Giovanni Antonio Delli Falconi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giovanni Antonio Delli Falconi
Giovanni Antonio Delli Falconi raffigurato in una tela di Francesco Carrino, nella chiesa di Santa Maria La Nova.
Nascita1443 circa
MorteOtranto, 12 agosto 1480
Cause della morteUcciso (al servizio di Ferdinando I d'Aragona) durante l'assedio di Otranto, dall'esercito ottomano al comando del Gran Visir Achmet Pascià Gedik
Religionecattolica
Dati militari
Paese servito Regno di Napoli
Forza armataMercenari
ArmaFanteria
GradoCondottiero
ComandantiFrancesco Zurolo o Zurlo e Giovanni Antonio Delli Falconi
CampagneTerra d'Otranto
BattaglieBattaglia di Otranto, 1480
Comandante diGuarnigione di Otranto
Altre caricheGrado di capitano
voci di militari presenti su Wikipedia

Giovanni Antonio Delli Falconi (1443 (?) – Otranto, 12 agosto 1480) è stato un condottiero italiano che si batté per la difesa di Otranto nel 1480. Difese la città di otrantina dall'assedio dei Turchi Ottomani durante le prime fasi della guerra morendo eroicamente con i suoi militi durante le fasi dell'assedio.

Lapide viaria a lui intitolata ad Otranto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Apparteneva alla nobile famiglia Delli Falconi (o De Falconibus), riconosciuti nei documenti del tempo come"signori di Pulsano".[1] Era il figlio minore del barone Marino Delli Falconi (quindi destinato alla vita militare), che nel 1435 fece edificare il castello di Pulsano, probabilmente attorno a un mastio di origine normanna. Marino era il segretario del principe di Taranto, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo.

La battaglia di Otranto[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Antonio Delli Falconi fu il capitano delle truppe che partirono dal circondario tarantino in difesa di Otranto, che stava per essere attaccata da 15000 turchi e condivise il comando del presidio aragonese con Francesco Zurlo.[2][3] In una relazione fatta dal segretario di re Ferdinando I di Napoli e ai principi italiani si racconta che in un altro documento del tempo si dice che dopo dieci giorni d'assedio della città, "Il Falconi con molti armati perì eroicamente come Zurlo".[4] Infatti, nel giorno della battaglia, quando i turchi riuscirono ad aprire una breccia nelle mura, Giovanni Antonio coi propri valorosi accorse nella mischia in difesa dei cittadini, dopo che già il capitano Zurlo era perito, e ne seguì il medesimo destino.[5][6]

Sepoltura[modifica | modifica wikitesto]

Nella chiesa di Santa Caterina a Formiello a Napoli si conservano due teche contenenti alcuni resti mortali-teschi, degli eroici difensori di Otranto, tra cui quelli dei due prodi capitani che furono recuperati e traslati (da Otranto a Napoli) per volontà di Alfonso II d'Aragona.

Lo stemma della nobile famiglia Delli Falconi o Falconi (o De Falconibus in latino).[7]

Dediche[modifica | modifica wikitesto]

Nel centro storico di Otranto, nei pressi della Cattedrale romanica, le strade sono quasi tutte dedicate agli eroi della Battaglia di Otranto, tra queste ce ne sono due dedicate a ciascuno dei due capitani.

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

«il Turco mandò ambasciatori al signor Giovanne Antonio delli Falconi e al Segnor Francesco Zurlo con proposta che si volessero rendere, e da loro li fu risposto, che volessero combattere di fuora, che loro si difenderanno da valorosi da dentro in servizio di Dio e del serenissimo loro signore e che morranno tutti.[8]»

Lapide commemorativa apposta sulla facciata della Chiesa dell'Arciconfraternita del Carmine (o del Purgatorio), a ricordo dei martiri otrantini morti durante l'invasione turca dell'agosto 1480 e del prode capitano e condottiero Giovanni Antonio Delli Falconi che morì in difesa della città insieme ai suoi militi, combattendo contro gli invasori. Apposta a ricordo dei 500 anni passati dall'evento, nell'agosto del 1980.

Dediche[modifica | modifica wikitesto]

  • Ad Otranto, nei pressi della cattedrale romanica, le vie sono tutte dedicate agli eroi della battaglia di Otranto. Tra questi ce n'è anche una dedicata ad "Antonio Delli Falconi – capitano 1480".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Annastella Carrino, La città aristocratica: linguaggi e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e Seicento, Edipuglia, 2000, p. 161, ISBN 88-7228-277-2.
  2. ^ Martiri di Otranto, su otrantonelsalento.it. URL consultato l'8 settembre 2011.
  3. ^ Francesco Grasso, La poesia delle Calabrie, Volume 1 di La cultura letteraria della Calabria, Qualecultura, 1994, pp. p.133, ISBN 88-16-90051-2.
  4. ^ Saverio La Sorsa, Storia di Puglia, Volume 3, Tip. Levante, 1953, pp. p.74.
  5. ^ Grazio Gianfreda, Otranto nella storia, Edizioni del Grifo, 1997.
  6. ^ Gli umanisti e la guerra otrantina. Testi dei secoli XV e XVI, a cura di L. Gualdo Rosa, I. Nuovo, D. Defilippis, Dedalo, 1982.
  7. ^ L. De Bellis, I FALCONE CHE HANNO ABITATO A CENTURANO, in I NOSTRI AVI Forum Italiano della Commissione Internazionale permanente per lo Studio degli Ordini Cavallereschi, dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano e di Famiglie Storiche d'Italia - Sito ufficiale: www.iagi.info, venerdì 18 maggio 2007, ore 17:36. URL consultato il 19 settembre 2023.
    «La famiglia nobiliare veniva appellata anche Falcone, de Falconibus o Delli Falconi...»
  8. ^ Francesco Tateo, Chierici e feudatari del Mezzogiorno, Laterza, 1984, pp. p.59, ISBN non esistente.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Corti, L'ora di tutti, Bompiani 2012.
  • Maggiulli L., Delli Falconi Giov. Antonio (voce) in Dizionario Biografico degli uomini chiari di Terra d’Otranto (manoscritto) , vol. II (C-D), p. 398.
  • Salvatore Tomai, Pulsano e la Madonna dei Martiri - Una devozione secolare legata alla Guerra d'Otranto del 1480, Scorpione Editrice, Taranto 2014 ISBN 978-888099323-0
  • Salvatore Tomai, «Delli Falconi Giovanni Antonio» in Ricciardi P. (a cura), Gli Eroi della Patria e i Martiri della Fede: Otranto 1480-1481, Editrice Salentina, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]