Gavardina

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Paggio del XVI-XVII secolo, si notano la "gavardina", il bonetto e gli speroni.

«...giunsero i cavalli alle ore 20 e mezza. Il primo fu Tognino che correa ... per Viatosto ...
Cavalcava un cavallo barbero di pelo castagno e indossava una gavardina bleu con fiori bianchi , guarnita d'argento.»

La gavardina è la casacca utilizzata dai fantini del Palio di Asti durante la corsa.

Significato[modifica | modifica wikitesto]

La parola proviene dal genovese "gabanin-a" cioè piccolo gabbano (piccola tunica), a sua volta mutuata dall'arabo "qaba",[1] che si riferiva ad un corto mantello spesso usato dai beduini.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime tracce di questo vocabolo si trovano nei documenti di presentazione dei partecipanti al Palio alla fine del XVII secolo.
Il regolamento del Palio del 1688 infatti, definisce l'intero equipaggiamento del "paggio", che oltre a non dover avere più di ventun anni, deve essere ben distinguibile dagli altri partecipanti essendo la corsa antica disputata nelle ore del tramonto.

Oltre ad avere una gavardina ed un "bonetto" (copricapo) con piuma dello stesso colore della piuma presente sulla testa del cavallo, il paggio indossava gli speroni ed era munito di "sborello" (un frustino) di "due rasi ed un terzo" (circa un metro e mezzo di lunghezza) formato da due corde intrecciate con un filo di rame.

Divisa del paggio nell'Ottocento, da un'incisione sul frontespizio di un sonetto per la corsa del Palio

Nel periodo del XVIII secolo, in cui vi fu la preponderante partecipazione delle confraternite alla corsa del Palio, la gavardina riprese i colori della divisa delle confraternite.

Così il paggio della Confraternita dell SS.Annunziata, indossava una "gavardina bleu con gallone d'oro " o quello della SS.Trinità una "gavardina rossa guarnita d'oro".

Nel XIX secolo, con l'avvento francese, la corsa perse la maggior parte dei profondi significati religiosi e sociali che fino a quel momento aveva mantenuto.
Il governo francese laicizzò la festa ed alle partecipazioni delle confraternite, si affiancarono quelle dei reggimenti militari. Alla gavardina venne preferita una divisa, il più delle volte militare, su cui veniva appuntata una coccarda con i colori di appartenenza.

Solamente nel XX secolo, con la riproposta degli antichi statuti e privilegi dei Savoia la gavardina venne riutilizzata ed è tuttora la casacca dei fantini del Palio di Asti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dizionario etimologico online http://www.etimo.it/?term=gabbano, consultato il 20/10/2010

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pier Luigi Bassignana (a cura di). Il palio di Asti. Torino, Ed. Umberto Allemandi, 2004, ISBN 884221227X
  • Luigi Baudolin. Il Palio di Asti. Torino, Ed. AEDA, 1970
  • don Alfredo Bianco. Asti Medievale. Asti, Ed. Cassa di Risparmio di Asti, 1960
  • Comitato Palio Rione S. Martino / S. Rocco. Il Borgo San Martino San Rocco nella storia di Asti. Ed. Comitato Palio SMSR, Asti, 1995
  • Natale Ferro. Antichi cronisti astesi. Alessandria, Ed. dell'Orso, 1990, ISBN 88-7694-061-8
  • Nicola Gabiani. Il Palio di Asti. allegato ad "Alexandria, rivista mensile della provincia", Asti, 1931
  • Giovanni Giraudi. Con gli sbandieratori il Palio di Asti nel mondo. Asti, Tipografia Arti Grafiche, 1988
  • Venanzio Malfatto. Il Palio di Asti: storia, vita, costume. Madonna dell'Olmetto, Ed. AGAM, 1989
  • Gianfranco Monaca. Asti: San Secondo dei mercanti - Un contributo per la mitologia della città. Cavallermaggiore, Ed. Gribaudo, 1997
  • Stefano Robino. Rievocazioni e attualità di Santa Maria Nuova in Asti: cenni storici, artistici, liturgici. Asti, Ed. Tipografia moderna, 1936
  • Lodovico Vergano. Il palio di Asti: cronache e documenti. Asti, Scuola Tipografica S. Giuseppe, 1969

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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