Gregorio Sella

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Gregorio Sella

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaIV, V, VII
CollegioBioglio (V-VI)
Sito istituzionale

Dati generali
Professioneindustriale

Gregorio Sella (Mosso Santa Maria, 7 febbraio 1815Torino, 23 marzo 1862) è stato un politico italiano, che fu deputato durante la IV, V e VII legislatura del Regno di Sardegna.[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Mosso il 7 febbraio 1815, figlio di Giovanni Giacomo.[2] Dal 1832 diresse il reparto di tintoria dell’azienda paterna, la “Lanificio Giovanni Giacomo Sella”, di cui nel 1837 diviene coproprietario con il fratello assumendo la denominazione sociale “Fratelli Sella”.[2] La ditta, tra le maggiori industrie della provincia di Biella, sotto la sua direzione conobbe un ulteriore periodo di grande sviluppo.[2] Egli si dedicò allo studio della chimica, dell'arte tintorica, dell'economia politica, sociologia e dell'agronomia, e numerosi furono i suoi scritti in materia.[3] Fu attivo anche dal punto di vista sociale e politico, e dal 1838 divenne consigliere, e poi vicepresidente, della Società per l’avanzamento delle Arti, Mestieri e dell'Agricoltura di Biella e provincia.[4] Fu membro della giunta provinciale biellese di statistica (1839-1843) e poi della Commissione superiore di statistica del Regno di Sardegna.[5]

Venne eletto deputato alla Camera per il collegio di Bioglio nel 1849 e nel 1853, ma si dimise nel gennaio 1854, sostituito nella carica da Luigi Fecia di Cossato, per poi essere rieletto nel 1860.[5] Da parlamentare portò avanti le sue idee contro la politica economica del liberismo, sostenendo le sue tesi con i suoi discorsi alla Camera e fu autore Del libero scambio e del sistema protettore (1848).[5] Dal 1852 alla sua morte fu sindaco di Crocemosso, e promosse vari miglioramenti nelle comunicazioni stradali e ferroviarie della sua provincia.[5] Nel 1856 fu tra i fondatori di una Compagnia italo-franco-britannica per l'introduzione nella Penisola italiana di macchine e strumenti per l’ammodernamento dell'agricoltura, cosa che venne apprezzata dal Conte di Cavour.[3] Si spense a Torino il 23 marzo 1862.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Camera.it.
  2. ^ a b c Fondazione Sella.
  3. ^ a b Castronovo 2005, p.7.
  4. ^ Calendario generale pe' regii stati, 1842, p. 543. URL consultato il 12 marzo 2021.
  5. ^ a b c d Camillo Cavour.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Camillo Benso Conte di Cavour, Opere politico-economiche del conte Camillo Benso di Cavour, Volume 2, Napoli, Presso Angelo Mirelli, 1860.
  • Chiara Pizzarelli, Quintino Sella e la matematica, Torino, Università degli Studi di Torino, 2016.
  • Telesforo Sarti, Gregorio Sella, in Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici, Terni, Tipografia Editrice dell'Industria, 1896, pp. 867.
Periodici

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]