Ipercalvinismo

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L'ipercalvinismo è una branca della teologia calvinista fatalista.[1][2]

Per gli ipercalvinisti l'umanità non possiede il dovere universale di credere in Cristo per la salvezza delle loro anime.[3] L'ipercalvinismo si distingue dal calvinismo tradizionale per quanto riguarda la "sufficienza ed efficienza" dell'espiazione di Cristo. La predestinazione nel calvinismo sostiene tradizionalmente che solo gli eletti sono in grado di comprendere l'espiazione di Cristo, ma che la sufficienza dell'espiazione si estende a tutta l'umanità, mentre l'iper-calvinismo sostiene che l'espiazione è sufficiente solo per gli eletti.[2]

Fra i teologici ipercalvinisti sono John Gill, Arthur Pink e R.C. Sproul.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Solomon, Robert C. (October 2003). "On Fate and Fatalism". Philosophy East and West. University of Hawaii Press. 53 (4): 435–454.
  2. ^ a b Toon, Peter. The Emergence of Hyper-Calvinism in English Nonconformity 1689–1765. Wipf and Stock Publishers, 2011.
  3. ^ Engelsma, David J. Hyper-Calvinism and the Call of the Gospel. Reformed Free Pub. Association, 1980.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Allen, David L. The Extent of the Atonement: A Historical and Critical Review. 2016.
  • White, Jonathan Anthony. A theological and historical examination of John Gill's soteriology in relation to eighteenth-century Hyper-Calvinism. The Southern Baptist Theological Seminary, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]