Gran Premio di Modena 1960

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Bandiera dell'Italia Gran Premio di Modena
Data 2 ottobre 1960
Nome ufficiale VI Gran Premio di Modena
Luogo Aerautodromo di Modena
Percorso 2.366 km
100 giri
Clima sole e caldo
Risultati
Formula 2
Distanza 100 giri, totale 236.6 km
Pole position Giro più veloce
Bandiera della Svezia Jo Bonnier Bandiera della Svezia Jo Bonnier
Porsche in 59.2s Maserati in 59.0s
Podio
1. Bandiera della Svezia Jo Bonnier
Porsche
2. Bandiera degli Stati Uniti Richie Ginther
Ferrari
3. Bandiera della Germania Ovest Wolfgang von Trips
Ferrari

Il VI Gran Premio di Modena si svolse il 2 ottobre 1960 all'Aerautodromo di Modena.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Taffy von Trips su Ferrari 246 P

Il circuito pianeggiante di 2,366 km era stato recentemente riasfaltato e sistemato, mentre la curva prima del rettilineo dei box fu leggermente modificata per impedire alle auto di derapare verso il bordo esterno della pista e dirigersi verso l'area dei box.[1]

Nel 1960 le autovetture di Formula 1 avevano una cilindrata da 2.5 litri, mentre le auto di Formula 2 erano da 1.5 litri; nelle regole della successiva stagione 1961 di Formula 1 invece fu deciso di ammettere solo auto da 1.5 litri: di conseguenza, le ex vetture di Formula 2 sarebbero divenute idonee per le gare di Formula 1 nel 1961. Per tale motivo, il VI Gran Premio di Modena, disputato subito dopo il Gran Premio d'Italia 1960, pur essendo ufficialmente riservato alla F2, divenne importante per testare i prototipi delle future vetture F1 per la stagione successiva.

La Scuderia Ferrari presentò per von Trips la Ferrari 246 P, dove la "P" deve intendersi come (motore) "posteriore", mentre Ginther guidò una F2 tradizionale con motore anteriore.

La Porsche si presentò a Modena con tre vetture affidate a Bonnier, Barth e Herrmann per ottenere la rivincita dopo la sconfitta al Gran Premio di Solitude a luglio.[1]

La Scuderia Castellotti iscrisse una vettura De Tomaso F2 basata su telaio Isis[2], che fondamentalmente era un telaio Cooper, ma con una sospensione anteriore contenente ammortizzatori a quadrilatero e una barra di torsione. Stranamente, l'auto era dotata di freni a tamburo sulle ruote anteriori e freni a disco sulle posteriori; un cambio a 4 marce era abbinato a un motore posteriore Alfa Romeo Giulietta che sostituiva il motore OSCA con cui l'auto era stata presentata all'inizio della stagione al Gran Premio di Bruxelles 1960. Virgilio Conrero mise a punto il motore della Giulietta allargando l'alesaggio a 79 mm, il che comportò un aumento della cilindrata a 1470 cc. Il motore erogava 143 CV a 6800 giri/min e 155 Nm di coppia a 5500 giri/min. Il pilota Roberto Bussinello non riuscì a qualificarsi con la De Tomaso-Alfa Romeo a causa di un incidente durante le prove libere. L'auto fu riparata in seguito, ma venne di nuovo alimentata da un motore OSCA.

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

In base al regolamento di gara, si sarebbero qualificati i 12 piloti con i migliori tempi alle prove ufficiali del sabato.

La prima fila fu conquistata da Bonnier, Moss e von Trips, tutti e tre con tempi inferiori al minuto, anche grazie all'asfalto nuovo della pista.

Pos. # Pilota Squadra Autovettura Tempo Ritardo
1 12 Bandiera della Svezia Jo Bonnier Porsche Porsche 718/2 0:59.2 -
2 16 Bandiera del Regno Unito Stirling Moss Reg Parnell Lotus 18 0:59.3 +0.1
3 24 Bandiera della Germania Ovest Wolfgang von Trips Scuderia Ferrari Ferrari Dino 246 P 0:59.4 +0.2
4 28 Bandiera della Germania Ovest Hans Herrmann Porsche Porsche 718/2
5 10 Bandiera della Germania Ovest Edgar Barth Porsche Porsche 718/2
6 26 Bandiera degli Stati Uniti Richie Ginther Scuderia Ferrari Ferrari Dino 156
7 4 Bandiera del Regno Unito Ian Burgess Scuderia Centro Sud Lotus 18
8 20 Bandiera del Regno Unito John Campbell-Jones DRW Engineering Cooper T45
9 2 Bandiera della Francia Maurice Trintignant Scuderia Centro Sud Cooper T45
10 22 Bandiera del Regno Unito Tony Marsh auto privata Lotus 18
11 6 Bandiera dell'Italia Giorgio Scarlatti Scuderia Centro Sud Cooper T51
12 8 Bandiera del Portogallo Mário de Araújo Cabral Scuderia Centro Sud Cooper T51
DNQ 30 Bandiera dell'Italia Roberto Bussinello Scuderia Castellotti De Tomaso F2 incidente
DNQ 14 Bandiera del Regno Unito Tim Parnell Reg Parnell Cooper T45 motore
DNQ 18 Bandiera della Germania Ovest Wolfgang Seidel Scuderia Colonia Cooper T45 motore
DNQ 32 Bandiera della Svizzera Wal Ever Scuderia Colonia Cooper T43 ?
Bandiera dell'ItaliaBandiera del Belgio Lucien Bianchi Equipe Nationale Belge Cooper T51 (ritirato?)
Bandiera del Regno Unito Innes Ireland Team Lotus Lotus 18 (ritirato?)
Bandiera del Belgio Olivier Gendebien Equipe Nationale Belge Cooper T51 (ritirato?)

Gara[modifica | modifica wikitesto]

La Ferrari di von Trips alla partenza
Bonnier seguito da Ginther e von Trips

Il via alla gara fu dato alle 15. La Porsche di Bonnier ha impostato il ritmo, ma senza riuscire a scrollarsi di dosso le Ferrari, né Moss con la Lotus, mentre per i primi giri Burgess andò bene con la Lotus-Maserati. Al 20º giro le due Ferrari andarono in testa, scatenando il tifo dei 20.000 spettatori. Moss stabilì un giro veloce di 59,4 secondi, superando Bonnier al terzo posto; tuttavia questo sforzo gli fece perdere un cilindro al suo motore Climax, costringendolo a fermarsi al box per far cambiare una candela, ma inutilmente perché la rottura dell'ingranaggio della valvola gli impedì di ripartire. Nel frattempo, mentre il duello Ferrari-Porche proseguiva senza sosta, von Trips andò in testa, mentre poco dopo Ginther migliorò il record della pista a 59,2 secondi. Poco prima di metà gara, la Porsche riuscì a superare la Ferrari di Ginther, mentre ormai le altre vetture erano già doppiate di almeno un giro. Tra il 50º e il 61º giro von Trips e Bonnier si superarono a vicenda per quattro volte, aumentando sempre più la velocità media della gara. Al 70º giro Bonnier era di nuovo in testa, ma venne risuperato al 77º giro da von Trips, che al 79º giro fece fermare il cronometro sul giro a soli 59,0 secondi netti. All'89º giro Bonnier ritornò in testa eguagliando il record della pista, mentre al 90º giro von Trips iniziò a perdere i freni, essendosi rotta una conduttura del freno posteriore che gli faceva perdere il liquido. Negli ultimi giri von Trips dovette così rallentare, fin quando al 98º giro non fu superato da Ginther.[1]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Pos. # Pilota Squadra Autovettura Giri Tempo/Ritiro Griglia
1 12 Bandiera della Svezia Jo Bonnier Porsche Porsche 718/2 100 1:40'45.0" 1
2 26 Bandiera degli Stati Uniti Richie Ginther Scuderia Ferrari Ferrari Dino 156 100 1:40'55.2"
1:41'00.0"?
6
3 24 Bandiera della Germania Ovest Wolfgang von Trips Scuderia Ferrari Ferrari Dino 246P 100 1:41'09.4"
1:41'15.0"?
3
4 28 Bandiera della Germania Ovest Hans Herrmann Porsche Porsche 718/2 99 +1 giro 4
5 10 Bandiera della Germania Ovest Edgar Barth Porsche Porsche 718/2 98 +2 giri 5
6 2 Bandiera della Francia Maurice Trintignant Scuderia Centro Sud Cooper T45 96 +4 giri 9
7 22 Bandiera del Regno Unito Tony Marsh auto privata Lotus 18 94 +6 giri 10
8 8 Bandiera del Portogallo Mário de Araújo Cabral Scuderia Centro Sud Cooper T51 90 +10 giri 12
Rit. 6 Bandiera dell'Italia Giorgio Scarlatti Scuderia Centro Sud Cooper T51 ? ? 11
Rit. 4 Bandiera del Regno Unito Ian Burgess Scuderia Centro Sud Lotus 18 29 motore 7
Rit. 16 Bandiera del Regno Unito Stirling Moss Reg Parnell Lotus 18 21 ingranaggio della valvola 2
Rit. 20 Bandiera del Regno Unito John Campbell-Jones DRW Engineering Cooper T45 ? ? 8

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Denis Jenkinson, Three Formula 2 races: Modena Airfield, Italy, in Motor Sport, n. 11, novembre 1960, p. 26. URL consultato il 4 giugno 2022 (archiviato il 16 giugno 2021).
  2. ^ Numero di telaio F2-001

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