Hanyusuchus sinensis

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Hanyusuchus
Cranio di H. sinensis
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseReptilia
OrdineCrocodylia
FamigliaGavialidae
SottofamigliaGavialinae
GenereHanyusuchus
Iijima et al., 2022[1] 
Nomenclatura binomiale
† Hanyusuchus sinensis
Iijima et al., 2022

Hanyusuchus è un genere estinto di coccodrillo gavialide vissuto nell'Olocene nella Cina meridionale. Il genere Hanyusuchus contiene una singola specie, Hanyusuchus sinensis, che poteva raggiungere una lunghezza totale di 6 metri.[2] L'animale condivideva delle caratteristiche sia con gli tomistomini sia con i gaviali derivati, come una possibile struttura vocale sessualmente dimorfica. I segni di taglio rinvenuti su più esemplari fossili, così come le prove archeologiche, suggeriscono la presenza di ripetuti conflitti tra Hanyusuchus e gli esseri umani, che potrebbero aver portato alla sua estinzione. Hanyusuchus è una specie recente, che visse nella Cina meridionale approssimativamente dal IV millennio a.C. (durante l'età del bronzo) fino al XV secolo d.C., forse anche più tardi, quando i maggiori sforzi dei funzionari governativi e la distruzione dell'habitat hanno probabilmente portarono all'estinzione dell'animale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Scheletro di H. sinensis

Hanyusuchus era un grande coccodrillo dal muso snello, il cui aspetto doveva ricordare quello del moderno falso gaviale. Ogni premascella conteneva cinque denti, seguiti da sedici denti su ciascuna mascella e diciotto nella mandibola. L'osso pterigoideo di Hanyusuchus è occupato da una serie di seni allargati ritenuti omologhi alla camera posteriore allargata della bolla pterigoidea osservata anche nei moderni gaviali. In Hanyusuchus però la struttura si ampliava verso la parte posteriore del cranio in modo inedito, aumentando la varietà morfologica della bulla. Tuttavia, poiché le parti del palato conosciute di Hanyusuchus sono perlopiù rotte, non è possibile determinare se avesse o meno la camera anteriore. Queste camere sono collegate internamente al dotto nasofaringeo e, a seconda della lunghezza delle camere, vengono utilizzate per modificare le vocalizzazioni. Nei gaviali moderni la bulla pterigoidea è legata all'ontogenesi e alla maturità sessuale nei maschi e accoppiata alla crescita di una struttura dei tessuti molli (ghara). In combinazione, la bulla serve ad alterare i suoni, mentre il ghara li amplifica, venendo usata soprattutto per attirare potenziali partener. Sebbene non sia descritta alcuna indicazione per la presenza di un ghara in Hanyusuchus, i seni allargati mostrano un chiaro adattamento verso una funzione acustica. Ciò è supportato dalle descrizione dell'epoca che raccontano di coccodrilli che emettono "suoni simili a tuoni nella notte".[1]

Sia l'olotipo sia uno dei paratipi indicano che questi esemplari erano in piena maturità sessuale. Gli esemplari noti variano di dimensioni tra i 5,43 metri per il più piccolo ai 6,19 metri di lunghezza per il più grande. Rapporti storici indicano la presenza di coccodrilli lunghi 6 metri anche nel Sud della Cina.[1]

Documenti storici risalenti agli anni 849 e 1040 descrivevano i coccodrilli che vivevano nella Cina meridionale come di colore giallo brunastro, a volte verde intenso e occasionalmente bianco. I giovani animali erano invece descritti come gialli o bianchi. Tuttavia, tali descrizioni potrebbero non essere del tutto affidabili.[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Antico areale di Hanyusuchus

Prove fossili e documenti storici indicano che Hanyusuchus abitava quella che oggi è la Cina meridionale, con fossili ritrovati a Jiangmen e Foshan, nel distretto di Guangdong. Gran parte del materiale fossile noto è stato sottoposto a datazione al radiocarbonio mediante spettrometria di massa con acceleratore, rivelando che la loro età è più o meno correlata all'età del bronzo, tra il 3300 e il 2900 a.C. circa. Gli osteodermi dell'animale non sono stati analizzati da Iijima e colleghi, tuttavia ricerche precedenti stimavano che la loro età fosse compresa tra il 5000 e il 4900 BP. I resoconti storici sono notevolmente più recenti, datati dalla Dinastia Han (in particolare 210–127) alla recente Dinastia Ming (ca. 1630). I rapporti raccolti dalla Cina meridionale indicano che il loro areale andasse almeno da Nanning a ovest fino al delta del fiume Han, a est. Sono stati segnalati avvistamenti anche nelle parti settentrionali dell'isola di Hainan.[1]

Scoperta e denominazione[modifica | modifica wikitesto]

I fossili di Hanyusuchus furono inizialmente scoperti tra il febbraio 1963 e il febbraio 1980, con un totale di sei esemplari, che comprendono diversi crani, elementi postcranici e osteodermi. Questi però furono liquidati come appartenenti a un genere moderno e dimenticati per gli anni successivi. Alla fine le ossa furono riconosciute come appartenenti a un genere unico e descritte come tali da Masaya Iijima e colleghi, nel 2022. Hanyusuchus prende il nome da Han Yu (768–824), poeta cinese e funzionario del governo attivo durante la Dinastia Tang. Dopo un'ondata di attacchi da parte dei coccodrilli ai danni di umani e bestiame, Han Yu emise un proclama in cui ordinava ai coccodrilli di lasciare la zona o di essere uccisi.[2] La seconda parte del nome deriva dal greco, soûkhos, che significa coccodrillo. Il nome della specie, sinensis, è un epiteto comunemente usato nella tassonomia che significa "dalla Cina".

Cultura ed estinzione[modifica | modifica wikitesto]

Han Yu

Nella loro descrizione della specie, Iijima e colleghi hanno presentano una serie di documenti storici della Cina meridionale che si ritiene siano correlati a Hanyusuchus. Il primo di questi rapporti deriva da Bu Zhi, che fu inviato a Jiaozhou come governatore e notò la presenza di vari animali nelle acque intorno a Guangzhou, tra cui l'alligatore cinese e un altro tipo di coccodrillo. Si dice che durante il periodo dei Tre Regni, questi coccodrilli venissero allevati in un fossato attorno a un castello a sud di Wuzhou. I rapporti contemporanei li paragonano agli alligatori cinesi, che tuttavia sono molto più piccoli di quanto riportato (6 metri circa). Si nutrivano di pesci, cervi e occasionalmente di esseri umani, tra cui i criminali che venivano occasionalmente dati in pasto ai coccodrilli. Le storie della fine del 200 e dell'inizio del 300 raccontano di ripetuti conflitti tra umani e coccodrilli, che venivano uccisi e le loro teste essiccate, il che è coerente con patologie riscontrate in esemplari risalenti all'età del bronzo. I rapporti continuarono quindi dall'anno 810 in poi, descrivendo ancora una volta coccodrilli che attaccavano e uccidevano esseri umani e bestiame nel fiume Ting. Nell'819, il poeta e politico Han Yu, dal quale Hanyusuchus prende il nome, chiese ai coccodrilli di lasciare le acque del delta del fiume Han e Bad Creek (dal nome dei ripetuti attacchi dei coccodrilli). Si dice che abbia sacrificato loro un maiale e una capra, prima di chiedergli di andarsene, minacciandoli poi di ucciderli con frecce avvelenate se non avessero obbedito. I rapporti dell'849 descrivono in modo più dettagliato la vita dei coccodrilli nativi, raccontando anche il loro presunto comportamento di caccia. Un'altra storia dell'epoca racconta di Li Deyu, allora governatore di Chaozhou, che perse libri e disegni preziosi per colpa dei coccodrilli che attaccavano la sua barca. Documenti risalenti alla Dinastia Tang e Song annotano i nomi dati ai coccodrilli della Cina meridionale, riferendosi a loro come Hulei (忽雷) o Gulei (骨雷) e eyu (鱷魚) o zha (鮓) al sud. Queste storie conservano anche parte della mitologia che li circondava, raccontando di coccodrilli che si trasformavano in tigri in autunno. Le seguenti storie riportano di frequenti attacchi a umani, barche, bovini e cervi; e raccontano di diversi specchi d'acqua, tutti chiamati per la loro abbondanza di coccodrilli. Queste storie sottolineano ancora una volta le grandi dimensioni degli animali, differenziandoli dal più piccolo alligatore cinese. Uno degli attacchi più dettagliati agli esseri umani è stato documentato nel 999, quando un bambino di dieci anni di nome Zhang fu ucciso. In risposta, i soldati furono inviati nell'area da Chen Yaozuo, dove catturarono i coccodrilli con reti ricavate da corde di equiseto e li uccisero pubblicamente dopo aver annunciato i loro crimini. Circa 400 anni dopo, Xia Yuanji ordinò la morte dei coccodrilli nell'Hanjiang, facendo spargere dell'ossido di calcio nelle acque. Rapporti del 1461 raccontano di una "grotta dei coccodrilli" a est di Hengzhou, e l'ultimo rapporto storico che Iijima e colleghi associano a Hanyusuchus risale al 1630, quando vino e animali furono sacrificati ai coccodrilli dell'isola di Hainan.[1]

Prove dell'ostilità tra umani e coccodrilli non sono presenti solo nella letteratura. Uno dei paratipi di Hanyusuchus, XM 12–1557, presenta diciassette segni di tagli, la maggior parte dei quali si trovano sul cranio e uno sul condilo occipitale. I tagli verticali si dimostrano stretti ma profondi e ad alcune patologie con diverso orientamento potrebbero corrispondere ad attacchi di altre persone o un semplice cambio di posizione. Un altro paratipo, SM E1623, mostra un segno di taglio prominente che indica che la quarta vertebra cervicale fosse stata divisa in due da un'arma affilata in un solo colpo (tuttavia si ritiene probabile che abbia comunque preso diversi colpi ai tessuti molli prima di raggiungere l'osso). I tagli alla testa sono stati interpretati come chiari segni di un attacco umano alla testa del coccodrillo con l'intenzione di ucciderlo, mentre le ferite alla parte posteriore della testa (condilo occipitale e vertebre cervicali) indicano una decapitazione post mortem, in linea con i rapporti storici che descrivono l'usanza di essiccare le teste di coccodrillo. L'esatto orientamento dei tagli inflitti al collo mostra inoltre che sono stati eseguiti con precisione, mirando a uno spazio vuoto tra l'armatura postoccipitale e quella nucale. L'età di questi esemplari corrisponde all'età del bronzo cinese (Dinastia Shang e Zhou, dal XIV al X secolo a.C.), rendendo le asce di bronzo una probabile arma usata negli attacchi. L'estinzione di Hanyusuchus fu probabilmente una combinazione della continua distruzione dell'habitat da parte degli agricoltori locali in combinazione con uccisioni mirate sostenute dal governo dell'epoca. Successivamente, i coccodrilli, precedentemente originari di molti dei sistemi fluviali che alimentavano l'oceano, furono gradualmente spinti in habitat sempre più piccoli fino alla loro eventuale estinzione. Il cambiamento climatico, sebbene tenga conto della scomparsa di gran parte della megafauna asiatica, non è considerato un aspetto importante di questi eventi data la sopravvivenza di Hanyusuchus in tempi storici.[1]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione artistica di Hanyusuchus sinensis

Sebbene assomigli superficialmente alle tomistomine più tradizionali, l'eccellente conservazione di Hanyusuchus ha permesso ai ricercatori di identificare una serie di tratti associati a membri più derivati di Gavialidae. Questo mosaico di caratteristiche suggerisce che Hanyusuchus, insieme ad altri generi strettamente imparentati, forma una sorta di forma di transizione dagli "tomistomine" basali ai gavialinae più derivati.[1]

Crocodyloidea

Gavialoidea

Maroccosuchus zennaroi

Megadontosuchus arduini

Dollosuchoides densmorei

Xaymacachampsa kugleri

Kentisuchus astrei

Kentisuchus spenceri

Gavialidae

Tomistoma cairense

Tomistoma coppensi

Maomingosuchus petrolica

Tomistominae

Tomistoma schlegelii - Falso gaviale

Tomistoma lusitanica

Gavialosuchus eggenburgensis

Melitosaurus champsoides

Tomistoma calaritanum

Tomistoma gaudense

Thecachampsa carolinensis

Thecachampsa antiqua

Gavialinae

Paratomistoma courti

Penghusuchus pani

Toyotamaphimeia machikanensis

Hanyusuchus sinensis

Eosuchus lerichei

Eosuchus minor

Ocepesuchus eoafricanus

Eothoracosaurus mississippiensis

Thoracosaurus macrorhynchus

Thoracosaurus neocesariensis

Aktiogavialis puertoricensis

Eogavialis africanum

Argochampsa krebsi

Piscogavialis jugaliperforatus

Ikanogavialis gameroi

Siquisiquesuchus venezuelensis

Dadagavialis gunai

Gryposuchus neogaeus

Gryposuchus croizati

Aktiogavialis caribesi

Gryposuchus pachakamue

Gryposuchus colombianus

Rhamphosuchus crassidens

† Gavialide di Myanmar

Gavialis lewisi

Gavialis bengawanicus

Gavialis gangeticus - Gaviale del Gange

Gavialis di Siwalik

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Iijima M, Qiao Y, Lin W, Peng Y, Yoneda M, Liu J, An intermediate crocodylian linking two extant gharials from the Bronze Age of China and its human-induced extinction, in Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, vol. 289, n. 1970, 2022, pp. Article ID 20220085, DOI:10.1098/rspb.2022.0085.
  2. ^ a b Michael Marshall, A 6-metre-long crocodile relative lived in China during the Bronze Age, su New Scientist, 9 marzo 2022. URL consultato il 9 marzo 2022.

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