Gary Young

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Gary Young
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereIndie rock
Periodo di attività musicale1989 – 2023
StrumentoBatteria
EtichettaMatador Records
Drag City
Big Cat
GruppiPavement
Album pubblicati4

Gary Young (Mamaroneck, 3 maggio 1953Stockton, 17 agosto 2023[1]) è stato un musicista statunitense, meglio conosciuto per essere stato il primo batterista della band indie rock Pavement.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1953 a Mamaroneck (New York), verso la fine degli anni settanta, Young si trasferisce prima a San Francisco e poi a Stockton (California) dove, abbandonato il lavoro come dipendente in una società di materassi ad acqua, agli inizi degli anni ottanta decide di auto-costruirsi un proprio studio di registrazione nel garage della sua abitazione[2] Qui, con il primo registratore a otto piste, inizia a produrre alcuni singoli di band punk locali (come gli Young Pioneers e gli Authorities, tra gli altri) per poi investire, i primi guadagni (all'incirca 50.000 dollari), in una nuova strumentazione e in un nuovo studio, il Louder Than You Think, situato poco fuori città.[2]

Nel 1989 fece la conoscenza con Stephen Malkmus che, assieme al suo amico Scott "Spiral Stairs" Kannberg, stava cercando una sala per registrare alcune canzoni della loro nuova band, i Pavement. Il 17 gennaio del 1989, con un budget di 800 dollari prestati dal padre di Kannberg, i due si recarono quindi presso lo studio di Young (che, per l'occasione, si prestò a suonare la batteria nelle registrazioni)[3] e, in un'unica sessione di quattro ore, registrarono i cinque brani che andarono a comporre il loro primo EP, intitolato Slay Tracks (1933-1969)[4] Assieme ai Pavement, Young pubblicherà altri quattro EP ed un album sulla lunga distanza, intitolato Slanted and Enchanted.[5]

Il suo comportamento eccentrico e le bizzarrie fuori scena e sul palco (come distribuire ortaggi, patate e pane tostato all'ingresso dei locali o abbandonare il palco durante le esibizioni) vennero però giudicate insostenibili dal resto della band[6] e quindi, al termine del tour del 1993, venne convinto a lasciare il gruppo, sostituito da Steve West.

Il 24 giugno 2010, in occasione della momentanea reunion dei Pavement, Young si è nuovamente unito al gruppo per un bis di tre brani nella data di Stockton[7], città natale della band. La cosa si è ripetuta poi anche nella data successiva al Greek Theater di Berkeley, dove Young ha suonato la batteria in sei brani del concerto.[8]

Dopo la separazione dai Pavement, iniziò una carriera solista con il nome Gary Young's Hospital, pubblicando tre album: Hospital[9] nel 1994 e anticipato dal singolo Plantman[10], Things We Do for You.[11] nel 1998 e The Grey Album uscito nel 2004.[12]. Il suo stile musicale, in sintonia con la sua personalità eccentrica, venne definito come: "caotico e sconnesso, fatto di canzoni frenetiche e dal singalong ripetitivo da uomo disperato"[13]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Con i Pavement[modifica | modifica wikitesto]

Come Gary Young's Hospital[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Gary Young, Pavement's original drummer, has died, su www.brooklynvegan.com, 17 agosto 2023. URL consultato il 18 agosto 2023.
  2. ^ a b Jovanovic, 2004, p. 64.
  3. ^ Luca Fusari, Pavement: Distorsioni in bassa fedeltà, su ondarock.it. URL consultato il 5 settembre 2012.
  4. ^ (EN) Slay Tracks (1933-1969), su Discogs, Zink Media..
  5. ^ Piero Scaruffi, History of Rock Music: Pavement, su scaruffi.com. URL consultato il 12 settembre 2012.
  6. ^ (EN) Cara Williams, Pavement: A Concrete Jungle, su thedwarf.com.au, 3 febbraio 2010.
  7. ^ Pavement reunites with crazy original drummer Gary Young for one show, AVClub
  8. ^ Live Review: Pavement with Gary Young at the Greek Theatre, Berkeley, City Sound, su citysound.bohemian.com. URL consultato il 19 settembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2012).
  9. ^ Hospital, Allmusic
  10. ^ Gary Young - Plantman, Youtube
  11. ^ Things We Do For You, Discogs
  12. ^ The Grey Album, Discogs
  13. ^ Hospital review, Allmusic

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]