Filemone e Bauci

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Giove e Mercurio ospitati da Filemone e Bauci, olio su tela di Johann Carl Loth, 1659 circa, Vienna, Kunsthistorisches Museum

Filèmone e Bàuci sono i protagonisti di un episodio della mitologia classica tramandato nell'ottavo libro delle Metamorfosi di Ovidio. Il mito di cui i due personaggi sono protagonisti è uno di quegli avvenimenti che venivano raccontati per provare che la virtù dell'ospitalità era ricompensata[1].

Mito[modifica | modifica wikitesto]

Un giorno Zeus ed Ermes, vagando attraverso la Frigia con sembianze umane, cercarono ospitalità nelle case vicine. I soli che li accolsero furono Filemone e Bauci, una coppia di anziani. «Bussando a mille porte, domandavano ovunque ospitalità e ovunque si negava loro l'accoglienza. Una sola casa offrì asilo: era una capanna, costruita con canne e fango. Qui, Filemone e Bauci, uniti in casto matrimonio, vedevano passare i loro giorni belli, invecchiare insieme sopportando la povertà, resa più dolce e più leggera dal loro tenero legame»[2].

Filemone e Bauci al tempio
Filemone e Bauci al tempio – Janus Genelli (1801)

La coppia si offrì di lavare i piedi ai viaggiatori, e diede poi loro da mangiare un pranzo campestre: olive, corniole, radicchio e latte cagliato. Quando però versavano il vino, questo non finiva mai, per cui iniziarono a sospettare della finta identità della divinità. Volevano sacrificare la loro unica oca, ma l'animale aveva intuito che erano dei e andò a nascondersi tra le loro gambe.

Dopo il pranzo gli Dei si palesarono e Bauci e Filemone furono condotti sopra un'alta montagna vicina alla capanna e venne loro comandato di guardare all'indietro: mentre Zeus scatenava la propria ira contro i Frigi, videro tutto il borgo sommerso e distrutto tranne la loro povera capanna che venne trasformata in un tempio maestoso. Zeus si offrì di esaudire qualunque loro desiderio. Filemone e Bauci chiesero solo di diventare sacerdoti del tempio di Zeus e di poter morire insieme. Dopo aver vissuto ancora molti anni, i due coniugi furono trasformati in alberi: Filemone in una quercia e la moglie in un tiglio, uniti per il tronco[2]. Questa meraviglia vegetale, che si ergeva di fronte al tempio, fu venerata per secoli.

I nomi di Filemone e di Bauci sono passati in proverbio per indicare due vecchi sposi che in passato hanno trascorso i loro giorni in un amore reciproco, e ne conservano vivo il sentimento[1].

Filemone e Bauci nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

La trasformazione di Filemone e Bauci
La trasformazione di Filemone e Bauci – Janus Genelli (1801)

Filemone e Bauci nella musica[modifica | modifica wikitesto]

  • Filemone e Bauci, canzone del gruppo Amor Fou e dell'omonimo EP autoprodotto del 2009

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b F. S. Villarosa, Dizionario mitologico-storico-poetico, vol. I, Napoli, Tipografia Nicola Vanspandoch e C., 1841, p. 57.
  2. ^ a b Ovidio, Metamorfosi, lib. VIII.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Publio Ovidio Nasone, Le Metamorfosi, traduzione di Guido Paduano; introdotto da Alessandro Perutelli e commentato da Luigi Galasso, Torino, Einaudi, 2000, ISBN 88-446-0039-0.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Bauci, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 novembre 2015.
  • Filemone, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 novembre 2015.
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