Giuseppe De Leva Gravina

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Giuseppe De Leva Gravina
Anonimo, Ritratto dell'abate Giuseppe De Leva Gravina (particolare), XIX sec., Modica, Museo Civico.

Deputato del Parlamento siciliano
Durata mandato1813 –
1848

Dati generali
ProfessioneReverendo Abate, Canonico teologale

Giuseppe De Leva Gravina (Modica, 1786Modica, 31 marzo 1861[1]) è stato un presbitero, politico e patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia aristocratica di orientamento progressista[2] che aveva dato alla Contea di Modica diversi amministratori, ricevette un'educazione improntata al liberalismo e all'empirismo. Nel 1813 fu uno dei due deputati eletti al Parlamento siciliano per il Distretto di Modica (insieme a Michele Tomasi Rosso), partecipando poi nel 1820 ai moti indipendentisti; in seguito alla repressione borbonica fu costretto a ritirarsi nella sua residenza di campagna e sottoposto a controlli di polizia.

"Risorgimento in periferia"[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1837 scoppiarono in tutta la Sicilia dei rivolgimenti che, prendendo a pretesto un'epidemia di colera, avevano in realtà ancora mire antiborboniche. In questa occasione l'abate De Leva fu arrestato e imprigionato presso il Castello Maniace, a Siracusa, e liberato in novembre. Nel 1848, anno in cui dalla Sicilia i moti rivoluzionari si diffusero in tutta Europa, l'abate divenne presidente del Comitato rivoluzionario che rimase operativo all'incirca per un anno. A causa di questa sua intensa attività politica fu colpito dalla sospensione a divinis, comminatagli dal vescovo di Noto mons. Menditto, e bollato ormai definitivamente come incorreggibile antiborbonico. De Leva dovette ancora una volta ritirarsi a vita privata sotto stretta sorveglianza, continuando però a tessere segrete trame rivoluzionarie negli anni cruciali del Risorgimento.

A Modica erano presenti diversi schieramenti politici, tra i quali quello democratico e mazziniano capeggiato da Francesco Giardina, che nel maggio 1860 innalzò per primo la bandiera tricolore; il moderato abate De Leva, con la sua esperienza e il suo alto profilo, sembrò tuttavia la personalità più adatta a riunire e guidare le varie anime politiche dei rivoluzionari, cosicché fu eletto ancora una volta presidente del Comitato generale costituitosi in città all'indomani dell'impresa dei Mille.

Il 31 marzo 1861[1] Giuseppe De Leva Gravina morì, senza esser riuscito a vedere compiuto uno dei progetti più cari ai quali aveva lavorato: la nascita di un Liceo Classico che, solo nel 1878, verrà fondato e intitolato a Tommaso Campailla, rinverdendo una tradizione di studi che risaliva nella sua città natale al XIII secolo e che aveva raggiunto nel disciolto Collegio dei Gesuiti il suo apogeo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Archivio di Stato di Ragusa, Registro degli Atti di morte Anno 1861 - Volume 1- Comune di Modica, Distretto di Ragusa, Provincia di Ragusa, n. d'ordine 241, 31 marzo 1861, foglio 122. Segnatura 2400. Consultabile anche tramite il web: Portale Antenati, su antenati.san.beniculturali.it. URL consultato il 29 maggio 2022.
  2. ^ Il padre era il barone D. Filippo, la madre donna Marianna Gravina.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sulla famiglia De Leva: Giuseppe Raniolo, Le origini del Casato De Leva (o Leyva) di Modica, (ultima visita 20/08/2018) ;
  • Caruso, Teresa Maria, Il Risorgimento in periferia. L'abate De Leva e le lotte politiche a Modica (1812-1861), tesi di Laurea in Scienze Politiche, Università degli Studi di Catania, rel. Prof. Giuseppe Barone, A.A. 1985-1986.