Harriet Martineau

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Harriet Martineau

Harriet Martineau (Norwich, 15 settembre 1802Ambleside, 27 maggio 1876) è stata una scrittrice, giornalista, filosofa e sociologa britannica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Norwich, in Inghilterra, da una famiglia della media borghesia industriale, di religione unitariana. Sorella maggiore del filosofo e teologo James Martineau[1]. Ricevette un'ottima istruzione, ma la sua adolescenza fu segnata da un problema di sordità, che le creò forti disagi a livello sociale, per questo dovette servirsi di un cornetto acustico. Nel 1829 la sua famiglia attraversò un periodo difficile, segnato da gravi problemi economici, questo portò Harriet a trovarsi un lavoro come giornalista presso il Monthly Repository, un periodico che accoglieva le idee riformiste di Beccaria e di Blackstone. Acquisì fama nel suo paese per l'opera delle Illustrazioni di economia politica, stilata in una serie di racconti, che fu pubblicata grazie all'ausilio del parlamento. La politica prese in considerazione le proposte di economia liberale della Martineau per lo studio di nuove leggi. Fra queste l'approvazione delle Workhouse (soprannominate prigioni senza colpa), dove i poveri abili per il lavoro venivano spostati e allontanati dalle loro famiglie[2].

Il viaggio in America e il confronto con Tocqueville[modifica | modifica wikitesto]

Intraprende un viaggio in America di due anni, per analizzare la politica statunitense. Dal settembre 1834 all'agosto 1836. In questo breve periodo riesce a visitare le istituzioni politiche, le fabbriche del nord, le piantagioni del sud, prigioni ed ospizi. A differenza di Tocqueville, la scrittrice inglese fu una viaggiatrice senza pregiudizi, senza paragonare la società americana a quella europea. Rimase ammirata dal fatto che gli americani avessero dato il potere della sovranità alla maggioranza di loro in piena libertà che se da un lato determinava l'eguaglianza sociale, dall'altro portava ad un conformismo generale. Su questo punto concordava con Tocqueville che l'egualitarismo poteva portare ad una tirannia culturale della maggioranza dell'opinione pubblica ma entrambi consideravano la Democrazia come un processo ineluttabile.

Society in America[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1834, raggiunta l'indipendenza economica grazie al suo lavoro, decise di partire per gli Stati Uniti d'America, per fare uno studio sulla democrazia americana. Si interessò delle caratteristiche della democrazia, evidenziandone le contraddizioni tra i principi costituzionali e la realtà. In particolare si schierò a favore dell'abolizione della schiavitù dei neri, arrivando a parlare in pubblico, e si schierò in favore dell'indipendenza femminile che al nord era più diffusa. Particolare impressione le fece la fabbrica di Lowell dove lavoravano tremila operaie, le quali potevano permettersi una vita autonoma e soddisfacente. Criticò i metodi dell'educazione femminile orientata solo all'insegnamento religioso e attaccò il fatto che le donne venissero tassate anche se non votavano e quindi non erano rappresentate come cittadine. Nell'opera difende la comunione dei beni, nonostante il suo liberismo dichiarato, ritenendo che l'accumulo di ricchezza equivaleva ad accumulo di potere e in democrazia nessuno doveva averne troppo. Apprezzo i principi di cooperazione di Robert Owen individuando comunque che il socialismo era un sintomo di un problema sociale e non la soluzione. Considerò positivo l'estensione del suffragio universale maschile e analizzò il sistema bipartitico criticando quei politici di professione che avevano solo la dote dell'oratoria. Per impedire la secessione del Sud e porre fine alla schiavitù appoggiò la guerra civile. La sua opera, di milleduecento pagine, fu pubblicata al suo ritorno in Inghilterra e fu paragonata all'opera del magistrato francese Alexis de Tocqueville che scrisse Democrazia in America. Pubblicò anche "Retrospect of Western Travel" dove descriveva più dettagliatamente l'esperienza del viaggio.

Gli anni difficili della malattia e delle cure mesmeriche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1839 si ammalò e scrisse Life in the Sickroom dove descriveva lo sconforto della sua situazione. Si sottopose alle cure sperimentali adottate da Atkinson del mesmerismo. Un termine che derivava dal medico austriaco Mesmer per il quale l'universo era immerso in un fluido che determinava una serie di fenomeni come il calore, la luce e l'elettricità. Si collocava al limite fra scienza ed occultismo. La Martineau appoggiò la causa del mesmerismo con tutta se stessa, cosa che colpì il fratello reverendo che ne rimase deluso. In questo periodo infatti abbandona la fede religiosa e diventa una positivista con la scienza messa al centro.

The History of Peace[modifica | modifica wikitesto]

Scrisse la Storia della Pace che riguardava il periodo fino alla guerra di Crimea 1854. I punti di riferimento dell'opera sono sempre il liberismo economico che aveva salvato l'Inghilterra dagli interessi di classe del protezionismo e la paura del troppo peso che stavano assumendo i sindacati.

Appoggiò il cartismo e la possibilità di raggiungere il suffragio femminile. Affrontò il problema della prostituzione e degli Acts che umiliavano le donne costrette a visite mediche se sospettate di praticare il mestiere. Entrò nell'associazione nazionale femminile insieme alla Butler.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Martineau, Harriet, su treccani.it. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  2. ^ Karl Polanyi, La grande trasformazione.Le origini economiche e politiche della nostra epoca, 1974, 2010, pag 147, traduzione di Roberto Vigevani, Einaudi, Torino, ISBN 978 88 06 20560 7

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Conti, Odorisio Ginevra & Taricone Fiorenza, Per filo e per segno: Antologia di testi politici sulla questione femminile dal XVII al XIX secolo, Giappichelli, 2008.
  • Conti, Odorisio Ginevra, Harriet Martineau e Tocqueville. Due diverse letture della democrazia americana, Rubbettino, 2003.

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