Francesco Anichini (archivista)

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Francesco Anichini (1690Grosseto, 15 marzo 1753) è stato un archivista e storico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene sia stato a lungo accettato che Anichini nacque a Siena nel 1690, altri studi hanno invece ipotizzato una sua eventuale provenienza da Pistoia, se – al netto di problemi d'attribuzione dovuti all'omonimia – si prende per valido un documento senese del 1728 in cui Francesco Anichini è dichiarato essere figlio di Pietro Antonio Anichini "pistoiensis" ed essersi trasferito a Siena in tenera età.[1] Certamente Siena fu la sua patria d'elezione, in quanto lui stesso si è sempre definito "sanese". Nella città del Palio prese i voti e studiò presso il locale ateneo come allievo di Girolamo Gigli; nel 1716 si trasferì a Grosseto come chierico per assumere gli incarichi di organista e maestro di cappella della cattedrale di San Lorenzo.[1] Fu inoltre segretario del vescovo Bernardino Pecci.[1]

Iscritto all'Accademia dei Rozzi dal 1713 con il nome di "Rimpiattato", fu anche attore comico negli spettacoli organizzati all'accademia, spesso in ruoli femminili.[2][3]

Un documento del 1728 attesta la sua condizione di uomo laico, quindi si presume che Anichini avesse deciso di abbandonare l'abito talare in una data collocabile successivamente al 1720, quando ancora è menzionato come chierico dell'Opera del duomo.[1][3] Il 26 febbraio 1729 si sposò a Grosseto con Leonida Ungheri, stabilendosi nei pressi del pozzo di San Pietro.[1] Il 25 gennaio 1730 ottenne la cittadinanza grossetana.[4] A partire dal 1728, inoltre, è documentata la sua attività nell'amministrazione comunale, inizialmente in sostituzione del cancelliere comunitativo Gabriello Gabrielli, poi riconfermato più volte a pieno titolo nella carica fino al 1750.[1] In questo periodo venne incaricato di riordinare l'archivio comunale e Anichini scrisse sette volumi di Spogli e repertori, terminati nel 1735, che mettevano ordine di tutto ciò che era conservato nell'archivio e forniscono informazioni circa i rapporti della comunità con Siena e la vita sociale ed economica della città.[5] In seguito, per i buoni risultati ottenuti in qualità di archivista, ricevette l'incarico da parte del vescovo Antonio Maria Franci di ordinare l'archivio diocesano, in pessime condizioni e con i materiali documentari «in mal ordine e confusione», tanto che l'impresa si sarebbe rivelata troppo onerosa e Anichini fu convinto a portarla a termine solo per insistenza dello stesso vescovo.[6]

Nel suo lavoro all'archivio episcopale non si limitò a stilare un catalogo, ma fece anche spogli accurati e trascrizioni di alcuni documenti, mettendo i materiali in relazione tra loro e predisponendoli in vista di una successiva analisi storica.[6] Fu in questo periodo che Anichini avvertì la necessità di utilizzare i documenti inventariati al fine di ricostruire le vicende della città e della diocesi di Grosseto, argomento sul quale non esisteva ancora alcuno studio dedicato.[6] Tra il 1750 e il 1751 scrisse le Memorie sul convento di San Francesco, su richiesta del padre guardiano Girolamo Passeri, e nello stesso anno gli venne commissionato dalla badessa Maria Teresa Margherita Bruschieri la Storia del convento di Santa Chiara di Grosseto, che tuttavia non portò a termine per la scarsità di documenti disponibili.[6] Anichini in questo periodo aveva già iniziato la stesura della sua opera più importante, la corposa Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto, il cui primo volume, dedicato alla serie dei vescovi e alla storia della città, fu terminato nel 1751 e il secondo, dedicato alle comunità e le parrocchie della diocesi, venne ultimato nel 1752.[6] Nel progetto iniziale erano previsti anche un terzo volume, legato ai documenti della cancelleria, e il repertorio generale delle fonti, mai completati.[6] L'autore dimostra una grande conoscenza degli studi storici di settore, come l'Ughelli e il Muratori, che cita spesso insieme ad altri storici senesi, anche avanzando nuove ipotesi o correggendo alcuni errori; alcune ingenuità lo resero oggetto di critiche, come quella di Giovanni Antonio Pecci inerente alla pretenziosa identificazione del vescovo Rolando con papa Alessandro III.[7][8] La narrazione dei fatti storici basata sulle fonti (alcune delle quali non più consultabili) è alternata con aneddoti, esperienze personali di vita pubblica e privata, testimonianze dirette (anche di un miracolo), descrizioni di luoghi e edifici, che rendono il testo fonte preziosa per ricostruire l'urbanistica e la vita sociale della città di Grosseto nella prima metà del XVIII secolo.[7]

Morì il 15 marzo 1753 e venne sepolto nella tomba Bardini nella chiesa di San Francesco.[1] Sappiamo che l'unico figlio, Antonio, poté iscriversi alla facoltà di medicina di Siena grazie al lascito del canonico Antonio Paglialunga, che prevedeva due borse di studio per i figli di cittadini grossetani che volevano studiare a Siena.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Spogli e repertori dell'Archivio comunale di Grosseto, 7 voll. (1735)
  • Indice generale dei libri e carte esistenti nell'Archivio Comunale di Grosseto (1750)
  • Memorie sul convento di San Francesco (1751)
  • Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto scritta da Francesco Anichini sanese, cittadino grossetano, 2 voll. (1752)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Maddalena Corti, Considerazioni sull'opera e sul suo autore, in Pellegrini 2017, pp. 14-15.
  2. ^ Corti, cit., in Pellegrini 2017, p. 16.
  3. ^ a b Bosco, Seravalle 1998, p. 80.
  4. ^ Mordini 2007, p. 18.
  5. ^ Corti, cit., in Pellegrini 2017, pp. 16-17.
  6. ^ a b c d e f Tamara Gigli, Fatti e personaggi tratti dalla Storia ecclesiastica di Francesco Anichini, in Pellegrini 2017, pp. 19-21.
  7. ^ a b Gigli, cit., in Pellegrini 2017, pp. 22-27.
  8. ^ Mario De Gregorio e Doriano Mazzini, Pecci e Anichini: un'eclittica disarmonica, in Pellegrini 2017, pp. 66-67.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Anichini, Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto, vol. 1, a cura di Tamara Gigli e Pietro Simonetti, Effigi, 2013.
  • Francesco Anichini, Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto, vol. 2, a cura di Maddalena Corti, Tamara Gigli e Pietro Simonetti, Effigi, 2014.
  • Anna Bosco e Luca Seravalle, I manoscritti della Biblioteca Chelliana di Grosseto. Catalogo, Biblioteca Chelliana, 1998.
  • Francesco Cagnacci, Scritti, scrittori ed uomini celebri della provincia di Grosseto, Barbarulli, 1874, pp. 8-9.
  • Jill Farquhar, Visible Exports / Imports. New Research on Medieval and Renaissance European Art and Culture, Cambridge Scholars Publishing, 2020, p. 101.
  • Maura Mordini, Le forme del potere in Grosseto nei secoli XII-XIV. Dimensione archivistica e storia degli ordinamenti giuridici, All'insegna del giglio, 2007.
  • Ettore Pellegrini (a cura di), Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto. Atti della giornata di studi in occasione della pubblicazione dell'opera di Francesco Anichini, Effigi, 2017.
  • Francesca Putrino ed Elena Vellati, Il convento di Santa Chiara di Grosseto tra storia ed arte. Recupero di un monumento urbano, Comune di Grosseto, 2004, p. 27.
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