Gran Cancelliere dello Stato di Milano

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Il Gran Cancelliere dello Stato di Milano era la figura più importante dopo il Governatore nell'ambito degli organi della pubblica amministrazione in età spagnola. Vertice del potere esecutivo e capo del Consiglio Segreto, era inoltre dotato di potere di veto verso tutte le altre cariche dello Stato.[1][2]

Carica[modifica | modifica wikitesto]

Nomina[modifica | modifica wikitesto]

Chi veniva nominato a tale carica doveva anzitutto godere della fiducia assoluta del Governo centrale di Madrid, e appartenere ai membri della nobiltà sia spagnola sia (più raramente) lombarda. Soltanto il Re, o su sua delega il Governo di Madrid, poteva rimuovere o nominare il Gran Cancelliere.[1] La sua carica aveva durata vitalizia, inoltre era per diritto senatore a vita, anche in caso di dimissioni dal Cancellierato.[3]

Funzioni[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Durante il periodo asburgico e l’inizio del periodo spagnolo, i compiti del Gran Cancelliere legati al controllo dell'amministrazione e della giustizia, con delega a dirimere conflitti di potere tra i vari organi di stato e a vigilare sul corretto funzionamento delle istituzioni. Il Cancelliere era anche un diplomatico, e in particolare un ambasciatore.[3] Nel corso del tempo (nella seconda metà del XVI secolo), la figura del Gran Cancelliere aumentò considerevolmente d'importanza, anche per bilanciare l'eccessivo potere del Governatore, e assunse queste prerogative:

  • Vertice del potere esecutivo, in quanto presidente del Consiglio Segreto (organo che fungeva da Governo del ducato).[3]
  • Vicario del Governatore. Qualora la vacanza del Governatore fosse prolungata, per esempio a causa di una guerra o di un insediamento particolarmente lungo, o in caso di rimozione o sospensione del Governatore, il Cancelliere poteva assumere il ruolo di Governatore ad interim o Reggente (ruolo che in alcuni casi poteva essere confermato), riunendo così ampi poteri nelle proprie mani. In alternativa, soprattutto per tempo brevi, il Cancelliere poteva governare come Presidente della Giunta Interina, un organo collegiale costituito dai membri di spicco della politica del ducato.[2][3]

Vice Governatore[modifica | modifica wikitesto]

Anche in caso di sostituzione temporanea del Governatore, il Gran Cancelliere godeva di tutti i suoi poteri (comprese la possibilità di nominare cariche e la grazia), ed emanava le ordinanze che approvava con il consueto formalismo (Ex Ordine Suæ Excellentiæ, apponendo come sempre il proprio imprimatur - in genere con la formula vidit).[4][5] Il ruolo di vicario rivestiva una particolare importanza quando il Governatore de iure era impegnato in campagne militari o in guerra (circostanza non rara all’epoca): per esempio, all’epoca della peste di Milano, Don Gonzalo Fernández e Ambrogio Spinola lasciarono temporaneamente il proprio incarico e i poteri al Cancelliere Don Antonio Ferrer per coadiuvare la guerra di successione di Mantova e del Monferrato.[3][6]

Poteri[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ad essere il vertice del potere esecutivo, il Cancelliere rivestiva un ruolo di rilievo anche nel potere legislativo, grazie alla possibilità di firmare ed emanare editti, leggi e gride, anche a nome del Senato e del Governatore se necessario. Svolgeva inoltre un ruolo nell’ambito del potere giudiziario, in quanto membro del Senato e presidente del Consiglio Segreto, e grazie alla possibilità di ratificare condanne o provvedimenti con il proprio imprimatur. Lo staff del Cancelliere era noto come Cancelleria Segreta, e di norma fungeva da massimo organo di consulto e coordinamento per il Governatore.[7] Nel complesso, molti aspetti di questa carica potevano essere assimilati a quelli di un Primo Ministro.[1][3][8]

Potere di veto[modifica | modifica wikitesto]

Per bilanciare il grande potere del Governatore, in epoca spagnola il Gran Cancelliere possedeva potere di veto incontestabile nei confronti delle altre cariche, in particolare Consiglio Segreto, Senato e Governatore: ogni loro legge, editto o provvedimento doveva necessariamente essere ratificato dal Cancelliere, che apponeva il proprio consenso come vidit (talora abbreviato v.t) o con la formula nihil obstat quominus imprimatur.[2][5][8] In assenza dell’imprimatur e del sigillo del Cancelliere, ogni ordinanza o legge perdeva valore legale e non poteva essere ascritta dalla Cancelleria di Stato o entrare in atto. Perfino le spese pubbliche più rilevanti, nonché alcuni ordini militari, provvedimenti giuridici e nomine politiche dovevano ricevere la ratifica del Cancelliere, che non era tenuto a giustificare la ragione della propria scelta. Nemmeno il Governatore poteva contestare il veto del Cancelliere.[6][9][10]

Nel periodo asburgico[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal XVII secolo, le funzioni di questa carica rimasero inalterate durante tutto il periodo spagnolo. Tuttavia, sotto gli Asburgo d'Austria la figura del Gran Cancelliere fu fortemente indebolita e poi “smembrata” tra due nuove cariche: il Ministro plenipotenziario, cui andò il potere esecutivo e la competenza diplomatica, e il Consultore di governo, principale consigliere giuridico-politico del Governatore, nonché Vice Governatore e Presidente della Giunta Interinale. Diversi poteri in ambito legislativo e giuridico, nonché il potere di veto, non furono invece confermati.[3]

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

Come il Governatore, il Gran Cancelliere era un funzionario esclusivamente civile, pur potendo comandare l’esercito in determinate circostanze attraverso il potere esecutivo. Sempre come il Governatore, percepiva una retribuzione di 24.000 ducati annui e riceveva il trattamento di Don e Sua Eccellenza (S.E.). Le ordinanze e gli editti emessi da Governatore e Cancelliere erano caratterizzati dal formalismo Ex Ordine Suæ Excellentiæ (raramente abbreviato in E.O.S.E.), cui si aggiungevano il sigillo e l’imprimatur esclusivi del Cancelliere.[2][6]

Il Cancelliere non era subordinato o dipendente dall’autorità del Governatore, di cui peraltro doveva ratificare le azioni, e poteva agire in completa autonomia.[6][10]

Gran Cancelliere Vicario[modifica | modifica wikitesto]

Dal XVI al XVII secolo, la Cancelleria Segreta ebbe a capo il Cancelliere Vicario (dapprima Luogotenente Gran Cancelliere, poi Vice Cancelliere): questa figura aveva il compito di assistere e consigliare il Gran Cancelliere, e di sostituirlo (solo temporaneamente) in caso di assenza o impedimento. I candidati a questa carica dovevano appartenere all’aristocrazia spagnola o lombarda, ed erano di frequente politici o giuristi. Mentre i Gran Cancellieri erano designati dal Re in persona, i Cancellieri Vicari erano nominati dal Governatore, ma perché la loro nomina avesse valore legale il Governatore doveva prima notificare il Re, quindi era necessaria la ratifica del Senato, tramite maggioranza assoluta; lo stesso iter valeva per un’eventuale rimozione. Pur essendo la terza carica del ducato per importanza, non era subordinato all’autorità del Governatore e poteva agire in autonomia.[2][10][11]

Il Vice Cancelliere rimaneva in carica generalmente per cinque anni, ed era membro, oltre che della Cancelleria, anche del Consiglio Segreto, della Giunta Interinale e del Senato. Non di rado, ad incarico terminato, gli veniva concessa l'onorificenza di senatore a vita. Il Vice Cancelliere era anche uno dei più importanti e fidati consiglieri giuridico-politici del Governatore, insieme al Segretario Generale del Consiglio Segreto, e come questo non era direttamente subordinato all’autorità del Governatore, né a quella del Cancelliere. Quando sostituiva il Gran Cancelliere, il Cancelliere Vicario tendeva ad occuparsi principalmente dell'amministrazione ordinaria e “basilare”: non poteva infatti assumere l’incarico di Governatore ad interim o Reggente, né emanare leggi di propria volontà o esercitare il potere di veto proprio del Cancelliere. Questa pratica, comunque, è stata soggetta a variazioni nel corso del tempo, e in alcuni casi i Vice Cancellieri agivano in effetti da Gran Cancellieri (o perfino Governatori) ad interim, assumendone tutte le funzioni.[1][2][4]

Gran Cancellieri di Milano[modifica | modifica wikitesto]

Immagine Nome
nome italianizzato[12]
Nomina Termine Note
Pierre de Sacierges, vescovo di Luçon
(?-?)
1499 1507
Gian Fermo Trivulzio
(?-?)
1508 1515 Senatore
Antonio dal Prato
(?-?)
1515 1522
Girolamo Morone, conte
(?-?)
1522 1525 Già Luogotenente Generale e Gran Capitano. Rinchiuso dal Senato nel castello di Trezzo per presunta alleanza coi francesi nel 1525
Marino Ascanio Caracciolo, cardinale
(1468-1538)
1522 1527 Già Vescovo di Catania, poi Governatore
Girolamo Morone, conte
(?-?)
1527 1534 Assolto e riammesso al proprio incarico
Francesco Taverna, conte di Landriano
(1488-1560)
1534 1560
Juan Barahona[13]
(?-?)
Giovanni de Varahona
1560 1565
Andrés Ponce de León y de las Infantas[14], signore di Sumaria e Mazalquivir
(?-?)
Andrea Ponce de Leon
1565 1572 Già Cancelliere Vicario, Cancelliere di Granada, membro del Supremo Consiglio d'Italia e del Consiglio di Stato e Castiglia

Governatore ad interim (aprile - novembre 1573)[15]

Juan Vicente López de Montenegro, signore di Sobrano e Trabanca
(?-?)
Vincenzo Lopez de Montenegro
1572 1579 Già Cancelliere Vicario, Cancelliere di Granada, membro del Consiglio di Stato e Castiglia e senatore

Governatore pro tempore (aprile - 10 luglio 1580)[16]

Danese Filiodoni
(?-?)
1579 1592 Già Presidente del Senato
Diego Salazar[17], conte di Romanengo
(1540-1627)
1592 1619 Già Reggente e poi Presidente del Supremo Consiglio d’Italia, nonché Cancelliere Vicario e senatore

Governatore ad interim (gennaio - aprile 1600) e pro tempore (22 luglio - 2 ottobre 1610), lasciò in largo anticipo l’incarico per essere nominato Reggente del Consiglio di Stato e Castiglia[11][18][19]

Juan Rodríguez de Salamanca[20], conte
(1540-1627)
Giovanni de Salamanca
febbraio 1592 maggio 1592 Non riconosciuto da vari annali e pro tempore. Già Presidente del Magistrato Straordinario e senatore

Il Governatore, Carlo d'Aragona Tagliavia, tentò di usare la propria influenza per ottenere il suo insediamento, nonostante Don Diego Salazar fosse già stato designato dal Re in persona. Fu rimosso dall’incarico per autoritarismo e abuso di potere, mentre Don Giovanni divenne membro del Supremo Consiglio d'Italia l’anno seguente[10][21]

Antonio Ferrer, conte di Saint Feliu
(1564-1634)
1619 1634 Già Reggente del Supremo Consiglio d’Italia, Cancelliere di Aragona e senatore

Governatore ad interim (2 marzo 1628 - settembre 1629 e di nuovo febbraio 1630 - novembre 1631, inizialmente pro tempore e de facto come Governatore Reggente, poi ad interim da settembre 1630)[22][23][24]

Giovanni Battista Trotti
(1569-1640)
1634 1634 Ad interim
Antonio Ronquillo Briceño[25]
(?-?)
Antonio Briceno Ronquillo
1634 1648
Jerónimo de Quijada de Solórzano y Dueñas[26]
(?-?)
Girolamo de Quixada
1648 1652
Diego Zapata de Mendoza y Sidonia[27], marchese
(1613-1674)
1652 1670
Rafael de Villosa
(?-?)
1670 1672
Antonio Juan de Centelles[28], marchese di Centelles
(1616-1681)
1672 1678
Vicente Calatayud y Toledo[29]
(?-?)
Vincenzo Calatain
1678 1682 Uditore del Tribunale della Sacra Rota
Francesco Moles, duca di Parete
(?-1713)
1682 1686 Già Cancelliere Vicario
Diego Íñiguez de Abarca[30], marchese di Sangüesa
(?-1695)
1686 1691 Già Presidente del Magistrato Straordinario

Nominato Governatore ad aprile 1691, rinunciò al posto per essere nominato Reggente del Supremo Consiglio d’Italia[31]

Giorgio Clerici, marchese di Cavenago
(1648-1736)
1691 1696
Vicente Pérez de Araciel y Rada[32]
(1657-1734)
1696 1698 Già Reggente del Supremo Consiglio d’Italia
Governatore pro tempore dello Stato di Milano (gennaio - aprile 1698)[33] con Pietro Giacomo Rubino
Secondo presidente del Real Consiglio degli Ordini Militari tra il 1713 ed il 1715
Miguel Francisco Guerra[34], canonico di Siviglia
(?-?)
1698 1702
Miguel del Olmo y de la Riba[35]
(?-?)
Michele dell'Olmo
1702 1706 Uditore del Tribunale della Sacra Rota
Juan de Herrera y Soba[36]
(?-?)
1706 1707
Pirro Visconti, marchese di Borgoratto
(?-?)
1707 1725
Marcos de Marañón y Lara, marchese
(?-?)
Marco de Maragnon y Lara
1725 1733
Giorgio Olivazzi, marchese di Spineto
(?-?)
1733 1737
Francesco Perlungo, conte
(?-?)
1737 1738
Carlo Pertusati, conte
(?-?)
1738 1744 Già Presidente del Senato
Beltrame Cristiani, conte
(?-?)
1744 1753

Governatore de facto dal 1753 al 1758 come ministro plenipotenziario

Ministri plenipotenziari di Milano[modifica | modifica wikitesto]

Consultori di Governo di Milano[modifica | modifica wikitesto]

Immagine Nome Mandato Note
Nomina Termine
Manuel Amor de Soria, conte
(?-?)
1759 1765 Governatore pro tempore nel 1759[24]
Paolo della Silva y Rido
(1691-1789)
1765 1771 Affiancato da:
Nicola Pecci (?-1775) e Luigi Cristiani (?-1775);
in seguito da:
Felice Albuzio (?-?), Alberto Litta (?-?), Johann Emanuel Joseph von Khevenhüller-Metsch (?-?)

Nella cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

Grazie ai Promessi Sposi è divenuto famoso Don Antonio Ferrer, Gran Cancelliere (1619-1634) e Governatore ad interim di Milano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Giangiacomo Teodoro Trivulzio, Gridario dell'eminentissimo e reverendissimo signore il signor Theodoro cardinale principe Trivulzio, Milano, Marco Antonio Pandolfo Malatesta, 1656.
  2. ^ a b c d e f Dissertazione sul decanato e autenticità de' privilegj del real Collegio de Milano, su books.google.it.
  3. ^ a b c d e f g Indro Montanelli: Storia d’Italia.
  4. ^ a b Storia di Milano: continuata fino al MDCCXCII da P. Custodi, Volume 2.
  5. ^ a b Franco Arese Lucini, Le supreme cariche del Ducato di Milano, in Archivio Storico Lombardo, 1970, pp. 59-156.
  6. ^ a b c d Pietro Verri, Storia di Milano, Presso gli editori, 1824. URL consultato il 31 marzo 2022.
  7. ^ Archivio di Stato Milano: la Milano Spagnola.
  8. ^ a b Gli Italiani prima dell’Italia: Saggio storico.
  9. ^ “Il” Fuggilozio: Giornale di amena letteratura contemporanea, Bornoni e Scotti, 1855. URL consultato il 31 marzo 2022.
  10. ^ a b c d Storia di Milano di S. Carlo Borromeo, Tomo Secondo.
  11. ^ a b Giovanni Pietro de' CRESCENZI ROMANI, Anfiteatro romano ... Parte prima, Gio. Battista,&Giulio Cesare fratelli Malatesta, 1648. URL consultato il 2 aprile 2022.
  12. ^ Litta Modignani, Bassi, Re, p. 89.
  13. ^ (ES) Manuel Rivero Rodríguez, Juan Barahona, in Dizionario biografico spagnolo.
  14. ^ (ES) Beatriz Alonso Acero e Manuel Rivero Rodríguez, Andrés Ponce de León y de las Infantas, in Dizionario biografico spagnolo.
  15. ^ Ayes, John J. Browne., Juan Ponce de Leon : his new and revised genealogy, ISBN 978-0-557-46653-5, OCLC 697276539. URL consultato il 29 marzo 2022.
  16. ^ Ortiz de Zúñiga, Diego., Anales eclesiásticos y seculares de la muy noble y muy leal ciudad de Sevilla, metrópoli de la Andalucia, Guadalquivir S.L. Ed, 1988, ISBN 84-86080-13-4, OCLC 315317560. URL consultato il 29 marzo 2022.
  17. ^ (ES) Manuel Rivero Rodríguez, Diego Salazar, in Dizionario biografico spagnolo.
  18. ^ Ambrosio Oppizzone, Informazione Per Modo Di Discorso Di Ambrosio Oppizzone Patricio Pavese A Gio. Angelo Oppizzone Svo Figlivolo, In materia delle Egualanze Terrere, Prouinciali & Generali, Che delli Alloggiamenti de Soldati, & spese di essi si fanno nello Stato di Milano. Con Dve Tavole ... Quello, che nella Quarta Impressione si è aggionto di più delle altresi legge nel fine della Seconda Tauola, Malatesta, 1643. URL consultato il 2 aprile 2022.
  19. ^ Il commercio dell’onore: un’indagine prosopografica della feudalità nel Milanese.
  20. ^ (ES) Javier Barrientos Grandon, Juan Rodríguez de Salamanca, in Dizionario biografico spagnolo.
  21. ^ Indicatore, ossia Raccolta periodica di scelti articoli ..., Giacinto Battaglia, 1831. URL consultato il 1º aprile 2022.
  22. ^ Pere Molas Ribalta, Noves notícies sobre Antoni Ferrer, gran canceller de Milà, in Estudis del Baix Empordà, 1998.
  23. ^ G.D. Oltrona Visconti, (Recensione di) Lluis Esteva i Cruanas, «Un Guixolenc il. lustre: Antoni Ferrer gran cancellar de Milà de 1619 a 1634», in Archivio Storico Lombardo, 1974, pp. 399-400.
  24. ^ a b Serie de' governatori di Milano dall'anno 1535 al 1776 con istoriche annotazioni compilata da Francesco Bellati socio delle accademie de' Fenicj di Milano, e degli Etruschi di Cortona, e regio ufficiale nella Cancelleria di governo della Lombardia austriaca: si aggiunge il catalogo dei gran cancellieri, e de' consultori del governo, Nella Regia ducal corte, per Giuseppe Richino Malatesta, stampatore regio camerale, 1776. URL consultato il 29 marzo 2022.
  25. ^ (ES) Isabel Mendoza García e Teresa Sánchez Rivilla, Antonio Ronquillo Briceño, in Dizionario biografico spagnolo.
  26. ^ (ES) Javier Barrientos Grandon, Jerónimo de Quijada de Solórzano y Dueñas, in Dizionario biografico spagnolo.
  27. ^ (ES) Javier Barrientos Grandon, Diego Zapata de Mendoza y Sidonia, in Dizionario biografico spagnolo.
  28. ^ (ES) Teresa Canet Aparisi, Antonio Juan de Centelles, in Dizionario biografico spagnolo.
  29. ^ (ES) Javier Barrientos Grandon, Vicente Calatayud y Toledo, in Dizionario biografico spagnolo.
  30. ^ (ES) María Dolores Martínez Arce, Diego Íñiguez Abarca, in Dizionario biografico spagnolo.
  31. ^ Giuseppe Benaglio, Relazione istorica del magistrato delle Ducali Entrate straordinarie nello stato di Milano, M. A. P. Malatesta, 1711. URL consultato il 1º aprile 2022.
  32. ^ (ES) Santiago Martínez Hernández, Vicente Pérez de Araciel y Rada, in Dizionario biografico spagnolo.
  33. ^ (ES) Fr Thomas MADALENA, Tierna y piadosa memoria en las Exequias del Illmo. Sr. D.Manuel Pérez de Araciel y Rada,Arzobispo de Zaragoza, por Pedro Carreras, 1727. URL consultato il 29 marzo 2022.
  34. ^ (ES) Carlos Javier de Carlos Morales, Miguel Francisco de Guerra, in Dizionario biografico spagnolo.
  35. ^ (ES) Javier Barrientos Grandon, Miguel del Olmo y de la Riba, in Dizionario biografico spagnolo.
  36. ^ (ES) Manuel Amador González Fuertes, Juan de Herrera Soba, in Dizionario biografico spagnolo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Arese, Le supreme cariche del Ducato di Milano. Da Francesco II Sforza a Filippo V, Società Storica Lombarda, 1970.
  • Claudio Donati, Il patriziato e le sue istituzioni, in Storia illustrata di Milano, vol. 4, Sellino, 1993.
  • Ugo Petronio, Il Senato di Milano. Istituzioni giuridiche ed esercizio del potere nel Ducato di Milano da Carlo V a Giuseppe II, Giuffrè, 1972.
  • Domenico Sella, Lo stato di Milano in età spagnola, UTET Libreria, 1987.
  • Gianvittorio Signorotto, Milano spagnola. Guerra, istituzioni, uomini di governo (1635-1660), Sansoni, 1996.
  • Alessandro Visconti, La pubblica amministrazione nello stato milanese durante il predominio straniero (1541-1796), Athenaeum, 1913.
  • Lorenzo Litta Modignani, Carlo Bassi e Antonio Re (a cura di), Milano e il suo territorio, tomo I, Luigi di Giacomo Pirola, 1844.
  • Stefano Meschini, Luigi XII duca di Milano. Gli uomini e le istituzioni del primo dominio francese (1499-1512), Franco Angeli, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]