Il perdente radicale

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Il perdente radicale
Titolo originaleSchreckens Männer. Versuch über den radikalen Verlierer
AutoreHans Magnus Enzensberger
1ª ed. originale2006
1ª ed. italiana2007
Generesaggio
Lingua originaletedesco

Il perdente radicale (titolo originale: Schreckens Männer. Versuch über den radikalen Verlierer) è un saggio del tedesco Hans Magnus Enzensberger, pubblicato per la prima volta nel 2006.

Nel saggio, l'autore traccia il profilo del perdente radicale di ogni tempo, dal combattente nazista al terrorista islamico. Secondo Enzensberger, il perdente radicale è quasi sempre un soggetto maschile, umiliato e sconfitto, che introietta il giudizio negativo di chi lo circonda, e che ha come ultimo obiettivo non la vittoria ma lo sterminio e il suicidio collettivo.

Il perdente radicale è destinato, prima o poi, ad "esplodere" per ripagare il suo stato di frustrazione e ad attuare pratiche di distruzione e autodistruzione: perdente radicale è il padre che stermina la famiglia, il soldato nazista, il kamikaze islamista che progetta il suicidio dell'intera civiltà.

Secondo Enzensberger, la figura del perdente radicale si incarna oggi, a livello globale, nel fondamentalista islamico che da secoli riceve le umiliazioni dell'Occidente, al quale però è allo stesso tempo strettamente legato:

«Tutto ciò che sostanzia la vita quotidiana nel Maghreb e nel Medio Oriente, ogni frigorifero, ogni cacciavite, senza contare i prodotti della tecnologia avanzata, rappresenta quindi, per ogni arabo in grado di pensare, una tacita umiliazione»

L'autore si interroga anche sulle ragioni della crescita del numero di perdenti radicali nella società contemporanea, avanzando una teoria secondo la quale il progresso non ha eliminato la precarietà della condizione umana, ma l'ha solamente modificata:

«Negli ultimi duecento anni le società più evolute si sono conquistate nuovi diritti, nuovi aspettative, nuove esigenze, spazzando via l'idea di un destino ineluttabile; hanno posto all'ordine del giorno concetti quali la dignità e i diritti dell'uomo; hanno democratizzato la lotta per il riconoscimento e suscitato attese di uguaglianza che non si possono soddisfare; e al contempo hanno fatto sì che ogni giorno per ventiquattro ore la disuguaglianza venga dimostrata su tutti i canali televisivi a tutti gli abitati del pianeta. Ragione per cui la delusione umana è aumentata con ogni progresso.»

Enzensberger conclude il saggio affermando che i perdenti radicali e i loro attentati rappresentano un permanente rischio latente, pur essendo improbabile che, nella realtà di oggi, essi riescano a universalizzare e perpetuare senza limiti il loro culto della morte.

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