Il paese di Giocagiò

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il paese di Giocagiò
PaeseItalia
Anno1970
Genereper bambini
Lingua originaleitaliana
Realizzazione
Casa di produzioneRAI
Rete televisivaRAI

Il paese di Giocagiò è stato un programma televisivo per bambini realizzato dalla Rai a partire dal gennaio 1970.

La preparazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1969 la Rai decise di abbandonare il format britannico di Giocagiò per creare una trasmissione tutta italiana: Paola De Benedetti, responsabile della programmazione per l'infanzia, incaricò la giornalista e scrittrice Teresa Buongiorno, la quale coinvolse Gianni Rodari e altri collaboratori, fra i quali Emanuele Luzzati per la sigla animata e le scenografie. Diedero vita a una trasmissione originale e diversa, ma lo scrittore di Omegna volle e ottenne che nel titolo rimanesse la parola Giocagiò, un richiamo per il pubblico delle stagioni precedenti: nacque così Il paese di Giocagiò, presentato da Marco Dané (poi anche coautore) e Simona Gusberti, a partire dal gennaio 1970, identica fascia oraria della precedente rubrica. Altri autori erano Marcello Argilli, collega e collaboratore di Rodari, Donatella Zilotto e Lucia Serino.

Le caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Luzzati disegnò piccole case fatte a paravento, che aperte mostravano l'interno, chiuse si trasformavano in roulotte e il pubblico si “trovava” in una piazza. Rodari volle un cavallo parlante affacciato alla finestra (che solo nella puntata finale fu mostrato nella sua interezza), e un «signor Coso» in difficoltà con certe parole, esattamente come succede ai bimbi: al saggio quadrupede, che esprimeva la morale attraverso filastrocche, dava voce Enrico Urbini, mentre il signor Coso era interpretato con grande efficacia e successo dall'attore Enrico Luzi.

Gli altri personaggi furono aggiunti dalla Buongiorno, con Paola De Benedetti e il regista Salvatore Baldazzi: il pittore Buendia (Roberto Galve), un musicista (Stefano Torossi), e un giardiniere – nientemeno che Ippolito Pizzetti.

« A tenere le fila due ragazzi – spiegò anni dopo la Buongiorno ricordando quell'esperienza – appena fratelli maggiori, non maestri in cattedra. La coppia restava, ma sdrammatizzata, coinvolta nella comunità. »[1]

Per scegliere i due conduttori furono fatti molti provini, e alla fine furono scelti Marco Danè e Simona Gusberti, ritenuti dagli autori la coppia giusta.

Il seguito[modifica | modifica wikitesto]

Dalla stagione successiva, il programma lasciò il posto a Il gioco delle cose, trasmesso da Napoli con gli stessi presentatori, stessi curatrice e regista, ma senza più Rodari e Luzzati fra i collaboratori: scene e pupazzi erano di Bonizza Giordani, sorella di Brando, in redazione c'erano Marcello Argilli, Antonella Tarquini e Maria Napoleone e nuovi personaggi vennero aggiunti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giocagiò e il paese di Giocagiò, su TV dei Ragazzi Anni 70 e 60, 27 giugno 2011. URL consultato il 26 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Televisione: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di televisione