Hieracium sect. Lanatella

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Hieracium sect. Lanatella
Immagine di Hieracium sect. Lanatella mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùHieraciinae
GenereHieracium
SottogenereH. sect. Lanatella
(Arv.-Touv.) Zahn
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Specie
(Vedi testo)

La sezione Hieracium sect. Lanatella (Arv.-Touv.) Zahn è una sezione di piante angiosperme dicotiledoni del genere Hieracium della famiglia delle Asteraceae.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva dalla parola greca hierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato inizialmente dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[4][5]

Il nome scientifico della sezione è stato definito dai botanici Jean Maurice Casimir Arvet-Touvet (1841-1913) e Karl Hermann Zahn (1865-1940).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Habitus. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee (e aromatiche), a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, inoltre spesso hanno l'asse fiorale eretto e privo di foglie (piante scapose), oppure le foglie basali sono assenti alla fioritura (piante afillopode). Queste piante sono anche provviste di lattice (i vasi latticiferi sono anastomizzati), ma sono prive di stoloni; inoltre i peli ghiandolari sono scarsi, più comuni sono quelli semplici dentati e piumosi (ma non feltriformi); il tipo delle piante è fillopode.[6][7][8][9][10][11][12][13]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto. La parte aerea del fusto è eretta o debolmente arcuata, robusta e più o meo ingrossata. La superficie può essere sia glabra che pelosa. Le piante di questo genere possono raggiungere un'altezza massima di 10 dm (raramente raggiungono i 15 dm). La parte sotterranea spesso è un fittone.

Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline disposte in modo alternato. Le foglie basali sono picciolate con una lamina da ampiamente ellittica a lanceolata; la consistenza è subrigida; la superficie è colorata di verde-glauco. Le foglie cauline, da 1 a 2, hanno delle forme da strettamente ellittiche fino a lanceolate. il colore verde delle foglie è sempre visibile.

Infiorescenza. La sinflorescenza e del tipo forcato o forcato-panicolata con 1 - 3 rami e 1 - 2 capolini. Le infiorescenze, di tipo corimboso, panicolato o recemiforme, sono composte da uno o più capolini quasi sempre peduncolati. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) disposte su 2 serie in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. L'involucro ha delle forme da emisferiche a ampiamente ovoidi. Le brattee si dividono in esterne (non sempre presenti) e interne; quelle esterne (formano quasi un calice) sono da poche a una dozzina con forme da deltate a lanceolate o lineari; quelle interne possono arrivare a due dozzine ed hanno delle forme lineari-lanceolate con margini scariosi e apici acuminati con forme ottuse. Il ricettacolo è nudo, ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; gli alveoli al margine sono lungamente dentati. Dimensione dell'involucro: 10 – 15 mm.

Fiori. I fiori (da 6 a 150) sono tutti del tipo ligulato, tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e zigomorfi. In alcuni casi i fiori femminili sono "stilosi".

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono formate da un tubo e da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo o giallo pallido. Le ligule sono lunghe oltre l'involucro e spesso sono cigliate.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[15] Le antere alla base sono acute. Il polline è tricolporato.[16]
  • Gineceo: lo stilo è giallo (o più o meno scuro), è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. La superficie stigmatica è posizionata internamente (vicino alla base).[17]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono scuri a forma colonnare-obconica (o più o meno cilindrica) e sono ristretti alla base (e ingrossati all'apice), mentre la superficie (liscia o appena rugosa) è provvista di 8 - 10 coste che nella parte apicale confluiscono in un orlo anulare. Il colore degli acheni è scuro (bruno-nerastro). Il pappo è formato 20 a 80 setole biancastre (o giallastre) semplici disposte su due serie (quelle interne sono più lunghe e più rigide, quelle esterne sono fragili). Dimensione degli acheni: 3 – 4 mm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Fondamentalmente Alpi e Appennini in habitat di tipo sassoso.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][11][12]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[12][21]

Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[11][22], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana.

I caratteri distintivi per il genere Hieracium sono:[2]

  • le piante non sono tutte vischiose;
  • i fusti e le foglie hanno peli semplici o ghiandolari;
  • i capolini sono numerosi;
  • il colore dei fiori in genere è giallo carico;
  • i rami dello stilo sono lunghi;
  • le coste dell'achenio confluiscono in un anello;
  • il pappo è formato da due serie di setole.

Le specie di questo genere, provviste di molte sottospecie, formano degli aggregati o sezioni con diverse specie incluse, altre sono considerati "intermediare" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[2]

La sezione Hieracium sect. Lanatella (sezione X) comprende specie alpine con un centro di differenziazione nelle Alpi Occidentali che si estende fino agli Appennini meridionali. I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2]

  • i peli ghiandolari sono scarsi, più comuni sono quelli semplici dentati e piumosi (ma non feltriformi);
  • il tipo delle piante è fillopode;
  • il colore verde delle foglie è sempre visibile;
  • le foglie basali sono picciolate;
  • le foglie cauline, da 1 a 2, hanno delle forme da strettamente ellittiche fino a lanceolate;
  • il colore degli acheni è scuro (bruno-nerastro).

Specie della flora italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nella flora spontanea italiana, per la sezione di questa voce, sono presenti le seguenti due specie principali più alcune secondarie:[2][3]

Specie principale. Hieracium pulchellum Gren., 1853 - Sparviere grazioso: l'altezza massima della pianta è di 20 – 40 cm (massimo 50 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Subendemico; l'habitat tipico sono i pendii e i pascoli sassosi; in Italia è una specie rara e si trova sulle Alpi Occidentali e in Abruzzo fino ad una quota compresa tra 900 e 2.300 m s.l.m.. Non sono presenti specie secondarie collegate a Hieracium pulchellum; ma tre sottospecie due delle quali sono presenti in Italia.

Caratteri principali: i caratteri sono più simili alla specie H. pictum che alla specie H. tomentosum; la lamina delle foglie basali è ampiamente ellittica fino a ampiamente ovata con una superficie spesso macchiata e con la base brevemente attenuato-troncata o quasi cordata; i peli semplici sulle foglie sono assenti o sparsi.

Specie principale. Hieracium pellitum Fr., 1862 - Sparviere impellicciato: l'altezza massima della pianta è di 20 – 40 cm (massimo 50 cm); il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Subendemico; l'habitat tipico sono i pendii e i pascoli sassosi; in Italia è una specie rara e si trova sulle Alpi Occidentali e in Appennini Centrali fino ad una quota compresa tra 800 e 2.200 m s.l.m.. Questa specie ha 9 sottospecie 8 delle quali sono presenti sul territorio italiano.

Caratteri principali: i caratteri sono più simili alla specie H. bifidum che alla specie H. tomentosum; la lamina delle foglie basali varia da ellittica fino ad ampiamente lanceolata, la superficie è raramente macchiata e la base della lamina confluisce gradualmente in un picciolo; i peli semplici sul caule, sulle foglie e sui peduncoli dei capolini sono densi fino ad abbondantissimi e formano un basso feltro.
Specie secondarie collegate a Hieracium pellitum:
Specie Caratteri Habitat Distribuzione italiana sottospecie
Hieracium jordanii Arv.-Touv., 1888[23] Tra la specie H. tomentosum e la specie H. bifidum Pendii e pascoli sassosi - Molto rara Alpi Occidentali (Val di Cogne) 3 (nessuna nella flora italiana)
Hieracium burnatii Arv.-Touv., 1883[24] Più simili alla specie H. glaucum che alla specie H. tomentosum Rupi e pendii sassosi - Molto rara Alpi Occidentali Una sottospecie nella flora italiana
Hieracium thesauranum Gottschl., 2009[25] Tra la specie H. pellitum e la specie H. acanthodontoides Pascoli sassosi - Molto rara Abruzzo (Gran Sasso)
Hieracium carpegnae Gottschl., 2011[26] Tra la specie H. tomentosum e la specie H. grovesianum Pascoli sassosi - Molto rara Marche
Hieracium brillii Gottschl., 2011[27] Più simili alla specie H. grovesianum che alla specie H. tomentosum Pendii sassosi - Molto rara Marche
Hieracium marchesonii Gottschl., 2011[28] Tra la specie H. tomentosum e la specie H. murorum Pascoli sassosi - Molto rara Monti Sibillini
Hieracium monnieri Arv.-Touv., 1902[29] Tra la specie H. tomentosum e la specie H. chondrillifolium Rupi - Molto rara Valdieri Una sottospecie nella flora italiana

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d e Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1048.
  3. ^ a b Pignatti 2018, Vol. 4 - pag. 210.
  4. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 454.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16-agosto-2013.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 282-317.
  7. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 02-gennaio-2014.
  8. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  9. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  10. ^ Judd 2007, pag.517.
  11. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  12. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  13. ^ Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  14. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  15. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  16. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  17. ^ Judd 2007, pag. 523.
  18. ^ Judd 2007, pag. 520.
  19. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  21. ^ Fehrer et al. 2021.
  22. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 aprile 2022.
  23. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 26 aprile 2022.
  24. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 26 aprile 2022.
  25. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 26 aprile 2022.
  26. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 26 aprile 2022.
  27. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 aprile 2022.
  28. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 aprile 2022.
  29. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 aprile 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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