Giovanni Antonio Ranza

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Giovanni Antonio Ranza (Vercelli, 19 gennaio 174111 aprile 1801) è stato un presbitero e patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dapprima avviato alla carriera ecclesiastica, si volse successivamente allo studio delle arti divenendo professore di lettere. Nel 1777 avviò una propria attività editoriale, fondando la Tipografia Patria (cfr. Faccio - Chicco - Vola, Vecchia Vercelli, Vercelli 1961, II, p. 403). Dopo lo scoppio della rivoluzione francese divenne sostenitore dei principi rivoluzionari. Preparò una rivolta a Vercelli ma, scoperto, riuscì a riparare dapprima in Svizzera, a Lugano, e successivamente in Francia. Nel 1793 diede vita al Monitore italiano politico e letterario, uno dei primi giornali italiani filo-francesi[1]. Fu arrestato a Nizza e vi rimase, in carcere, dal settembre 1794 al marzo del 1795, dove scrisse l'"Esame della confessione auricolare della Chiesa di Cristo". Sostenne un'alleanza franco-piemontese contro l'Austria. Durante la campagna francese del 1796 in Piemonte, organizzò un moto repubblicano ad Alba[1].

Fu attivo durante i moti "giacobini" del 1796, durante i quali ideò il tricolore repubblicano rosso, blu, arancione (detto anche tricolore di Alba e oggi adottato per il gonfalone della Regione Piemonte)[2]. Dopo l'armistizio di Cherasco riparò a Milano, dove diresse il giornale L'amico del popolo italiano[1].

Auspicò il ritorno della Chiesa alla semplicità e purezza evangelica in cui conciliare gli ideali del Cristianesimo con quelli della rivoluzione francese[1]. La sua coscienza era tuttavia diversa da quella dei patrioti più radicali; riprendendo infatti le idee dei fisiocratici francesi sosteneva che il diritto di cittadinanza appartenesse solo a chi fosse proprietario terriero[3]. Propose inoltre la formazione in Italia di una federazione[4] come embrione di un'entità statuale che comprendesse anche il Canton Ticino, la Corsica e Malta[1].

Riprendendo idee federaliste già espresse nel XVIII secolo da pensatori come Antonio Genovesi e Gian Francesco Galeani Napione, al Concorso di idee indetto nel 1796 a Milano dal governo francese su «Quale dei governi liberi meglio convenga alla felicità d'Italia?» Ranza propose una sua idea di confederazione italiana di repubbliche autonome aventi politica estera, militare e commerciale in comune, da decidere in un Congresso generale delle Repubbliche federate, da riunire a Pisa, città più facilmente raggiungibile da tutta l'Italia. Nel 1797 fece stampare, sempre a Milano, un opuscolo intitolato Vera idea del Federalismo, in cui perfezionava meglio la sua proposta, suggerendo che all'assemblea federale ogni repubblica inviasse due rappresentanti.

A Vercelli esiste un circolo culturale che si ispira alle sue opere.[5] La città ha anche onorato il suo illustre concittadino dedicando una targa in corso Libertà davanti alla casa dove nacque.[6]

Targa posta a Vercelli in corso Libertà 256

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Dizionario di Storia, op. cit
  2. ^ https://archivio.associazionegilbertooneto.org/ARCHIVIO/VIDEO/20210107_GremmoTricolorePiemonte.mp4
  3. ^ Giampiero Carocci, Il Risorgimento, Roma: Newton Compton, 2006, p. 17, ISBN 88-541-0580-5
  4. ^ "Regione Piemonte", cinquant'anni senza un'anima, su rivistaetnie.com.
  5. ^ Redazione, Ranza: intellettuale e rivoluzionario. Convegno al Ridotto del Civico, su infovercelli24.it, 20 giugno 2022.
  6. ^ Giovanni Antonio Ranza ha la sua targa, onorato il giacobino vercellese, su primavercelli.it, 11 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Ranza, Giovanni Antonio". In: Dizionario di Storia, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011
  • Zeffiro Ciuffoletti, Federalismo e regionalismo, Roma-Bari: Laterza, 1994
  • Il "cittadino" G. A. Ranza, in G. C. Faccio - G. Chicco - F. Vola (Tobia), Vecchia Vercelli, Vercelli, La Sesia, 1961, II, pp. 402-407.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN51680690 · ISNI (EN0000 0000 6142 8474 · BAV 495/251481 · CERL cnp00958537 · LCCN (ENno2003006412 · GND (DE128522534 · BNF (FRcb10709673d (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2003006412
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