Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici

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Al centro della foto in abito nero di corte il foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici marchese don Giulio Sacchetti; alla sua sinistra il marchese don Giacomo Serlupi Crescenzi cavallerizzo maggiore
Urbano Sacchetti in abito di Foriere Maggiore

Il Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici (lat. forerius major; suppellectilis pontificiae domus procuratorem) detto anche Foriere maggiore del papa, era il primo ufficiale palatino[1] della Famiglia Pontificia dopo il Monsignor Maggiordomo, di cui assumeva le funzioni in caso di assenza e vacanza, e il secondo cameriere segreto laico partecipante di spada e cappa, dopo il Gran Maestro del Sacro Ospizio, che veniva nominato a vita a discrezione del papa almeno dai tempi di Giulio III e Paolo IV previo giuramento nelle mani dello stesso pontefice.

Funzioni[modifica | modifica wikitesto]

A lui era affidata, con un mensile di 74 scudi circa, la custodia dei Palazzi Apostolici del Vaticano e del Quirinale, la custodia della floreria apostolica (ossia del guardaroba pontificio comprensivo di ogni genere di arredo suppellettile e masserizia ivi contenuto), l'organizzazione dei viaggi e delle villeggiature del papa allestendone gli alloggi, e la direzione della conduzione della sedia gestatoria.
Dignità concessa originariamente a varie famiglie della nobiltà romana o acquisite come tali come i Patrizi Chigi Montoro, i Massimo e i Capponi, finì per essere costantemente affidata alla famiglia Sacchetti fino al 1968, quando papa Paolo VI abolì le cariche laiche pontificie di natura ereditaria[2].

Elenco dei forieri maggiori dei sacri palazzi apostolici[modifica | modifica wikitesto]

  • Bernardo Accolti (1515 - 1535 ca.)
  • Mons. Pietro Librandi (1566-1575 ca.)
  • Alberto Franchino (1575 ca.)
  • Mons. Girolamo Grassis (aa.1585 ca.)

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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico ecclesiastica, vol. XXV, Ve 1844
  2. ^ Motu proprio Pontificalis Domus, 1968
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