Giovanni Battista Amigazzi

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Giovanni Battista Amigazzi (Verona, 1589 circa – 1651) è stato un pittore italiano, attivo a Verona e provincia nel XVII secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nulla si conosce in merito alla sua formazione giovanile. Erroneamente considerato un allievo del Ridolfi, che incontrò solo nel 1617 ad un'età in cui il linguaggio artistico di un pittore è già formato, instaurò da quella data con il maestro veronese una collaborazione professionale in veste di copista, di cui Amigazzi era celebrato specialista[1]: dimostrazione ne è l'Immacolata Concezione (giudicata "opera bella" dal Zannandreis[2]), nella Chiesa delle Stimmate, in cui è evidente piuttosto uno stile vicino al tardo Brusasorzi. La sua opera più celebre è una Cena, d'après Paolo Veronese nell'oratorio San Carlo, secondo il Dalla Rosa "fatta esattamente, e felicemente, tanto, che non fà desiderare l'Originale"[3].

Guzzo attribuisce inoltre al pittore veronese un Angelo custode e un'altra Immacolata Concezione, presso la Chiesa di San Giovanni in Foro, copie di altrettanti dipinti del Ridolfi ospitati rispettivamente nella Chiesa di San Luca e nel Duomo.

I suoi lavori presenti nelle chiese veronesi sono elencati nel Catastico di Dalla Rosa[3], e il suo nome appare in documenti delle collezioni Turco[4] e Caldana[5].

Amigazzi operò anche come frescante, e sue realizzazioni sono citate nella Nota de' Palazzi, e Case, nelle quali vi sono Pitture a fresco[3], in cui il Dalla Rosa gli attribuisce affreschi su facciate di edifici veronesi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Pittura nel Veneto. Il Seicento, Vol. 2, Electa, 2001, p. 790.
  2. ^ Diego Zannandreis, Le vite dei pittori scultori e architetti veronesi, Verona, 1891, p. 259.
  3. ^ a b c Sergio Marinelli e Paolo Rigoli, Catastico delle pitture e scolture esistenti nelle chiese e luoghi pubblici situati in Verona di Saverio Dalla Rosa, Verona, 1996, pp. XVII, 25, 53, 94, 115, 130, 161, 169, 211, 276, 306, 327.
  4. ^ Enrico Maria Guzzo, Quadrerie barocche a Verona: le collezioni Turco e Gazzola, 1998, p. 162.
  5. ^ Enrico Maria Guzzo, Il patrimonio artistico veronese nell'Ottocento tra collezionismo e dispersioni, 1992, p. 504.
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