Guerra dei fratelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando la guerra di successione nell'Ungheria medievale, vedi Guerra dei fratelli (Ungheria).
Guerra dei fratelli
Moneta raffigurante Antioco Ierace, sovrano ribelle
Data239 - 236 a.C.
LuogoImpero seleucide
EsitoVittoria di Antioco Ierace
Modifiche territorialiCreazione di un regno indipendente in Asia Minore
Schieramenti
Comandanti
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La guerra dei fratelli fu una guerra civile avvenuta tra il 239 e il 236 a.C. all'interno dell'impero seleucide, che si combatté tra i fratelli Seleuco II Callinico e Antioco Ierace, figli di Antioco II Teo. La guerra si concluse con la creazione di uno stato indipendente in Asia Minore controllato dal ribelle Antioco.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Terza guerra siriaca.

Durante la terza guerra siriaca (246-241 a.C.) il re egizio Tolomeo III conquistò buona parte dell'impero seleucide di Seleuco II; tuttavia, appena tornò in Egitto, il re siriano riuscì a riconquistare la maggior parte dei territori persi, lasciando all'Egitto solamente delle colonie costiere.[1] Durante la guerra Antioco, fratello di Seleuco II, ricevette l'amministrazione dell'Asia Minore a ovest del Tauro come ricompensa del suo aiuto al fratello.[2]

Svolgimento[modifica | modifica wikitesto]

Antioco, però, forte della sua nuova nomina e della cattiva politica militare del fratello, si autoproclamò re a Sardi, appoggiato dalla madre Laodice I e dal generale Alessandro, loro zio (239 a.C.);[3] per questo si meritò il soprannome di Ierace (Ἱέραξ, Iérax, "falco").[4] Seleuco, allora, avanzò con le sue truppe e arrivò in Lidia, dove sconfisse l'esercito del fratello.[5] Tuttavia Antioco, essendosi alleato con il re del Ponto Mitridate II e con delle tribù di Galati, si scontrò nuovamente con Seleuco e lo sconfisse pesantemente nella battaglia di Ancyra (236 a.C.).[6] Seleuco fuggì quindi nella Cilicia orientale, perdendo così l'Asia Minore.[7]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Antioco diventò quindi re, ma dovette affrontare le truppe galate che erano state sue alleate nella guerra, pagandole affinché non lo attaccassero;[8] sposò poi una principessa della Bitinia, figlia di re Ziaelas, assicurandosi alleati per la stabilità del suo dominio.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giustino, XXVII, 1-2.
  2. ^ Giustino, XXVII, 2.6; Chrubasik 2016, p. 72.
  3. ^ FGrH 260 F32. 8; Plutarco, Moralia, 489a; Chrubasik 2016, pp. 72-73.
  4. ^ Giustino, XXVII, 2.7-8, 10.
  5. ^ FGrH 260 F32. 8; Chrubasik 2016, p. 74.
  6. ^ FGrH 260 F32. 8; Giustino, XXVII, 2.11; Giustino, Prologi, XXVII; Chrubasik 2016, p. 74.
  7. ^ Chrubasik 2016, p. 75.
  8. ^ Giustino, XXVII, 2.11-12; Chrubasik 2016, pp. 75-76.
  9. ^ Chrubasik 2016, p. 76.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne