Guerriglia metropolitana per il comunismo

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Guerriglia metropolitana per il comunismo è stata un'organizzazione comunista armata fondata dagli esponenti fuoriusciti dalle Brigate Rosse e dal Partito della guerriglia di Giovanni Senzani, dopo il suo arresto.

Tesi economiche e politiche[modifica | modifica wikitesto]

La tesi del gruppo armato era che le Brigate rosse che si rifacevano alla Colonna Walter Alasia e quelle del Partito comunista combattente avessero fallito poiché che tentavano di fare la rivoluzione comunista solo con l'appoggio della classe operaia, trascurando anche altri potenziali rivoluzionari quali detenuti proletari, con gli ultimi superstiti dell'Autonomia operaia e delle formazioni guerrigliere straniere quali Ira, Eta e Abu Nidal. Infatti le Brigate Rosse con a capo Mario Moretti avevano fatto azioni contro lo Stato senza riuscire a coinvolgere però le masse proletarie che intendevano aiutare, le quali, dopo l'omicidio del sindacalista Guido Rossa, rifiutavano la logica della lotta armata contro lo Stato italiano, cercando però di avere grandi rapporti di solidarietà politica con altri gruppi armati stranieri, eccetto la Raf tedesca. La tesi di Giovanni Senzani era che la rivoluzione andava fatta con tutte le forze che erano contrarie al capitalismo, fossero anche delinquenti o guerriglieri dei paesi del Terzo mondo.

La prima uscita di questo gruppo avvenne durante una rapina, fatta ai danni di un furgoncino delle Poste italiane, che trasportava 2 miliardi, nello scontro a fuoco che ne seguì si risolse nella cosiddetta strage di via Prati di Papa a Roma, il 14 febbraio 1987, durante la quale furono uccisi i due agenti Rolando Lanari e Giuseppe Scravaglieri. Dopo la strage, fu scelto un obbiettivo che fosse un militare ma anche un produttore e venditore d'armi. Dopo alcuni appostamenti e pedinamenti venne scelto il generale Licio Giorgieri, il quale venne ucciso a colpi di mitra sotto casa sua il 20 marzo 1987. Esattamente un anno dopo, il 16 aprile 1988 decisero di uccidere a Forlì il senatore democristiano Roberto Ruffilli.

La fine del gruppo[modifica | modifica wikitesto]

Dopo questi 3 omicidi, in seguito ad una massiccia operazione fatta dalla polizia, il gruppo venne smantellato nel 1990 e vennero scoperti covi a Milano e a Bologna.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]