Francesco Saluto

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Francesco Saluto (Piana degli Albanesi, 23 ottobre 1809Palermo, 5 gennaio 1892) è stato un magistrato e giurista italiano. Autore di diverse pubblicazioni in materia di procedura penale e di diritto penale. Fu Primo Presidente onorario della Corte di appello di Palermo e consigliere di Cassazione in Palermo.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Saluto a Piana degli Albanesi, allora chiamata Piana dei Greci, dal dottor Giorgio e da Epifania Ferrara, sorella dell'insigne letterato l'Abate Mercurio Ferrara, studiò presso il Seminario greco di Palermo, fondato da padre Giorgio Guzzetta e prosegui gli studi presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo, dove conseguì un premio angioino e la laurea nel 1834. Dopo la laurea intraprese la carriera di magistrato e presiedette la Corte d'assise di Sassari, quella di Cagliari, ed infine quella di Palermo.

Fu autore di diverse pubblicazioni, la più importante fu il Commenti al Codice di Procedura Penale per il Regno d'Italia[2] e prima ancora del volume Diritto penale secondo l'ordine del Codice per lo Regno delle Due Sicilie, edito nel 1858 nonché di un saggio Sulla legge del 30 giugno 1861 ossia della libertà provvisoria degl'imputati nei processi penali edito nello stesso anno a Palermo. Fu collaboratore delle riviste Foro italiano e Circolo giuridico "L.Sampolo". Membro dell'Accademia nazionale di scienze, lettere e arti (Palermo).

Insignito del titolo di commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia, con decreto reale del 7 giugno del 1883. Fu un benefattore nei confronti dei giovani poveri del suo paese natio, per il quale chiese al Re che venisse eretto un Convitto in Palermo, al fine di consentire ai giovani di Piana degli Albanesi e di Santa Cristina Gela, nonché dei parenti prossimi del fondatore stesso, di proseguire gli studi in giurisprudenza, medicina, letteratura ed architettura.[3] Morì a Palermo, il 5 gennaio 1892, ma fu sepolto in una tomba monumentale nel cimitero di Piana degli Albanesi. Il suo nome è annoverato tra quello dei benefattori delle Colonie Albanesi di Sicilia, insieme ad Andrea Reres, padre Giorgio Guzzetta, Demetrio Camarda, Giuseppe Schirò, Rosolino Petrotta, come riporta nel suo saggio Mario G. Giacomarra[4]

Il Convitto Italo-Albanese Soluto di Palermo

L'edificio in cui sorgeva il Convitto Saluto è ancora oggi visibile a Palermo, in Corso Pisani.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

In suo ricordo fu intitolato il Convitto Saluto[5], eretto con decreto del re Umberto I, il 16 febbraio 1879 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno, il 25 marzo 1879).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il circolo giuridico "L. Sampolo": rivista di dottrina e di giurisprudenza, Tip. M. Montaina, 1892. URL consultato il 2 settembre 2022.
  2. ^ Italy e Francesco Saluto, Commenti al Codice di procedura penale per il regno d'Italia, del cavaliere Francesco Saluto, Fratelli Bocca, 1877. URL consultato il 2 settembre 2022.
  3. ^ Il circolo giuridico "L. Sampolo": rivista di dottrina e di giurisprudenza, Tip. M. Montaina, 1896. URL consultato il 2 settembre 2022.
  4. ^ La vicenda arbereshe tra storia e mito.
  5. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 2 settembre 2022.
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