Giuseppe Marzorati

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Giuseppe Marzorati
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Como (1858-1865)
 
Nato22 novembre 1812 a Milano
Nominato vescovo25 giugno 1858 da papa Pio IX
Consacrato vescovo4 luglio 1858 dal cardinale Costantino Patrizi Naro
Deceduto25 marzo 1865 (46 anni) a Como
 

Giuseppe Marzorati (Milano, 22 novembre 1812Como, 25 marzo 1865) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Francesco e Angela Morandi, nacque a Milano il 22 novembre 1812.

Entrato in seminario, perseguì la carriera ecclesiastica, dedicandosi, fra l'altro, alla traduzione di svariate opere religiose dal francese e dal tedesco.

Fu nominato vescovo di Como da papa Pio IX il 25 giugno 1858, dopo che, in seguito alla morte del precedente vescovo, monsignor Carlo Romanò, avvenuta nel novembre del 1855, la sede episcopale del capoluogo lariano era rimasta vacante per alcuni anni.

Nel corso del suo episcopato, ordinò sacerdoti due figure destinate a raggiungere gli onori degli altari: Giovanni Battista Scalabrini, ordinato sacerdote nel 1863 e beatificato nel 1997, e Luigi Guanella, ordinato nel 1866, beatificato nel 1964 e dichiarato santo nel 2011.

Morì a Como il 25 marzo 1865 e il successivo 31 marzo, dopo le solenni esequie in cattedrale, fu sepolto nella basilica di Sant'Abbondio, accanto al suo predecessore.

I rapporti col Canton Ticino[modifica | modifica wikitesto]

Come il suo predecessore, anche monsignor Marzorati si trovò alle prese con importanti rivolgimenti storici, e con i difficili rapporti tra la Curia comasca e le autorità del Canton Ticino.

I vari governi che, dal 1803, si succedettero alla guida del Cantone, intendevano infatti svincolare le parrocchie ticinesi dalle ingerenze degli episcopati italiani, e auspicavano la creazione di una diocesi separata per il Ticino, il che sarebbe però avvenuto solo nel 1888.

In particolare, i liberali, al governo dal 1839, avevano intrapreso una decisa campagna di laicizzazione del Cantone, in ciò sostenuti dalle autorità federali.

Nel 1856 il Gran Consiglio non aveva, peraltro, sottoscritto il concordato con la Santa Sede, dato che esso non prevedeva la separazione delle parrocchie del Canton Ticino dalle diocesi lombarde. Nello stesso anno, l'Assemblea federale invitò il Consiglio federale ad appoggiare energicamente il Canton Ticino nelle sue pratiche di separazione diocesana.

Pertanto, due anni dopo, il 22 luglio 1859, il Consiglio federale proclamò l'emancipazione del Canton Ticino da ogni giurisdizione episcopale straniera[1].

Tale provvedimento, in assenza dell'istituzione di una nuova diocesi ticinese da parte della Santa Sede, si tradusse nell'impossibilità, per il nuovo vescovo Marzorati, di visitare le parrocchie del Canton Ticino, che pure facevano parte della sua diocesi.

La Seconda Guerra d'Indipendenza e la liberazione di Como[modifica | modifica wikitesto]

Nel pomeriggio del 27 maggio 1859, nel sobborgo di San Fermo, Garibaldi e i suoi Cacciatori delle Alpi sconfissero le forze austriache al comando del tenente maresciallo Karl von Urban, liberando, alla sera, la città di Como.

Il giorno successivo, però, Garibaldi radunò i suoi uomini e lasciò nuovamente il capoluogo lariano, per inseguire le truppe nemiche, che ripiegavano verso Varese.

In città, tuttavia, si diffuse il grave timore che gli austriaci, approfittando del momento, facessero ritorno in città. Monsignor Marzorati, dunque, accompagnato da alcuni altri notabili comaschi, si portò a Camerlata, lungo la ferrovia utilizzata per il trasferimento delle truppe austriache, per interporre i suoi buoni uffici e scongiurare rovinose vendette[2].

In tale circostanza, fu inviato a Garibaldi, dal regio commissario Emilio Visconti Venosta, il famoso messaggio di richiesta d'aiuto, del quale fu latrice la marchesina Giuseppina Raimondi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, p. 64.
  2. ^ Mario Mascetti, Como e Giuseppe Garibaldi in Il Settimanale della Diocesi di Como, 16 aprile 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Memorie per la storia dei nostri tempi dal congresso di parigi ai giorni nostri, Torino, Stamperia dell'Unione Tipografico Editrice, 1865.
  • Annuario Pontificio per l'anno 1863, Roma, Tipografia della R.C.A., 1863.
  • Manuale della Provincia di Como pel 1866, Como, Ostinelli, 1866.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003.
  • Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa, Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
  • Callisto Grandi, San Fermo ed il suo santuario in Vergosa sopra Como, Milano, 1900.
  • Mario Mascetti, Como e Giuseppe Garibaldi in Il Settimanale della Diocesi di Como, 16 aprile 2011.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Como Successore
Carlo Romanò 1858-1865 Pietro Carsana
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