Giacomo Buzzi Leone

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Giacomo Buzzi Leone (Viggiù, 19 febbraio 1787Viggiù, 16 settembre 1858) è stato un architetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giacomo Buzzi Leone nasce il 19 febbraio 1787 a Viggiù in provincia di Varese, ed è forse figlio di un certo Francesco che nel 1813 riceve la concessione di una bottega dalla direzione della Fabbrica del Duomo di Milano[1]. Egli sposa Teresa Giudici di Saltrio, dalla quale ha nove figli: Luigia, Giuseppe, Francesco Maria, Marianna, Giovanni Antonio, Luigi, Geremia, Mariano, Giovanna. Tre di questi (Luigi Buzzi Leone, Francesco Maria e Giuseppe Buzzi Leone) seguiranno le orme del padre diventando a loro volta apprezzati artisti.

Lavora principalmente a Milano, nel periodo della Restaurazione, ma la sua attività è documentata anche a Casale Monferrato, Novara, Vercelli, Lodi e in Egitto. I biografi riferiscono che nel 1819 viene invitato dalla Zecca di Stato a soggiornare in Egitto, ove rimane per tre anni eseguendo monumenti per il kedivè, impegnandosi nella fondazione di un'Accademia, e studiando l'architettura locale assieme al collega Segato[2]. Si racconta che a partire da quell'esperienza i compaesani lo avrebbero sempre chiamato "il Maometto".

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Nel capoluogo lombardo Giacomo esegue lavori di ornato per le chiese del Carmine e di San Fedele, cura le decorazioni dei teatri piermariniani della Scala e della Cannobiana, ma soprattutto partecipa all'allestimento dei fasti architettonici approntati in occasione dell'incoronazione dell'imperatore austriaco Ferdinando I, e assume, dal 1848 fino alla morte, la carica di protostatuario del Duomo, per il quale non solo acquisisce la direzione dei lavori, ma disegna gli ornamenti e la grande guglia della scala che conduce alla cupola ottagonale del tiburio. Risulta attivo anche nel cantiere dell'Arco della Pace. A Novara esegue l'altare maggiore del Duomo. A Viggiù progetta la facciata della Chiesa della Croce, in stile bramantesco. La piccola chiesetta dedicata alla Beata Vergine dell'Assunta, di cui è documentata l'esistenza fin dal XV secolo, è infatti oggetto nella prima metà del XIX secolo di una radicale ristrutturazione che comporta l'acquisizione di alcuni locali contigui, l'erezione del campanile, il rifacimento della facciata e la decorazione degli interni. Concorrendo a tutte le operazioni una nutrita schiera di artisti locali, tra i quali anche Luigi Buzzi Leone, che realizzerà due teste in terracotta per la facciata, il luogo di culto si presenta come "il sacrario delle memorie del paese"[3]. Anche ciascuno degli ornati e delle sculture applicati al sobrio impianto della facciata quadrangolare di Giacomo Buzzi Leone, incorniciata da due lesene giganti a capitello corinzio e sormontata da un attico triangolare, porta la firma di un diverso scultore viggiutese[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ F. Negri Arnoldi, ad vocem Buzzi Leone, in Dizionario Biografico degli Italiani, XV, Roma, Treccani, 1972, p. 664.
  2. ^ G. Buzzi Leone, Biografia di Giacomo Buzzi Leone, ms., s.l., s.d., copia presso la Biblioteca Civica di Viggiù. Si accenna forse a Girolamo Segato (1792-1836), incisore in rame.
  3. ^ L. Zanzi, Il mio paese, I, Gli artisti, Varese, Macchi e Brusa, 1879, p. 17.
  4. ^ Chiesa della Madonna della Croce di Viggiù, s.l. 1997, pp. 6-24.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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