Indikà

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Indikà (L'India)
Titolo originaleἸνδικά
Leoni di Ashoka a Sarnath, in una rielaborazione grafica
AutoreArriano
1ª ed. originaleII secolo
Generetrattato geografico
Lingua originalegreco antico

Indikà (in greco antico: Ἰνδικά?, Indiká, L'India) è un'opera di carattere storico-geografica dedicata all'India e scritta da Arriano, l'unica monografia di questo tipo sull'India pervenuta dal mondo antico[1].

Fonti e struttura[modifica | modifica wikitesto]

Arriano basa l'opera[2] sui diari di Nearco, ammiraglio di Alessandro Magno, che rientrò dall'India via nave[3], e sulle notizie fornite da Megastene, ambasciatore di Seleuco I presso il re indiano Chandragupta Maurya[4].

Gli Indiká, concepiti dallo storico di Nicomedia come una sorta di appendice, per quanto distinta, dalla Anabasi[5], sono distinti in due parti: i capp. 1–17, dedicati alla descrizione geo-etnografica del subcontinente Indiano, con un accumulo di notizie desunte praticamente in toto da Megastene e i capp. 18–43, sulla narrazione del periplo di Nearco. In effetti, Arriano, contrariamente al suo usus nell'opera maggiore su Alessandro Magno, usa la prima parte come un enorme excursus su quell'India che fu il termine estremo della conquista macedone: si può pensare che, non avendo che poche notizie nelle sue fonti alessandrografiche principali, Tolomeo I e Aristobulo di Cassandrea, abbia pensato di integrare il racconto della Anabasi con Megastene e, appunto, con Nearco, per non spezzare il filo conduttore della narrazione su Alessandro[6].

Interessante anche, in questa "riscrittura" dell'antica etnografia, il fatto che Arriano si riallacci ad Erodoto, riprendendone il dialetto ionico, che, peraltro, egli non usa in altre sue opere pervenute.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Escludendo l'opera omonima di Ctesia di Cnido, pervenuta nel riassunto di Fozio: FGrHist 688, F 45, 21 ss.
  2. ^ Pervenuta in ben 31 sui 38 codici che tramandano l'Anabasi di Alessandro, quasi come un suo VIII libro.
  3. ^ cfr. D. Ambaglio, L'Indiké di Arriano, in Arriano, L'India, Milano, Bur, 2000, pp. 14-16.
  4. ^ FGrHist 715.
  5. ^ Secondo quanto affermato esplicitamente in Anabasi, VI 28, 6 e in Indiká, XLIII, 14.
  6. ^ Cfr. D. Ambaglio, L'Indiké di Arriano, in Arriano, L'India, Milano, Bur, 2000, pp. 31-35.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. A. Stadter, Arrian of Nicomedia, Boston, UNCP, 1980.
  • D. Ambaglio, L'Indiké di Arriano, in Arriano, L'India, Milano, Bur, 2000, pp. 5–35.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN305991443 · BAV 492/10312 · LCCN (ENnr89006308 · GND (DE4390781-7 · BNE (ESXX1928236 (data) · BNF (FRcb123077535 (data) · J9U (ENHE987007520675705171