Idillio barocco

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L'idillio barocco è un genere tipicamente marinista, ispirato all'antico genere pastorale (idillio) e consistente in un componimento normalmente di alcune centinaia di versi "a selva" (cioè di endecasillabi e settenari sciolti alternantisi senza vincolo di schema) di tipo patetico-descrittivo e prevalentemente (ma non solo) pastorale: infatti l'idillio fu impiegato dai marinisti anche a fini encomiastico-celebrativi.

L'inventore di questo "nuovo" genere, che ebbe un'enorme voga per tutta l'età barocca, è molto probabilmente Giovan Battista Marino, che nei primissimi del Seicento compose "L'Europa": il poemetto è da immaginare ampiamente circolante nella sua redazione manoscritta, se già nel 1607 – probabilmente all'insaputa dell'autore – poteva essere stampato a Lucca. Secondo Marino, Girolamo Preti imitò il suo modello quando fece uscire nel 1608 La Salmace. Nel 1609 il componimento del Preti è riedito insieme ad altri tre esempi del nuovo genere (Amante occulto; Amante timido; I progressi amorosi). Gli idilli di Marino, che a differenza di tutti gli altri idilli composti in quella temperie non sono a selva, ma polimetrici, furono raccolti poi ne La sampogna (1620). Tra gli altri possibili ispiratori del genere si segnala anche Gabriele Zinani che in effetti diede una sorta di preannuncio dell'idillio barocco con gli sciolti "Gran caso ascolta, o Palma", stampati in una raccolta già nel 1590.

Componimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Gabriele Zinani, "Gran caso ascolta, o Palma", in Delle Rime, &c., Bartoli, Reggio Emilia 1591.

1607-1610[modifica | modifica wikitesto]

1607[modifica | modifica wikitesto]

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1681-1690[modifica | modifica wikitesto]

1691-1699[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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