Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa

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Un piatto di gnocchi al pomodoro

Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa è un popolare detto della tradizione romana e trasteverina.[1] Esso si diffuse fra i più poveri che, a causa della mancanza di cibo, scandivano le regole alimentari della settimana.[2] Il proverbio consiglia quindi di fare un pasto abbondante e sostanzioso (come gli gnocchi) a metà settimana (giovedì) per affrontare il digiuno di carne religioso del venerdì, in cui ci si poteva nutrire di pesce e legumi. Infine, durante il sabato, giorno in cui macellai si dedicavano alla macellazione degli animali, si consumavano alimenti ricavati dai tagli più economici della carne come la trippa.[1][2] Il detto sembra risalire almeno dalla seconda metà dell'Ottocento, epoca in cui un anonimo autore recitava:[3]

«Viemme a trova si sei fatto
P'er magnà nostro e che te piace er vino
Lunedi coda 'na bontà che
Doppio finita ciarifai sull'atto.
Er martedì pe sta proprio al listino,
Facioli co' le cotiche, e arribbatto.
Er mercoledì, co' un signor stufatino,
Giovedì gnocchi, da leccarte er piatto,
Er venerdì zuppa de pesce... Musa,
Quasi come se aggusta 'n paradiso.
Sabbito trippa fatta come s'usa.
La domenica poi, 'gni sempre er coco
Je va de scappricciasse: supprì ar riso,
da magnattene cento e dico poco!»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bepi Marzulli, Storie di cucina, Piemme, 2019, "Gnocchi alla romana".
  2. ^ a b GIOVEDÌ GNOCCHI: PERCHÉ SI DICE COSÌ?, su finedininglovers.it. URL consultato il 13 dicembre 2019.
  3. ^ Giancarlo Signore, Conosciamo meglio il nostro cibo: Storia, nutrienti, indiscrezioni, consigli, LSWR, "Carni bovine".

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]