Giuseppe Sacchini

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Giuseppe Sacchini
NascitaCremona, 2 febbraio 1778
MorteMoncalvo, 7 gennaio 1849
EtniaItaliana
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Bandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Forza armataGuardia reale dell'esercito italico
GradoGenerale comandante
GuerreGuerre napoleoniche
Prima guerra d'indipendenza italiana
CampagneCampagna di Russia
Campagna d'Italia (1813-1814)
Guerra austro-napoletana
BattaglieAusterlitz
Jena
Friedland
Ratisbona
Smolensk
Malojaroslawetz
Krasnoi,
Cinque giornate di Milano
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Giuseppe Sacchini (Cremona, 2 febbraio 1778Moncalvo, 7 gennaio 1849) è stato un generale italiano, eroe napoleonico, comandante generale delle milizie civiche cremonesi nel 1848.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Sacchini fu ufficiale di alto rango dell’armata napoleonica partecipando a numerose campagne militari in tutta Europa. Nel quadro delle guerre napoleoniche, partecipò fra l'altro alle battaglie di Austerlitz, Jena, Friedland e Ratisbona.[2] Nel 1812, durante la campagna di Russia, in qualità di capo battaglione alle dipendenze di Teodoro Lechi, della Guardia del Regno Italico, comandò l’assalto alla città di Smolensk marciando poi fino a Mosca. Per decisione di Napoleone sarà proprio la guardia,comandata da Giuseppe Sacchini, a sfilare per prima in parata a Mosca. Durante la tragica ritirata, fra l'ottobre e il novembre, guidò il suo battaglione nelle decisive battaglie di Malojaroslavec e di Krasnoi, che permisero alla Grande Armata di sfuggire all'accerchiamento.[3]

Rientrato in Italia dopo la ritirata di Russia, Sacchini riorganizzò nella città di Cremona il nuovo esercito che doveva battersi in Germania nel 1813.

Nel 1814, con il ritorno degli austriaci in Lombardia, rifiutò il grado di generale offertogli da Vienna, preferendo le confische e le persecuzioni e raggiunse il quartier generale di Gioacchino Murat, dove rimase fino al 1815. Fu nominato comandante militare dei Dipartimenti del Tronto e del Musone. Alla morte di Murat ritornò a Cremona dove per un trentennio visse modestamente rifiutando ogni altro incarico.[3][4]

Fu membro della carboneria secondo alcuni riferimenti di Domenico Spadoni in particolare nel testo " Una Trama e un Tentativo Rivoluzionario Dello Stato Romano Nel 1820-21 " che cita il Maggiore Sacchini come fortemente anticlericale.

Dopo aver comandato la Guardia Nazionale di Cremona durante l'insurrezione del 19 marzo 1848[5], contemporanea alle cinque giornate di Milano, che portò all'effimero Governo provvisorio della Lombardia, alla sua caduta Sacchini fu costretto all'esilio in Piemonte, dove gli fu dato l'incarico di Comandante del deposito Ufficiali di Moncalvo, vicino a Casale Monferrato e morì l'anno successivo[2]. Fu decorato nel 1807 con la Corona Ferrea e nel 1811 con la Legion D'onore.[6]

Dal generale Giuseppe Sacchini e da Modesta Visconti, nacque l'avvocato Filippo Sacchini che fu il primo intendente di Clusone[7], amico di Cavour, con il quale collaborò e fece parte della Società nazionale italiana.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Annalisa Araldi, Giuseppe Sacchini l'eroe napoleonico a capo dei patrioti cremonesi nel '48, su laprovinciacr.it. URL consultato il 21 giugno 2022.
  2. ^ a b FIORINO SOLDI, Risorgimento Cremonese, Cremona, Pizzorni, 1963, p. 54.
  3. ^ a b La Rivoluzione d'Italia Cremona, ruolo centrale, su Vittoriano Zanolli, 7 aprile 2021. URL consultato il 22 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2022).
  4. ^ 251370118230474, La testimonianza civile Nel 170° dell’eccidio di Sclemo e nel 100° della Grande Guerra La relazione di Corada, su WelfareNetwork.it, 2 settembre 2018. URL consultato il 23 giugno 2022.
  5. ^ Carlo Cattaneo - Memorie (PDF).
  6. ^ Felice Turotti, Storia dell'armi italiane dal 1796-1814 ... Con prefazione e note di Pietro Boniotti, P. Boniotti, 1858. URL consultato il 30 giugno 2022.
  7. ^ unknown library, Memorie storiche di Clusone e della Valle Seriana Superiore, Stab. tip. S. Alessandro, 1906. URL consultato il 17 luglio 2022.
  8. ^ Rosario Romeo, Cavour e il suo tempo. vol. 3. 1854-1861, Gius.Laterza & Figli Spa, 21 luglio 2014, ISBN 978-88-581-1606-7. URL consultato il 17 luglio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]