II Congresso del Partito Comunista d'Italia

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II Congresso del Partito Comunista d'Italia
Apertura20 marzo 1922
Chiusura24 marzo 1922
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRoma
I

Il II Congresso del Partito Comunista d'Italia si svolse a Roma dal 20 al 24 marzo 1922.

Le Tesi di Roma[modifica | modifica wikitesto]

Il dibattito congressuale si fondò sulle tesi pubblicate nel corso del mese di gennaio su L'Ordine Nuovo e sugli altri organi di stampa comunisti. I relatori dei documenti furono Amadeo Bordiga e Umberto Terracini relativamente alla tattica, Giovanni Sanna e Antonio Graziadei in tema di questione agraria e Antonio Gramsci e Angelo Tasca per quanto riguardava l'ambito sindacale[1].

Le tesi sulla tattica, note come Tesi di Roma[2], rafforzavano il contrasto con la socialdemocrazia e la sinistra borghese, evidenziando la necessità di tenersi a distanza da eventuali governi da esse espressi e respingendo con forza l'ipotesi di costituire un fronte unitario con le altre forze della sinistra[3]. Tali posizioni entravano in conflitto con la disciplina dell'Internazionale Comunista: l'esecutivo del Comintern aveva infatti ratificato nel febbraio del 1922 la proposta del Partito comunista russo di adottare, in risposta all'offensiva capitalista, la tattica del fronte unico con i socialdemocratici della Seconda internazionale e dell'Internazionale di Vienna, «con gli anarchici, i sindacalisti, gli operai senza partito e gli operai cristiani»[4][5].

Pertanto, Trockij e Radek proposero il rigetto delle tesi, che furono infine ammesse al dibattito a solo titolo consultivo[6]. La contrarietà ad esse fu ribadita durante i lavori congressuali dai delegati del Comintern, il bulgaro Vasil Kolarov e lo svizzero Jules Humbert-Droz. A ciò fece seguito una mozione di Bordiga che, in modo puramente formale, accettava che le tesi non potessero «pregiudicare la disciplina internazionale»[7][8].

La posizione sostenuta nelle tesi - fortemente difesa, tra gli altri, dallo stesso Bordiga, da Terracini e da Gramsci - risultò comunque largamente maggioritaria, ottenendo alla fine 31.089 voti, contro i 4.151 di un ordine del giorno firmato da Graziadei, e sostenuto anche da Tasca, che recepiva le istanze del Comintern[9].

I nuovi organismi dirigenti[modifica | modifica wikitesto]

Il congresso confermò il Comitato esecutivo in carica, composto da Bordiga, Terracini, Fortichiari, Grieco e Repossi. Il Comitato centrale diventò invece esclusivo appannaggio della maggioranza: ne uscirono Belloni, Bombacci, Misiano, Parodi, Polano e Tarsia, rimpiazzati da Togliatti, Azzario, Flecchia, Gasparini e Gnudi, che si andarono ad aggiungere ai cinque componenti dell'esecutivo e a Gramsci, Sessa, Gennari e Marabini[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Spriano, p. 178.
  2. ^ Vidotto, p. 19.
  3. ^ Le tesi sulla tattica, par. 33.
  4. ^ Die taktik...
  5. ^ Tale posizione fu adottata dall'esecutivo Comintern a larghissima maggioranza, ma con la contrarietà dei rappresentanti del Partito Comunista d'Italia, del Partito Comunista Francese e del Partito Comunista di Spagna. Cfr. Humbert-Droz, p. 109.
  6. ^ Terracini.
  7. ^ Spriano, pp. 185-186.
  8. ^ Humbert-Droz, in una lettera personale all'esecutivo del Comintern, evidenzia comunque grossi dubbi sulla possibilità di attenuare la posizione dell'esecutivo del Partito Comunista d'Italia. Cfr. Humbert-Droz, p. 120.
  9. ^ Spriano, pp. 189.
  10. ^ Spriano, p. 190.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jules Humbert-Droz, L'Internazionale comunista tra Lenin e Stalin, Milano, Feltrinelli, 1974.
  • Il primo anno di vita del Partito comunista d'Italia: circolari interne riservate e riservatissime del Comitato centrale e della Commissione esecutiva del Partito comunista d'Italia alla Commissione esecutiva delle sezioni (gennaio-marzo 1921); Manifesti e altri documenti politici (21 gennaio-31 dicembre 1921); Secondo congresso nazionale (Roma 20-24 marzo 1922).
  • Partito Comunista d'Italia. Sezione della Internazionale comunista, Relazione del Comitato centrale. Secondo congresso nazionale, Roma 20-24 marzo 1922, Società anonima poligrafica italiana, Roma, 1922.
  • Paolo Spriano, Storia del Partito Comunista Italiano, vol. I, Torino, Einaudi, 1967.
  • Umberto Terracini, Le tendenze nell'Internazionale, in L'Unità, 19 luglio 1925.
  • (DE) Die Taktik der Kommunistischen Internationale gegen die Offensive des Kapitals, Amburgo, Verlag der Kommunistischen Internationale, 1922.
  • Le Tesi sulla tattica, in L'Ordine Nuovo, 3 gennaio 1922.
  • Vittorio Vidotto, Il Partito Comunista Italiano dalle origini al 1946, Bologna, Cappelli, 1975.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]