successore di monsignor Wangen zu Geroldseck, il vescovo Franz Joseph Sigismund von Roggenbach. Successivamente iniziò a sposare le idee "riformiste". La sua vita politica iniziò quando fu eletto deputato agli Stati generali del 1789 dal clero del baliato di Huningue.

Il punto di svolta della sua vita fu prestare giuramento alla Costituzione civile del clero il 3 gennaio del 1791, a favore della quale si era dichiarato il 5 maggio 1790. Il documento, tra le altre cose, conferiva la nomina di sacerdoti e vescovi alle assemblee popolari. Dopo aver prestato giuramento, Gobel divenne così popolare che fu eletto vescovo costituzionale in diverse diocesi. Optò per l'arcivescovado di Parigi e, nonostante le difficoltà che dovette affrontare prima di prenderne possesso, entrò in carica il 17 marzo 1791[2] e fu riconosciuto il 27 marzo da otto vescovi, tra cui Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord. Questa azione fu respinta dalla Santa Sede,[3] che non lo riconobbe come legittimo titolare dell'ufficio e continuò a riconoscere monsignor Antoine-Eléonore-Léon Le Clerc de Juigné, come legittimo titolare della sede di Parigi in quel periodo. Il 13 aprile 1791 il papa lo scomunicò.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

"Chi ride venerdì, domenica piangerà. Ultima processione costituzionale per la sepoltura del giuramento civile che sarà effettuata nel 1792". Caricatura del 1792 che rappresenta Jean-Baptiste Gobel a capo di una processione di chierici addobbati con lunghi nasi con nella parte posteriore un diavolo che porta una bara piena di giuramenti civici. La scena evoca il massacro di preti refrattari del settembre 1792.
Ritratto di Gobel sul carretto che lo conduce al patibolo, di Vivant Denon.

L'8 novembre 1792 Gobel fu nominato amministratore di Parigi. La sua dimostrazione pubblica di anticlericismo era molto probabilmente una tattica attenta per garantirsi la simpatia dei politici: tra le altre cose, si dichiarò contrario al celibato ecclesiastico. Il 17 brumaio nell'anno II (7 novembre 1793),[4] si presentò davanti alla Convenzione nazionale per le sue attività di commissario civile a Porrentruy e, in una scena famosa, si dimise dalle sue funzioni episcopali, proclamando che egli lo faceva per amore delle persone e per il rispetto dei loro desideri. La notte precedente, una delegazione della Comune guidata da Jacques-René Hébert, Pierre-Gaspard Chaumette e Anacharsis Cloots gli aveva chiesto che rinunciasse pubblicamente alla sua fede altrimenti sarebbe stato messo a morte dal popolo.[4][5]

I seguaci di Hébert, che stavano perseguendo la loro politica anticristiana, rivendicarono Gobel come loro rappresentante. Allo stesso tempo, il rivale di Hébert, Maximilien de Robespierre, considerava Gobel un ateo, sebbene non fosse accusato di apostasia e non professasse pubblicamente il suo ateismo.

La visione di Robespierre di un culto deista dell'Essere supremo venne minacciata dall'opposizione degli atei guidati da Hébert che preferivano il culto della Dea Ragione. Gobel condivise il destino di questi ultimi. Incarcerato, fu dichiarato colpevole del cosiddetto "piano carcerario lussemburghese" insieme a Pierre-Gaspard Chaumette; Lucile Duplessis, moglie di Camille Desmoulins; Marie Marguerite Françoise Hébert, moglie di Jacques-René Hébert; e un assortimento di altri prigionieri di vario tipo.[6]

François-Joseph Lothringer, il suo ex vicario episcopale, in una sua lettera pubblicata poi su Les Annales Catholiques nel volume III, Parigi 1797, scrisse:

«Gobel voleva, tuttavia, espiare, per quanto fosse in lui, la sua condotta criminale, prima di morire, e sarei colpevole di non far conoscere il suo ultimo atto di religione.»

Gobel, che non poteva essere avvicinato alla Conciergerie da nessun ministro del culto, mandò tramite una mano sconosciuta una confessione scritta di suo pugno. In essa si legge:

«Mia caro abbé, sono alla vigilia della mia morte; ti invio la mia confessione per iscritto; tra qualche giorno espirerò, per misericordia di Dio, tutti i miei crimini e scandali contro la sua santa religione.

Ho sempre applaudito nel mio cuore i tuoi principi. Chiedo scusa, caro abbé, se ti avessi ingannato. Ti prego di non rifiutarmi l'ultimo aiuto del tuo ministero, portandoti alla porta della Conciergerie, senza comprometterti, e alla mia partenza di darmi l'assoluzione dei miei peccati, senza dimenticare il preambolo, ab omni vinculo excommunicationis. Addio, mio caro abbé, prega Dio per la mia anima, perché trovi misericordia davanti a Lui.

J. B. J., vescovo di Lidda[7]»

Gli Annales sottolineano che firmandosi: "vescovo di Lidda" e non "arcivescovo di Parigi", riconobbe di non avere diritto a quest'ultimo titolo e chiedeva di essere sollevato dalla sua scomunica, riconoscendo l'autorità del papa contro la quale si era scagliato.

Tutti i presunti cospiratori furono condannati a morte la mattina del 13 aprile e ghigliottinati quello stesso pomeriggio.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'origine des dettes de Gobel évêque suffragant de Bâle, Archives de l'Église d'Alsace, 1989, vol. 48, p. 56-74.
  2. ^ Chronicle of the French Revolution, Longman 1989 p.202
  3. ^ Chronicle of the French Revolution, Longman 1989 p.206
  4. ^ a b Citizens, Simon Schama, Penguin 1989 p.778
  5. ^ Chronicle of the French Revolution, Longman 1989 p.381
  6. ^ Chronicle of the French Revolution, Longman 1989, p.416-417
  7. ^ Élisabeth Liris e Jean-Maurice Bizière, La Révolution et la mort, Toulouse, Presses Univ. du Mirail, 1991, p. 94.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Louis Kammerer, « Jean-Baptiste Joseph Gobel », Nouveau dictionnaire de biographie alsacienne, vol. 13, p. 1208.
  • Jean-Baptiste Gobel, in Adolphe Robert e Gaston Cougny, Dictionnaire des parlementaires français, Edgar Bourloton, 1889-1891

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Lidda Successore
Giovanni Battista Bruni (Filippo di Santa Caterina) 27 gennaio 1772 - 13 aprile 1791 Anselmo Basilici
Predecessore Vescovo costituzionale di Parigi Successore
Antoine-Eléonore-Léon Le Clerc de Juigné
(arcivescovo canonico)
17 marzo 1791 - 26 aprile 1794 Jean-Baptiste Royer
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