Fonologia della koinè ellenistica

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La koinè è foneticamente un periodo di transizione: all'inizio, la lingua era in genere sostanzialmente simile al greco classico, mentre alla fine del processo la fonologia aveva molto più in comune con il greco moderno che con il greco antico.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le trasformazioni più significative avvenute durante le koinè investirono il sistema vocalico: questi cambiamenti furono la perdita della quantità, la sostituzione dell'accento musicale tipico del greco antico con l'accento intensivo e la monottongazione dei dittonghi (tranne αυ ed ευ). Questi fenomeni sembrano essere ampiamente attestati dal II sec. a.C. nel greco egiziano e all'inizio II sec. d.C. nelle iscrizioni attiche colte; è quindi probabile che fossero già comuni nel II sec. a.C. e che si siano generalizzati non più tardi del II sec. d.C.

Altra mutazione fu la fricativizzazione del secondo elemento dei dittonghi αυ ed ευ. Questo fenomeno apparve dopo che le trasformazioni vocaliche descritte sopra si erano verificate. È attestato nel greco egiziano a partire dal I sec. a.C. e sembra essere generalizzato nel tardo periodo romano.

Un altro importante fenomeno fu la fricativizzazione delle occlusive sonore, ampiamente attestata nel greco egiziano a partire dal I sec. a.C., ma la generalizzazione dovrebbe essere più tarda, probabilmente durante il tardo periodo romano o all'inizio dell'epoca bizantina.

Inoltre si fricativizzarono anche le occlusive sorde aspirate, fenomeno attestato in molti luoghi dal I sec. a.C. ma che sembra essersi generalizzato più tardi, probabilmente durante il tardo periodo romano o all'inizio dell'epoca bizantina.

Da ultimo, la perdita dell'aspirazione (forse correlata con la fricativizzazione delle aspirate), che potrebbe già essere iniziata alla fine nel I sec. a.C. nel greco egiziano, ma che sembra non essersi imposta prima del II sec. d.C. nelle iscrizioni attiche colte, fino ad essere praticamente generalizzata nel tardo periodo romano.

Problemi di ricostruzione[modifica | modifica wikitesto]

Il primo problema deriva dalla varietà del mondo grecofono: molte testimonianze suggeriscono che i mutamenti fonetici si verificarono in momenti diversi a seconda del luogo o dei parlanti. Pare che molti cambiamenti fonetici tipici della koinè fossero già presenti in alcune varietà di greco durante il periodo classico.

Per quanto riguarda il corpus delle iscrizioni attiche, si osserva un'opposizione fra lingua colta e lingua popolare. Alcuni mutamenti fonetici sono attestati nelle iscrizioni popolari già alla fine del periodo classico, ma si generalizzeranno nelle iscrizioni colte solo all'inizio del II sec. a.C. Se questo può essere spiegato come semplice conservatorismo ortografico, trascrizioni coeve dal greco al latino confermerebbero invece che la pronuncia colta era effettivamente rimasta stabile fino al periodo romano. D'altra parte, però, anche le trascrizioni latine potrebbero essere ortograficamente conservative.

L'interpretazione è più complessa quando mutamenti fonetici simili hanno una datazione differente nei papiri egiziani e nell'attico colto. Una prima spiegazione potrebbero essere le differenze dialettali (influenza di sistemi fonologici stranieri su locutori non madrelingua); i cambiamenti sarebbero apparsi in Egitto prima che si generalizzassero in attico. Una seconda spiegazione potrebbe essere che le iscrizioni attiche colte mostrino una varietà di greco più colta di quella dei papiri egiziani; la lingua colta avrebbe così resistito ai cambiamenti che si erano generalizzati nella lingua popolare. Un'ultima spiegazione potrebbe essere che l'ortografia dell'attico colto fosse artificialmente conservativa; i cambiamenti potrebbero quindi essersi generalizzati non più tardi della loro attestazione nei papiri egiziani. Tutte queste possibilità sono in una certa misura plausibili, ma porterebbero a una diversa datazione della generalizzazione dei fenomeni.

Per riassumere, c'è una certa misura di incertezza nella datazione dei mutamenti fonetici; effettivamente, la datazione esatta e la rapidità della generalizzazione dei mutamenti fonologici della koinè sono ancora oggetto di discussione fra gli studiosi. Le varianti ortografiche nelle fonti scritte contemporanee sono la prova più evidente, ma non sono sufficienti per datare un cambiamento in ogni contesto. Le testimonianze di grammatici e, in misura minore, le trascrizioni in lingue straniere sono interessanti perché possono indicare quale pronuncia fosse considerata standard dai locutori colti; in ogni caso, si è sostenuto che le trascrizioni fossero in alcuni casi convenzionali e non fonetiche e i grammatici greci sembrano descrivere la pronuncia colta ignorando quella popolare.

Esempio di ricostruzione di sistemi fonologici[modifica | modifica wikitesto]

Eolico di Beozia, IV sec. a.C.[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene appartenga più al periodo classico che alla koinè, la fonologia dell'eolico di Beozia qui mostrata anticipa molti tratti della successiva fonetica della koinè.

Nel IV sec. a.C. l'eolico di Beozia aveva già chiuso la maggior parte dei dittonghi e sviluppato un γ fricativo. Da notare che, contrariamente allo ionico-attico e alla koinè, υ è rimasto una vocale posteriore in eolico di Beozia (ου in ionico-attico e koinè). Apparentemente, la monottongazione dell'eolico di Beozia non fu accompagnata dalla perdita della distinzione di lunghezza vocalica[1].

A partire dalla fine del IV sec., l'attico popolare sembra mostrare valori simili (tranne υ che indica una vocale palatale).

Vocali brevi[modifica | modifica wikitesto]

Anteriori non arrotondate Posteriori arrotondate
Chiuse /i/ /u/
Medie /e/ ε /o/ ο
Aperte /a/

Vocali lunghe[modifica | modifica wikitesto]

Anteriori Posteriori
non arrotondate arrotondate arrtondate
Chiuse /iː/ , ει /yː/ (?) οι /uː/ , ου, υι
Medio-chiuse /eː/ η   /oː/ ω
Medio-aperte /ɛː/ αι    
Aperte /aː/

Il valore /yː/ per οι è attestato più tardi, nel III sec. a.C. Alcuni hanno suggerito uno stadio intermedio /øː/.

Dittonghi[modifica | modifica wikitesto]

/au/(?)
αυ
/eu/(?)
ευ

Non abbiamo prove di quale fosse l'effettiva pronuncia di αυ ed ευ in eolico di Beozia in questo periodo.

Consonanti occlusive ed ex occlusive[modifica | modifica wikitesto]

Bilabiali Dentali Velari
Sorde /p/ π /t/ τ /k/ κ
Sonore /b/ (?) β /d/ (?) δ /ɣ/ γ
Sorde aspirate /pʰ/ (?) φ /tʰ/ (?) θ /kʰ/ (?) χ

L'articolazione fricativa di β, δ, φ, θ e χ non è improbabile, ma non è attestata in Beozia in questo periodo. L'articolazione fricativa di θ è però attestata in dorico di Laconia nel tardo V sec. a.C.; Aristofane in alcune commedie riferisce di questa pronuncia anche nel dorico di Sparta.

Altre consonanti[modifica | modifica wikitesto]

Nasali /m/ μ /n/ ν
(/ŋ/) γ
Liquide (laterali e vibranti) /l/ λ /r/ (~ [r̥ʰ] ?) ρ ()
Sibilanti (fricative alveolari) /s/ σ /z/ ζ, σ
Spirito aspro(?) /h/(?)

Non abbiamo prove dell'effettiva pronuncia dello spirito aspro in eolico di Beozia in questo periodo.

Natura dell'accento[modifica | modifica wikitesto]

L'accento musicale del greco antico probabilmente rimase immutato.

Pronuncia colta, dal IV sec. a.C. fino al periodo romano[modifica | modifica wikitesto]

Fino all'inizio dell'epoca romana alcuni locutori colti potrebbero aver mantenuto una pronuncia conservativa che preservava molti tratti del sistema fonologico del greco antico. Tuttavia, già nel IV sec. a.C., la lingua popolare ad Atene si stava muovendo nella direzione della koinè senza distinzione di lunghezza vocalica. Vedi sopra. Anche nelle iscrizioni attiche colte la pronuncia conservativa sembra essere scomparsa verso la metà del II sec. d.C.

La "pronuncia colta" qui descritta è prevalentemente quella attica pre-koinè.

Vocali brevi[modifica | modifica wikitesto]

Anteriori Posteriori
non arrotondate arrotondate arrotondate
Chiuse /i/ /y/  
Medie /e/ ε   /o/ ο
Aperte /a/

Vocali lunghe[modifica | modifica wikitesto]

Anteriori Posteriori
non arrotondate arrotondate arrotondate
Chiuse /iː/ , ει /yː/ /uː/ ου
Medie /eː/ η, ει   /oː/ ω
Aperte /aː/

Il falso dittongo ει viene confuso con ι nei manoscritti, tranne prima di una vocale dove è confuso con η.

Dittonghi[modifica | modifica wikitesto]

Secondo elemento ι Secondo elemento υ
Dittonghi "brevi" /ai/
αι
/oi/
οι
/yi/
υι
/au/
αυ
/eu/
ευ
 
(Dittonghi "lunghi") (/aːi/)
()
(/oːi/)
()
  (/aːu/)
(ᾱυ)
(/eːu/)
(ηυ)
(/oːu/)
(ωυ)

I dittonghi "lunghi" sono scritti fra parentesi perché si monottonghizzarono gradualmente a partire dal periodo classico; Dionisio Trace (fine del II sec. a.C.) riferisce che nella sua epoca non erano più pronunciati come dittonghi. Nel I sec. d.C. il processo di monottongazione era concluso (vedi la descrizione diacronica per altri dettagli).

Consonanti occlusive[modifica | modifica wikitesto]

Bilabiali Dentali Velari
Sorde /p/ π /t/ τ /k/ κ
Sonore /b/ β /d/ δ /g/ γ
Sorde aspirate /pʰ/ φ /tʰ/ θ /kʰ/ χ

I grammatici e le iscrizioni antiche suggeriscono che le occlusive sonore e aspirate rimasero tali fino all'inizio del periodo romano. Le occlusive sonore si fricativizzarono prima delle aspirate.

Altre consonanti[modifica | modifica wikitesto]

Nasali /m/ μ /n/ ν
(/ŋ/) γ
Liquide (laterali e vibranti) /l/ λ /r/ (~ [r̥ʰ] ?) ρ ()
Sibilanti (fricative alveolari) /s/ σ /z/ ζ, σ
Spirito aspro /h/

Alcuni studiosi ritengono che /ŋ/ sia un allofono di /n/, altri che sia un fonema a parte, e per questo è stato messo fra parentesi.

Quale suono rappresenti ῥ è motivo di discussione, ma probabilmente è un allofono di /r/ scritto con ρ.

ζ scrive la fricativa geminata /z:/.

Natura dell'accento[modifica | modifica wikitesto]

La "lingua colta" manteneva l'accento tonale del greco antico.

Greco egiziano, I sec. a.C.[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal II sec. a.C. il greco in Egitto ha monottonghizzato i dittonghi e perso la quantità vocalica.

Vocali[modifica | modifica wikitesto]

Anteriori Posteriori
non arrotondate arrotondate arrotondate
Chiuse /i/ ι, ει /y/ υ, οι, υι /u/ ου
Medio-chiuse /e/ η    
Medio-aperte /ɛ/ ε, αι   /o/ ο, ω
Aperte /a/ α

Dittonghi[modifica | modifica wikitesto]

/aw/(?)
αυ
/ew/(?)
ευ

La transizione di αυ ed ευ da /au/, /eu/ a /aβ/, /eβ/ era probabilmente già in corso. Diamo qui un probabile stadio intermedio.

Consonanti occlusive[modifica | modifica wikitesto]

Bilabiali Dentali Velari
Sorde /p/ π /t/ τ /k/ κ
Sonore /b/ β /d/ δ /g/ γ
Sorde aspirate /pʰ/ φ /tʰ/ θ /kʰ/ χ

Abbiamo qualche testimonianza della pronuncia fricativa di β e γ nel greco egiziano prima del I sec. d.C. La pronuncia fricativa delle aspirate si generalizza anche più tardi.

Altre consonanti[modifica | modifica wikitesto]

Nasali /m/ μ /n/ ν
(/ŋ/) γ
Liquide (laterali e vibranti) /l/ λ /r/ (~ [r̥ʰ] ?) ρ ()
Sibilanti (fricative alveolari) /s/ σ /z/ ζ, σ
(Spirito aspro) (/h/)

Lo spirito aspro poteva già essere in via di eliminazione nel greco egiziano, e per questo è messo fra parentesi.

Natura dell'accento[modifica | modifica wikitesto]

L'accento musicale ha ceduto il posto all'accento intensivo: l'accento non indica quindi più un innalzamento o un abbassamento del tono di voce, ma una quantità lunga della vocale.

Pronuncia popolare, I sec. a.C. - II sec. d.C.[modifica | modifica wikitesto]

La perdita del senso della quantità nell'attico popolare del IV sec. a.C. e la diffusione del greco sotto Alessandro Magno portò a una riorganizzazione del sistema vocalico della koinè. Nella lingua popolare è scomparsa ogni distinzione di lunghezza vocalica.

Anteriori Posteriori
non arrotondate arrotondate arrotondate
Chiuse /i/ ι, ει /y/ υ, οι /u/ ου
Medie /e/ η    
Medio-aperte /ɛ/ αι, ε   /o/ ω, ο
Aperte /a/ α

I dittonghi si sono chiusi in singole vocali. Dal I sec. a.C. il processo di monottongazione è completato (vedi descrizione diacronica per ulteriori dettagli).

Consonanti occlusive[modifica | modifica wikitesto]

Bilabiali Dentali Velari
Occlusive sorde /p/ π /t/ τ /k/ κ
Fricative sonore /β/ β /ð/ δ /ɣ/ γ
Fricative sorde /ɸ/ φ /θ/ θ /x/ χ

Dal I sec. le consonanti sonore si fricativizzarono in /β, ð, ɣ/. Le sorde aspirate stavano cominciando a fricativizzarsi in /ɸ, θ, x/ nel nord del Mediterraneo.

Altre consonanti[modifica | modifica wikitesto]

Nasali /m/ μ /n/ ν
(/ŋ/) γ
Liquide (laterali e vibranti) /l/ λ /r/ ρ
Sibilanti (fricative alveolari) /s/ σ /z/ ζ, σ
(Spirito aspro) (/h/)

Lo spirito aspro probabilmente era del tutto scomparso nella lingua popolare.

Natura dell'accento[modifica | modifica wikitesto]

L'accentazione ha perso la distinzione fra toni alti e alto-bassi, lasciando solo un tono alto per l'accento intensivo.

IV sec. d.C.[modifica | modifica wikitesto]

Dal IV sec. d.C. la perdita della lunghezza vocalica e dell'aspirazione è con tutta probabilità generalizzata. H era spesso confusa con ι (era quindi pronunciata /i/?), ma ancora occasionalmente anche con ε (quindi pronunciata probabilmente /e/, come lo è oggi nei dialetti greci occidentali, come il pontico e il cappadocico). La pronuncia fricativa per le ex occlusive sonore e sorde aspirate era ormai comune; comunque, alcuni dialetti e locutori colti possono aver mantenuto la pronuncia occlusiva delle sonore e delle aspirate fino alla fine del I millennio.

Vocali[modifica | modifica wikitesto]

Anteriori Posteriori
non arrotondate arrotondate arrotondate
Chiuse /i/ ι, ει, η /y/ υ, οι, υι /u/ ου
Medie /e/ ε, αι, talvolta η (dialettale?)   /o/ ο, ω
Aperte /a/ α

La confusione tra /y/ e /i/ era già iniziata nel II sec. d.C. nel greco egiziano, ma probabilmente non era ancora generalizzata.

Consonanti occlusive ed ex occlusive[modifica | modifica wikitesto]

Bilabiali Dentali Velari
Occlusive sorde /p/ π /t/ τ /k/ κ
Fricative sonore /β/ β /ð/ δ /ɣ/ γ
Fricative sorde /ɸ/ φ /θ/ θ /x/ χ

Altre consonanti[modifica | modifica wikitesto]

Nasali /m/ μ /n/ ν
(/ŋ/) γ
Liquide (laterali e vibranti) /l/ λ /r/ ρ
Sibilanti (fricative alveolari) /s/ σ /z/ ζ, σ

Natura dell'accento[modifica | modifica wikitesto]

L'accento intensivo è probabilmente già generalizzato.

Descrizione fonetica diacronica[modifica | modifica wikitesto]

Perdita della quantità vocalica[modifica | modifica wikitesto]

L'antica distinzione fra vocali lunghe e brevi si perse nella lingua popolare agli inizi della koinè. "Entro la metà del II sec. [a.C.], tuttavia, il sistema aveva subito importanti cambiamenti, in particolare monottongazione, perdita della lunghezza distintiva e il passaggio a un accento intensivo primario"[2].

Dal II sec. a.C., errori ortografici in papiri egiziani non letterari suggeriscono un accento intensivo e la perdita della quantità vocalica. La diffusa confusione fra ο e ω nelle iscrizioni attiche a partire dal II sec. d.C. fu probabilmente causata dalla perdita del senso della quantità vocalica[3].

Transizione verso l'accento intensivo[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema di accentazione delle parole cambiò dalla tonalità all'intensità, cioè una sillaba accentata aveva una sola opzione di tono (alto) ed era presumibilmente pronunciata con più forza e/o sonorità.

A partire dal II sec. d.C. errori ortografici in tutto il Mediterraneo suggeriscono una perdita della quantità vocalica, che si ritiene sia dovuta alla perdita dell'accento musicale. Prove più evidenti dell'accento intensivo appaiono nella poesia fra il II e il III sec. d.C.[4].

Dittonghi[modifica | modifica wikitesto]

Falsi dittonghi[modifica | modifica wikitesto]

Prima di una consonante il dittongo ει aveva iniziato a monottongarsi in attico già dal VI sec. a.C. e ad essere pronunciato come ε̄, quindi probabilmente /eː/. Dal tardo IV sec. a.C. in attico il falso dittongo ει (che ora trascrive entrambi gli esiti etimologici ει ed ε̄) cominciò ad essere pronunciato ῑ, cioè /iː/ (con il valore che quindi ha ancora oggi in greco moderno)[5].

Prima di una vocale il dittongo ει non ha seguito la stessa evoluzione di quando si trovava davanti a consonante[6]. Una teoria per spiegare questa differenza potrebbe essere che ει prevocalico possa aver mantenuto il valore /ej/ fino al IV sec. a.C., in cui /j/ veniva percepito come semiconsonante che legava /e/ alla vocale successiva[7]. Dal tardo IV sec. a.C. il dittongo ει prevocalico iniziò ad essere confuso con η, suggerendo che, contrariamente alla posizione preconsonantica, aveva conservato il valore /e:/, probabilmente con una perdita di opposizione di apertura con η[6]; per l'evoluzione successiva, vedi η più in basso.

In attico, dal VI sec. a.C., il dittongo ου si è monottongato e confuso con ο̄. Mentre il suo valore iniziale poteva essere probabilmente /o:/, potrebbe essersi evoluto in /u:/ molto presto (probabilmente nel VI sec. a.C. e in ogni caso prima del 350 a.C.); questo valore vocalico si è mantenuto fino ad oggi[8].

Dittonghi "brevi" con secondo elemento ι[modifica | modifica wikitesto]

Il dittongo αι si è monottongato probabilmente per primo in /ɛː/. Questo valore è attestato nell'eolico di Beozia all'inizio del IV sec. a.C. ed è testimoniato della confusione di αι con η[9]. La confusione di αι con ε suggerisce che questa transizione sia avvenuta dal II sec. a.C. nel greco egiziano[10]. Ulteriore confusione fra αι ed ε si ritrova in Palestina all'inizio del II sec.[10] e anche in attico a partire dal 125 d.C.; quest'ultimo caso mostra che la monottongazione avvenne nel II sec. a.C. nell'attico colto[11]. Sidney Allen ritiene che la transizione a /e/ (cioè la perdita di distinzione di apertura con ε) sia avvenuta più tardi; sebbene Allen non sia molto esplicito su questo punto, questa teoria sembra basata sull'osservazione che mentre η e αι sono confuse con ε, αι non è confuso con η[12]. In ogni caso, non tutti gli studiosi sembrano essere d'accordo[13]. Non sono state ritrovate testimonianze che possano risolvere la questione.

Il dittongo οι si è monottonghizzato in /yː/ o /y/ (a seconda di quando si è persa la quantità vocalica)[14]. Questo è attestato in eolico di Beozia nel III sec. a.C. con la scrittura di υ per οι, ma probabilmente è un tratto dialettale[15]. Il dittongo οι deve però aver mantenuto valore di dittongo nella lingua colta fino in epoca romana, dal momento che è trascritto oe in latino. Ulteriori prove della monottongazione si trovano nel greco egiziano all'inizio del I sec. a.C., come anche in Palestina all'inizio del II sec. d.C.[16]. Nella lingua colta questa monottongazione sembra attestata dalla scrittura di υ per οι ritrovata in un testo dell'inizio del II sec. d.C. e in un altro del 240 d.C. circa[17]. Vedi la nota sull'evoluzione di υ per la successiva evoluzione.

Inizialmente la koinè sembra possedere il dittongo υι, che si è progressivamente monottonghizzato in /yː/ (scritto υ per ῡ) in attico dal VI sec. al IV sec. a.C. ma fu mantenuto da altri dialetti greci[18]. In seguito si è monottonghizzato in /yː/ o /y/ (a seconda di quando si colloca la perdita della quantità vocalica). L'autore di queste righe non ha trovato nessuna testimonianza di quando questo cambiamento si verificò, ma questa transizione può essere fonologicamente correlata con il passaggio di οι a /yː/~/y/, ed è abbastanza improbabile che abbia avuto luogo in seguito. Vedi la nota sull'evoluzione di υ per la successiva evoluzione.

Dittonghi "brevi" con secondo elemento υ[modifica | modifica wikitesto]

I dittonghi αυ e ευ persero il loro valore /au/ e /eu/ e acquisirono una pronuncia fricativa /aβ/ e /eβ/ o /av/ e /ev/[19]. La confusione di αυ ed ευ con αβ e εβ si ritrova fin dall'inizio del I sec. d.C. nei papiri egiziani, attestando una pronuncia fricativa[20]. Tuttavia questa pronuncia fricativa probabilmente non si è generalizzata subito; ad esempio, alcune iscrizioni nelle catacombe ebraiche mostrano ancora un valore di dittongo nel II-III sec. d.C.[21]. La confusione di αυ e ευ con αβ e εβ diventa sempre più comune nel tardo periodo romano e all'inizio dell'epoca bizantina, suggerendo che a quel tempo doveva essersi ormai generalizzata[22].

Dittonghi "lunghi" con secondo elemento ι[modifica | modifica wikitesto]

Il dittongo [23] inizia a monottongarsi in attico già dal IV sec. a.C., dal momento che era spesso scritto ει e probabilmente pronunciato /e:/. Nella koinè la maggior parte dei dittonghi furono soggetti alla normale evoluzione di /e:/ e finirono quindi per essere pronunciati /i:/. Comunque, in alcune desinenze flessive (soprattutto il dativo singolare della 1ª declinazione e la 3ª persona singolare del congiuntivo) l'evoluzione fu in parte riportata indietro a partire dal 200 a.C. circa, forse per analogia con altre forme della declinazione/coniugazione in cui η era ancora probabilmente pronunciato /e:/[24]. Vedi la nota su η per la successiva evoluzione.

Gli altri dittonghi "lunghi" con secondo elemento ι ( e )[25] si monottonghizzarono dal II sec. a.C., e cominciarono a essere scritti α e ω[26]; il primo era probabilmente pronunciato /a:/, mentre il secondo poteva essere pronunciato /ɔ:/ all'inizio, se la distinzione di apertura non si era ancora persa, e infine era pronunciato /o:/ in ogni caso. Vedi la discussione sulle singole vocali ο e ω per maggiori dettagli.

Dittonghi "lunghi" con secondo elemento υ[modifica | modifica wikitesto]

Quando il dittongo ηυ nei verbi derivava dall'aumento di ευ veniva alterato in ευ dal IV sec. a.C.[27].

Gli altri dittonghi "lunghi" con secondo elemento υ (ᾱυ, ηυ e ωυ) si sono monottonghizzati dal I sec. a.C., mentre erano scritti α, η e ω[28]; il primo era probabilmente pronunciato /a:/, mentre gli altri due /ɛ:/ ed /ɔ:/ all'inizio, se la distinzione di apertura non si era ancora persa (in questo caso allora /e:/ ed /o:/), ed in seguito in ogni caso /i:/ ed /o:/. Per maggiori informazioni, vedi la discussioni delle singole vocali ο, ω ed η.

Singole vocali[modifica | modifica wikitesto]

Tranne η, e contrariamente ai dittonghi, le singole vocali hanno conservato meglio la loro pronuncia.

Come detto sopra, all'inizio della koinè il falso dittongo ει prima di una consonante aveva il valore /i:/, mentre il falso dittongo ου aveva il valore /u:/; questa pronuncia vocalica è rimasta inalterata fino al greco moderno. Davanti a una vocale, il dittongo ει generalmente si è monottonghizzato in /e:/ e confuso con η, condividendone quindi i successivi sviluppi.

La pronuncia delle vocali α, ε̆ ed ι è rimasta inalterata fino al greco moderno come /a/, /e/ ed /i/.

La confusione delle vocali ο ed ω inizia ad essere abbastanza regolare nelle iscrizioni attiche a partire dal II sec. d.C., suggerendo che in questo periodo la distinzione di apertura cominciava a perdersi. Comunque, potrebbe benissimo indicare anche la perdita del senso della quantità vocalica, con una precedente o parallela perdita dell'opposizione di apertura. Infatti, l'attestazione di qualche confusione meno sistematica nelle iscrizioni attiche del IV sec. a.C. può anche indicare una perdita dell'opposizione di apertura nel IV sec. a.C. e la regolarità della confusione nel II sec. d.C. può essere causata dalla perdita del senso della quantità[3].

La distinzione fra η ed ε potrebbe essersi persa in attico nel IV sec. a.C., quando il falso dittongo ει davanti a consonante iniziò ad essere confuso con ι e il dittongo ει prevocalico con η[29]. Nel 150 d.C. circa, le iscrizioni in attico iniziano a confondere η e ι, indicando l'apparizione di una pronuncia /i:/ o /i/ (a seconda di quando si è persa la quantità vocalica) che arrivata fino al greco moderno; sembra comunque che alcuni locutori abbiano conservato la pronuncia /e:/~/e/, dal momento che le iscrizioni in attico continuano in parallelo a confondere η ed ε e le trascrizioni in gotico, e per qualche misura in armeno classico, trascrivono η come e[30].

La koinè adottò per la vocale υ la pronuncia /y/ dello ionico-attico. La confusione con ι appare nei papiri egiziani dal II sec. d.C., suggerendo una pronuncia /i/, ma è probabilmente un tratto regionale[31]. Le trascrizioni in gotico, e per qualche misura in armeno classico, suggeriscono che υ continuava ad essere pronunciato /y/ e si ritiene che il passaggio a /i/ nella corrente principale del greco sia avvenuto alla fine del I millennio[32].

Perdita dell'aspirazione[modifica | modifica wikitesto]

L'aspirazione (intesa come spirito aspro), che già era scomparsa nello ionico dell'Asia Minore e nell'eolico di Lesbo[33], più tardi sparì anche dalla pronuncia della koinè. Errori ortografici nei papiri egiziani suggeriscono che la perdita era già in corso nel greco egiziano nel tardo I sec. d.C.[34]. Trascrizioni in lingue straniere e mutamenti consonantici prima dell'aspirazione attestano che questo fenomeno non era generalizzato prima del II sec. d.C., ma le trascrizioni in gotico indicano che era perlomeno a buon punto nel IV sec. d.C.[35].

Consonanti[modifica | modifica wikitesto]

Fra le consonanti solo β, γ, φ, θ, e ζ sono certamente cambiate dal greco classico; δ e, con meno probabilità, χ sono probabilmente cambiate anch'esse, ma non ci sono prove nella koinè.

La consonante ζ, che aveva probabilmente il valore /zd/ in attico classico[36][37] (alcuni studiosi hanno sostenuto il valore /dz/, ma probabilmente cambiava a seconda del dialetto) acquistò il valore /z/ che ancora ha in greco moderno, apparentemente con pronuncia geminata /z:/ almeno fra due vocali. Le iscrizioni attiche suggeriscono che questa pronuncia era già comune verso la fine del IV sec. a.C.[38].

Nella koinè la sequenza -σσ- è molto più comune del -ττ- attico[39].

Le consonanti φ e θ, che erano in origine le aspirate /pʰ/ e /tʰ/, si evolsero nelle fricative /f/[40] e /θ/. D'altra parte, non ci sono prove specifiche del passaggio della consonante χ da aspirata /kʰ/ a fricativa /x/~/ç/ durante la koinè. Ci sono prove della fricativizzazione di θ nel dorico di Laconia nel V sec. a.C.[41], ma è improbabile che questo abbia influenzato la koinè, che si basa in gran parte sullo ionico-attico. La prima chiara testimonianza della pronuncia /f/ di φ, /θ/ di θ e /x/ di χ risale al I sec. d.C. nelle iscrizioni pompeiane[42]. Tuttavia, altre prove suggeriscono una pronuncia aspirata di θ in Palestina all'inizio del II sec. d.C.[43] e le iscrizioni nelle catacombe ebraiche del II e III sec. a.C. suggeriscono la pronuncia /f/ per φ, /tʰ/ per θ e /kʰ/ per χ, testimoniando che la fricativizzazione di θ non era ancora generalizzata a quel tempo e che la fricativizzazione di φ è precedente a quella di θ e χ[44]. Le trascrizioni armene rendono χ con /kʰ/ fino al X sec. d.C., suggerendo che almeno qualche locutore abbia conservato la pronuncia aspirata fino ad allora[45].

Non si sa con certezza quando le consonanti β, γ e δ, che in origine erano pronunciate /b/, /g/ e /d/, acquisirono il valore /v/[46], /ɣ/ e /ð/ che hanno nel greco moderno[47]. Sebbene alcune prove di una pronuncia fricativa di γ davanti a vocali anteriori si trovino già nel IV sec. a.C., non sembra essere stata la pronuncia standard[48]. I grammatici antichi descrivono la natura occlusiva di queste lettere; β è trascritto b, non v, in latino e Cicerone sembra ancora identificare β con la b latina[49]. Attestazioni in papiri non letterari suggeriscono una pronuncia fricativa in alcuni contesti (soprattutto intervocalici) a partire dal I sec. d.C. circa; in ogni caso, tale pronuncia non era ancora necessariamente generalizzata[50]. La confusione sempre più comune di αυ ed ευ con αβ ed εβ nel tardo periodo romano e all'inizio del periodo bizantino suggerisce che la pronuncia fricativa di β era comune, se non anche generalizzata a quel tempo[22]. Tuttavia, in armeno non si trovano trascrizioni di β con la fricativa /v/ o di γ con la velare sonora /ɣ/ prima del X sec. d.C., suggerendo che la transizione non è stata generale prima della fine del I millennio; in ogni caso, le trascrizioni precedenti potrebbero anche provenire da un contesto colto[51].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I testi beotici in versi in lingua corrente, come anche la poesia di Corinna, conservano la lunghezza vocalica.
  2. ^ Horrocks, 1997, p. 109
  3. ^ a b Allen, 1987, p. 94
  4. ^ Allen, 1987, p. 130
  5. ^ Allen, 1987, p. 74
  6. ^ a b Allen, 1987, p. 72-73
  7. ^ Questa percezione come semiconsonante spiegherebbe perché in attico nel V e IV sec. a.C., sebbene non esistesse un ε̄ prevocalico con cui ει potesse essere confuso, ει era spesso scritto ε; infatti, mentre la confusione sembra essere cessata dopo il IV sec. a.C., molti ει etimologici rimasero nella forma alterata ε̆ nella koinè. Una tale semiconsonante potrebbe essere anche più antica, dato che nella metrica omerica un ει etimologico prevocalico è spesso scritto o come ε breve o come ει lungo. Allen, 1987, page 83-84.
  8. ^ Allen, 1897, p. 75-78
  9. ^ Questo modo di scrivere (ad es., IG 7.1672.6 Θειβῆος = Θηβαῖος, Corinna fr. 664 μέμφομη = μέμφομαι; cf. Lejeune, 1972, pp. 230-1) indica che la transizione di αι ad /ɛː/ era avvenuta in eolico di Beozia ma non in attico all'inizio del IV sec. a.C. (Allen, 1987, p. 74).
  10. ^ a b Randall Buth, Ἡ Κοινὴ Προφορά, p. 3
  11. ^ Allen, 1987, p. 79
  12. ^ Allen, 1987, p. 79. La transizione sarebbe avvenuta dopo che il passaggio da η a /iː/~/i/ si era concluso nella corrente principale del greco, e ciò significa non prima del tardo periodo romano o dell'inizio del periodo bizantino.
  13. ^ Randall Buth, Ἡ Κοινὴ Προφορά
  14. ^ Con possibili stadi intermedi /øj/ e /ø:/
  15. ^ Lejeune, 1972, p. 230-1; Allen, 1987, p. 81. Ad es., IG 7.283 etc. τῦς ἄλλυς προξένυς = τοῖς ἄλλοις προξένοις
  16. ^ Buth, p. 3
  17. ^ Allen, 1987, p. 81
  18. ^ Allen, 1987, p. 81, nota 54
  19. ^ Raffrontabile con la moderna pronuncia [av] e [ev] (in parte assimilati in [af], [ef] prima delle consonanti sorde θ, κ, ξ, π, σ/ς, τ, φ, χ, e ψ; questa assimilazione resta senza datazione)
  20. ^ Buth a p. 4, nota 8, cita Francis Thomas Gignac, A Grammar of the Greek Papyri of the Roman and Byzantine Periods. Volume One: Phonology, Milano, 1976, p. 68, nota 1, e p. 70.
  21. ^ Allen, 1987, p. 80, nota 47
  22. ^ a b Buth, p. 4, nota 8, cita Harrocks, 1997, p. 111
  23. ^ Da notare che la sottoscrizione di ι è una notazione medievale: nei testi antichi dove compare è sempre ascritta.
  24. ^ Allen, 1987, p. 85-86
  25. ^ Ancora, la sottoscrizione di iota è una notazione medievale
  26. ^ Allen, 1987, p. 86. Comunque, quando nei verbi derivava dall'aumento di οι, veniva alterato in οι.
  27. ^ Allen, 1987, p. 87, nota 70
  28. ^ Allen, 1987, p. 87
  29. ^ Allen, 1987, p.73. Questa evoluzione è probabilmente avvenuta all'inizio del IV sec. a.C. in eolico di Beozia, ma in ogni caso non in attico, come mostrato ad esempio da πατειρ in eolico di Beozia, che in attico è πατήρ. Allen, 1987, p. 74.
  30. ^ Allen, 1987, p. 74-75
  31. ^ Allen, 1987, p. 68
  32. ^ Allen, 1987, p. 68, nota 14
  33. ^ Lejeune, 1972, p. 281-282
  34. ^ Buth, pag. 5-6, cita Gignac, p. 137-138
  35. ^ Allen, 1987, p. 53
  36. ^ Allen, 1987, p. 56
  37. ^ Allen, 1987, p. 58, nota 115
  38. ^ Allen, 1987, p. 58
  39. ^ Allen, 1987, p. 13-14
  40. ^ Uno stadio intermedio /ɸ/ è stato proposto da alcuni, ma non esistono prove evidenti a supporto. Allen, 1987, p.25
  41. ^ Ad esempio: Aristofane, Εἰρήνη, l. 214, σιώ per θεώ. Allen, 1987, p. 26
  42. ^ Particolarmente significativo è lasfe per λάσθη
  43. ^ Buth, p. 4
  44. ^ Allen, 1987, p. 24
  45. ^ Allen, 1987, p. 25
  46. ^ Alcuni hanno proposto uno stadio intermedio /β/. Harrocks, p. 112.
  47. ^ Tranne quando sono precedute da una consonante nasale (μ, ν, γ); in questo caso, mantengono il loro antico suono (ad esempio, γαμβρός > γαμπρός /ɣamˈbros/, ἀνήρ, ἄνδρα > άντρας /ˈandras/, ἄγγελος > άγγελος/ˈaŋɟelos/)
  48. ^ Allen, 1987, p. 31-32
  49. ^ Allen, 1987, p. 31
  50. ^ Allen, 1987, p. 32, nota 46
  51. ^ Allen, 1987, p. 32, nota 45

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]