Federico Zappino

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Federico Zappino (Torino, 17 aprile 1983) è un filosofo politico, teorico queer, attivista e traduttore italiano. Ha contribuito all’introduzione della teoria queer in Italia, di cui è uno dei più autorevoli interpreti, e ha elaborato la teoria del comunismo queer e del modo di produzione eterosessuale.

Pensiero[modifica | modifica wikitesto]

L'opera di Federico Zappino é volta a coniugare teoria queer e materialismo, sia integrando la prospettiva queer con la prospettiva materialista (in particolare, del femminismo materialista francese), sia confutando i taciti presupposti eterosessisti alla base del materialismo storico[1][2].

Il culmine di questa elaborazione teorica è raggiunta nella teorizzazione del modo di produzione eterosessuale, enunciata in Comunismo queer (Meltemi, 2019), e in altri scritti successivi, e debitrice del pensiero di Karl Marx, Monique Wittig, Mario Mieli e Judith Butler.

Connessi a questa teorizzazione sono inoltre i temi dell'uguaglianza e della giustizia sociale, dell'intreccio fra neoliberismo e neoconservatorismo (o neofondamentalismo) e dell'amore.

La teoria del modo di produzione eterosessuale[modifica | modifica wikitesto]

Con la categoria di modo di produzione, Marx fa riferimento al criterio che presiede all’insieme delle relazioni sociali produttive e all’organizzazione dei mezzi di produzione; "produzione" che, per Marx, significa trasformazione della materia in un bene. Il modo di produzione è dunque un "criterio sociale" - che Marx esplicitamente intende come contrapposto all'"essenza" - per mezzo del quale ogni materia viene trasformata in un bene, acquisendo valore. Se c’è un modo a informare questa produzione, in altre parole, significa che in questo processo di trasformazione della materia è all’opera un criterio che promana dal modo in cui sono organizzate le relazioni sociali, e che è volto a riprodurle. Per Marx, il "fine" del modo di produzione capitalistico è la riproduzione della società capitalistica.

Tuttavia, Marx non contemplava la materia corporea fra le materie suscettibili di "produzione". Secondo Federico Zappino, invece, anche i corpi, nella loro materialità, subiscono un processo di trasformazione ai fini dell’acquisizione di un genere, il cui valore è tanto culturale quanto economico. È questo il modo di produzione eterosessuale. L’eterosessualità, secondo Zappino, diventa così il "criterio sociale" (in quanto relazionale), o addirittura la razionalità, che presiede alla trasformazione delle materie corporee in un determinato genere, in una cornice rigidamente binaria (maschi/femmine; uomini/donne).

In base a questa teoria, lungi dal poter essere intesa solo come un orientamento sessuale o una pratica sessuale o affettiva, l'eterosessualità costituisce dunque un modo di produzione dei soggetti e delle relazioni. L'eterosessualità produce infatti gli uomini e le donne in quanto tali e, di conseguenza, ogni forma di soggettivazione e di rapporto sociale, improntati alla diseguaglianza e alla gerarchia fra i due gruppi sociali di genere (maschi > femmine; uomini > donne). Tuttavia, se Zappino parla di un "modo" di produzione e non semplicemente dei generi come "prodotti sociali" (o "costruzioni sociali") è perché, sulla scorta dell'insegnamento di Wittig, intende l'eterosessualità come un "sistema sociale che si fonda sull'oppressione delle donne da parte degli uomini, e che produce la dottrina della differenza tra i sessi per giustificare questa oppressione"[3]: ciò avverrebbe attraverso la costante trasfigurazione di determinate differenze anatomiche, di per sé non connotate, in principi di classificazione sociale. In altre parole, alla "produzione eterosessuale" sarebbero sottesi una razionalità ben determinata e dei criteri che stabiliscono cosa e come debba prodursi e per quali scopi, secondo modalità di fatto indistinguibili dalla gerarchizzazione e dalla diseguaglianza. Per Zappino, infatti, il "fine" del modo di produzione eterosessuale è la riproduzione della società come eterosessuale (ossia, fondata sul binarismo di genere, sulla complementarità fra i generi e sulla gerarchia fra i generi) e, dunque, come ontologicamente diseguale: la produzione costante di uomini e donne dà infatti luogo alla riproduzione costante di rapporti sociali improntati alla diseguaglianza.

Il modo di produzione eterosessuale presiede alla diseguaglianza di genere e sessuale - la diseguaglianza fra uomini e donne; la diseguaglianza tra forme normative e abiette del genere e della sessualità. Ma c’è di più: il modo di produzione eterosessuale presiede, in un’accezione decisamente più ampia, alla diseguaglianza sociale. Non esisterebbe la società, d’altronde, se i soggetti non intrattenessero fra loro una qualche forma di relazione. Ogni soggetto, tuttavia, prende parte alle relazioni sociali recando già da sempre, con sé, un genere. E se questo genere è venuto producendosi per mezzo di una razionalità gerarchica, ciò significa che esso costituisce il perno per mezzo del quale si produce - e riproduce - ogni diseguaglianza sociale[4].

Teorizzare il modo di produzione eterosessuale significa delineare un’ontologia del sociale: ciò significa che la società, nel suo insieme, è l’esito di questo modo di produzione, e benché la mia insistenza su di esso (nel peculiare modo in cui, perlomeno, ho tentato di insistervi) ci conduca a considerare di primaria importanza la particolarità dei suoi effetti - il fatto, cioè, che tali effetti non riguardano tutti i gruppi sociali allo stesso modo -, al contempo esso indica in termini universali il modo in cui si produce e riproduce la società, a partire da ciascuna sua singola, materica, componente. E nella misura in cui il modo in cui si fa società è improntato alla diseguaglianza, nelle molteplici forme che questa può assumere, la trasformazione sociale in un senso più egualitario e giusto non può che derivare dalla sovversione del suo proprio modo di produzione[5].

La teoria del modo di produzione eterosessuale di Federico Zappino confligge esplicitamente con la tendenza, di ispirazione foucaultiana, a concepire l'eterosessualità come il risultato dei discorsi medici e psichiatrici di fine Ottocento e, dunque, come mero "orientamento sessuale" la cui invenzione sarebbe recente. La mera storicizzazione dell'orientamento sessuale eterosessuale, infatti, rischia di occultare il fatto che per potersi concretare in un orientamento sessuale determinato, l'eterosessualità deve essere già all'opera come sistema sociale e come modo di produzione, dal momento che non sarebbe possibile pensare (e produrre) né un "appetito ordinario per l'altro sesso" né qualsivoglia "perversione del desiderio" in assenza di due sessi opposti e gerarchicamente naturalizzati. La produzione di questi due sessi è invece l'effetto specifico del modo di produzione eterosessuale, che pertanto non può essere ridotto a un "orientamento", dacché proprio ogni orientamento ne dipende in maniera strutturale.

Così inteso, il modo di produzione eterosessuale precede storicamente e logicamente il modo di produzione capitalistico. In quanto modo di produzione dei generi, infatti, l’eterosessualità costituisce "il modo di produzione delle risorse simboliche, materiali, soggettive e relazionali da cui il capitalismo necessariamente attinge per dispiegare il proprio dominio"[6].

Specificare la precedenza del modo di produzione eterosessuale su quello capitalistico ha una precisa funzione sia per la teoria politica marxista e per i movimenti anticapitalisti, sia per i movimenti che lottano per una trasformazione delle relazioni di genere e sessuali. Secondo Zappino, infatti, entrambi sarebbero accomunati dal rischio di occultare, naturalizzandola, la posizione strutturale del modo di produzione eterosessuale. I primi, auspicando un superamento del capitalismo improntato a una concezione delle classi e del rapporto tra struttura e sovrastruttura che declassa a questioni "sovrastrutturali" (intese come "culturali", contrapposte in senso deteriore a quelle "economiche") le gerarchie e le diseguaglianze ingenerate dal modo di produzione eterosessuale. I secondi, auspicando invece una trasformazione delle relazioni di genere e sessuali improntata più o meno esplicitamente a una concezione liberale, al suo lessico politico e al suo corredo di correttivi formali (eguaglianza dei diritti; riduzione dell'oppressione sistemica alla mera discriminazione giuridica; retorica della libertà di scelta individuale), contribuendo più o meno consapevolmente a occultare la matrice dell'oppressione di genere e sessuale - appunto, l'eterosessualità come modo di produzione[7]. Di questo secondo aspetto sarebbe secondo Zappino responsabile la razionalità neoliberista, che si è affermata proprio squalificando le elaborazioni teoriche più radicali del femminismo e della politica gay e lesbica (declassate a ideologie in senso peggiorativo), e facendo interamente coincidere la pensabilità delle questioni di genere e sessuali solo nei termini della rivendicazione dei diritti civili e politici, anziché in quelli della trasformazione delle relazioni intersoggettive e dei rapporti di produzione.

Dal punto di vista politico, dunque, la teoria del modo di produzione eterosessuale intende contribuire a una maggiore, e più precisa, interconnessione tra la lotta anticapitalista e la lotta per la trasformazione delle relazioni di genere e sessuali. Dal punto di vista teorico, mira a inquadrare entrambe queste lotte in una prospettiva materialista che assuma la posizione strutturale del modo di produzione eterosessuale, ai fini della sua sovversione: se il modo di produzione eterosessuale è ciò che offre al capitalismo le risorse umane, simboliche e relazionali per affermarsi storicamente e riprodursi attualmente, la sua sovversione costituisce uno dei requisiti per il superamento del modo di produzione capitalistico stesso.

La sovversione dell'eterosessualità[modifica | modifica wikitesto]

Nella proposta filosofico-politica di Federico Zappino, la posta in gioco della teoria del modo di produzione eterosessuale assume il nome di sovversione dell'eterosessualità: formula piuttosto disambigua che discende direttamente dalla teorizzazione di Monique Wittig (per la quale il prerequisito di una società fondata sull'eguaglianza è ciò che definisce "distruzione dell'eterosessualità"), e che risulta coerente con la prospettiva della storica Lillian Faderman, la quale, in Surpassing the Love of Men (1981), parla apertamente di "overthrowing of heterosexuality"[8].

L'elaborazione di questo versante del suo pensiero porta Zappino a confrontarsi con i limiti della teoria queer statunitense. La sovversione dell'eterosessualità costituisce infatti un'alternativa tanto rispetto alla risignificazione parodica del genere quanto alla sua abolizione tout court: prospettive contrapposte, ma entrambe diffuse nel pensiero e nella politica queer.

La prima trova la sua teorica principale in Judith Butler, per cui l'eterosessualità rappresenta "una legge obbligatoria, ma anche una commedia inevitabile", da contrastare con risignificazioni e citazioni parodiche dei generi[9]. Per Butler, infatti, l'eterosessualità presuppone identità di genere e posizionamenti soggettivi normativi che si rivelano intrinsecamente impossibili da incarnare, ed è proprio per questo che finirebbe col rovesciarsi costantemente in una parodia di se stessa. Dal momento che ogni identità di genere - maggioritaria o minoritaria - risulterebbe "parzialmente e inevitabilmente costituita" dai "costrutti eterosessuali", l'appropriazione e la rimessa in campo "delle categorie stesse dell'identità" rappresenterebbero allora la "strategia più insidiosa ed efficace" contro gli effetti violenti della norma eterosessuale. Voler trascendere del tutto questo gioco, per Butler, significherebbe precludersi categoricamente qualsivoglia riappropriazione parodica del genere a favore di una "distruzione" dell'eterosessualità coincidente con la pericolosa "restaurazione" di un universalismo umanista caratterizzato da "un'ontologia unificata"[10].

Secondo Federico Zappino, al contrario, le dislocazioni e le risignificazioni parodiche di cui parla Butler sarebbero da intendersi come strategie di sopravvivenza e di resistenza la cui "legittimità e necessità" non dovrebbe mai essere "confusa con una scelta" né "distogliere dal fatto che, in assenza della "sovversione dell'eterosessualità", tutte le minoranze di genere e sessuali continueranno sempre "a dipendere dal caso o dalla fortuna della propria individuale scaltrezza di ingegnarsi in citazioni, risignificazioni e dislocazioni"[11]. In altre parole, le strategie proposte ed evidenziate da Butler non fanno che maneggiare e rielaborare in seconda istanza i generi così come sono già stati prodotti dal sistema sociale eterosessuale, senza comportare nulla rispetto al funzionamento sistemico del "modo di produzione eterosessuale".

Rispetto all'abolizione del genere, auspicata dalle frange più radicali dei movimenti femministi e queer, Zappino propone di spostare l'attenzione sull'eterosessualità come modo di produzione nell'ottica della sua sovversione, dal momento che il genere "non esiste di per sé, in un vacuum, ma sempre strutturalmente". Si tratta dunque di rimettere l'abolizione del genere "coi piedi a terra", connettendola "alle relazioni e alle pratiche sociali entro le quali i generi acquisiscono intelligibilità rafforzando, consciamente o inconsciamente, il loro modo di produzione" e aggredendo direttamente "la complessa struttura culturale, politica ed economica che li produce"[12]. L'insistenza di Federico Zappino è volta a sottolineare l'effettività materiale, modale e sistemica dell'eterosessualità, a metterne in luce l'irriducibilità rispetto all'agire individuale[13].

Produzione editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2010, Federico Zappino traduce uno dei testi fondativi della teoria queer, Epistemology of the Closet di Eve Kosofsky Sedgwick, pubblicato vent'anni prima negli Stati Uniti e inedito in italiano. Il libro, pubblicato il 14 luglio 2011 con l'editore Carocci, ottiene ampi riscontri nel dibattito pubblico e accademico al punto che, come verrà fatto notare alcuni anni dopo, "non è insensato pensare che la traduzione del libro di Sedgwick, nel 2011, abbia stimolato un riaccendersi del dibattito (e dell’attivismo) queer in Italia"[14].

Nel novembre del 2011, in occasione di una presentazione a Firenze dell'opera di Sedgwick, Liana Borghi[15] gli affida la traduzione di un articolo di Judith Butler del 1988, Performative Acts and Gender Constitution, da inserire all'interno della prima antologia in italiano di teoria queer, Canone inverso (a cura di E.A.G. Arfini e C. Lo Iacono) del 2012. Questo lavoro apre la strada all'opera di traduzione, nel biennio successivo, di due lavori della filosofa statunitense, La vita psichica del potere e Fare e disfare il genere, pubblicati entrambi con Mimesis. Nonostante le edizioni originali delle opere risalissero rispettivamente al 1997 e al 2004, e nonostante si trattasse di due ritraduzioni, i riscontri delle due pubblicazioni destano l'attenzione critica internazionale[16]. Contestualmente a queste due pubblicazioni, inoltre, appaiono altre opere di Butler: le ritraduzioni di Gender Trouble del 1990 (Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell'identità, Laterza, 2013) e Precarious Life del 2003 (Vite precarie. I poteri della violenza e del lutto, Postmedia Books, 2013) e la traduzione di Parting Ways: Jewishness and the Critique of Zionism (Strade che divergono, Raffaello Cortina, 2013).

In particolare, la ritraduzione di Fare e disfare il genere (titolo che Zappino concorda direttamente con Butler), è trainata dalla nota a margine del traduttore Il genere, luogo precario, che favorisce una rilettura e ricontestualizzazione politica del libro da parte dei movimenti sociali, ampliando l'alleanza fra movimenti queer, transgender e femministi e movimenti contro la precarizzazione e il neoliberismo[17][18]. Le energie di questa alleanza confluiranno nel volume collettaneo Il genere tra neoliberismo e neofondamentalismo, pubblicato il 22 settembre 2016 dalla casa editrice Ombre corte: libro ampiamente citato e discusso che raccoglie saggi scritti da oltre venti militanti dei movimenti queer, femministi e trans italiani[19][20][21][22][23] e che, come è stato fatto notare, anticipa "la potente riemersione dei movimenti femministi e Lgbtq, dall'Argentina alla Polonia, dal Messico alla Turchia, dal Cile all'Islanda, dal Brasile all'Italia, passando per gli Stati Uniti"[24].

Sempre nel 2016 Zappino riceve dalla casa editrice Nottetempo l'incarico di tradurre Notes toward a Performative Theory of Assembly, pubblicato l'anno prima da Harvard University Press. Data alle stampe il 9 febbraio 2017 (e ripubblicata nuovamente nel 2023), l'opera prenderà il titolo di L'alleanza dei corpi. Note per una teoria performativa dell'azione collettiva, riscuotendo anche in questo caso un enorme successo di critica[25]: sulle pagine de L'Espresso, Chiara Valentini parlerà di "traduzione appassionata"[26] e la filosofa Luisa Muraro ne elogerà il lavoro traduttivo, sulle pagine di Alfabeta[27]. Sulla scia del successo de L'alleanza dei corpi, Zappino prosegue la collaborazione con Nottetempo e, nel 2019, firma il contratto per la traduzione del nuovo lavoro di Butler, The Force of Nonviolence: An Ethico-Political Bind (Verso Books), contemporaneamente alla sua uscita nel Regno Unito e negli Stati Uniti. L'opera vedrà la luce il 3 settembre 2020, in piena pandemia di Covid-19, col titolo La forza della nonviolenza. Un vincolo etico-politico.

Il 2019 è l'anno di uscita sia del libro Comunismo queer: Note per una sovversione dell'eterosessualità, pubblicato da Meltemi come libro apripista della collana "Culture radicali" coordinata dal gruppo Ippolita, sia della prima traduzione italiana di The Straight Mind and Other Essays di Monique Wittig, col titolo Il pensiero eterosessuale (Ombre corte), pubblicata dalla casa editrice Beacon Press ventisette anni prima e mai tradotta integralmente in italiano. Ristampata nel 2021 e, nuovamente, nel 2023, la traduzione sortisce l'effetto di ridestare l'attenzione, in Italia, per l'opera di Wittig, come testimoniato dalla pubblicazione o ripubblicazione, nei mesi e anni successivi, di altre opere della teorica francese, o a lei dedicate. Tradotta contestualmente alla scrittura di Comunismo queer (le due opere usciranno lo stesso giorno 18 aprile 2019), Zappino farà ripetutamente riferimento all'opera e alla figura di Monique Wittig come fonte di ispirazione primaria.

Il 12 maggio 2022, la casa editrice parigina Syllepse pubblica la traduzione in francese di Comunismo queer: Communisme queer. Pour une subversion de l'hétèrosexualité, con una nuova prefazione dell'autore. Nello stesso anno, Zappino riceve l'incarico dalla casa editrice Laterza di tradurre l'opera della filosofa Chiara Bottici, Anarchafeminism, e, nel 2023, dell'ultima opera di Judith Butler, What World Is This? A Pandemic Phenomenology, pubblicata da Columbia University Press.

Il 23 dicembre 2023, la casa editrice DeriveApprodi annuncia in anteprima la pubblicazione, di prossima uscita, dell'opera L'estasi e la melanconia. Saggio sul pensiero di Judith Butler.

Il 12 gennaio 2024, la casa editrice Mimesis pubblica la nuova edizione di Alchimia e utopia (1990) del filosofo Luciano Parinetto, a cura di Gruppo Ippolita, con una postfazione di Federico Zappino: Ma l'uomo onnilaterale non sarà un "uomo". Alchimie del corpo e orgasmi prostatici nel pensiero inclassificabile di Parinetto.

Nell'aprile del 2024, la casa editrice Mimesis dirama nei principali siti di distribuzione libraria la notizia della pubblicazione, prevista per il 10 maggio, di Un materialismo queer è possibile e altri scritti politici. L'opera di copertina è realizzata dall'artista Percy Bertolini.[28]


Opere[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Eve Kosofsky Sedgwick, Stanze private: Epistemologia e politica della sessualità, Carocci, 2011 (Epistemology of the Closet, California University Press, 1990);
  • Judith Butler, Atti performativi e costituzione del genere, in E.A.G. Arfini, C. Lo Iacono (cur.), Canone inverso. Antologia di teoria queer, Edizioni ETS, 2012 (Performative Acts and Gender Constitution: Essay in Phenomenology and Feminist Theory, "Theatre Journal", 1988);
  • Tim Dean, La cultura della "fecondazione": Barebacking, Bugchasing, Giftgiving, in C. Rinaldi (cur.), Alterazioni. Introduzione alle sociologie dell'omosessualità, Mimesis, 2012 (Breeding Culture: Barebacking, Bugchasing, Giftgiving, "The Massachusetts Review", 2008);
  • Judith Butler, La vita psichica del potere: Teorie del soggetto, Mimesis, 2013 (The Psychic Life of Power: Theories in Subjection, Stanford, 1997):
  • Judith Butler, Fare e disfare il genere, Mimesis, 2014 (Undoing Gender, Routledge, 2004);
  • Pierre Dardot, Christian Laval, Del comune, o della rivoluzione nel XXI secolo, DeriveApprodi, 2015 (con A. Ciervo e L. Coccoli, prefazione di Stefano Rodotà) (Commun: Essai sur la révolution au XXI siècle, La Découverte, 2014);
  • Judith Butler, L’alleanza dei corpi: Note per una teoria performativa dell’azione collettiva, Nottetempo, 2017 (Notes Toward a Performative Theory of Assembly, Harvard University Press, 2015);
  • Monique Wittig, Il pensiero eterosessuale, ombre corte, 2019 (The Straight Mind and Other Essays, Beacon Press, 1991);
  • Judith Butler, La forza della nonviolenza: Un vincolo etico-politico, Nottetempo, 2020 (The Force of Nonviolence: An Ethico-Political Bind, Verso, 2020);
  • Chiara Bottici, Nessuna sottomissione: Il femminismo come critica dell’ordine sociale, Laterza, 2023 (Anarchafeminism, Bloomsbury, 2021);
  • Judith Butler, Che mondo è mai questo?, Laterza, 2023 (What World is This? A Pandemic Phenomenology, Columbia University Press, 2023).

Scritti politici[modifica | modifica wikitesto]

  • Essere queer e senza tetto. Le minoranze sessuali e di genere e il problema della casa, in "Il Tascabile", 11 novembre 2021
  • Un ddl perfettibile, un dibattito drogato dai social network, in "il manifesto", 29 maggio 2021
  • Se la destra strumentalizza il pensiero queer, in "DinamoPress", 11 maggio 2021
  • Un materialismo queer è possibile? Lettera a Rifondazione Comunista a margine del dibattito sul ddl Zan, in "rifondazione.it", 23 aprile 2021
  • Sul modo di produzione eterosessuale (a cura di L. Petrachi), in "Machina", 20 novembre 2020
  • Una rapsodia etero, in "Alfabeta2", 20 gennaio 2019
  • Il queer come modo di produzione, in "DinamoPress", 13 agosto 2018
  • Quale comunismo queer? Intervento per Marx 2018: rifondare il comunismo, rifondare l’Europa, in "rifondazione.it", 4 maggio 2018
  • Note per una giustizia sentimentale, in “OperaViva”, 14 gennaio 2018
  • La transessualità, modo di produzione del comune, in "Alfabeta2", 14 novembre 2017
  • Ideologia e spirito di scissione in Gramsci dalla prospettiva del separatismo queer, in “OperaViva”, 18 settembre 2017
  • Orgoglio, resistenza, sovversione, in “OperaViva”, 4 luglio 2017
  • La volontà di negare, II. Norme di genere e stereotipi di genere (con D. Ardilli), in “il lavoro culturale”, 28 aprile 2017
  • Gli strumenti del padrone e la casa del padrone, in “OperaViva”, 7 marzo 2017
  • Matrice eterosessuale e critica del discorso post-genere, in “Effimera”, 19 novembre 2016
  • Note su potere e resistenza, in "Effimera", 16 ottobre 2016
  • Il Partito Nazionale della Fertilità. Governo della vita e capitale riproduttivo (con A. Balzano), in “OperaViva”, 8 settembre 2016
  • Fine della differenza sessuale?, in "Effimera", 9 agosto 2016
  • Sovversione dell'eterosessualità, in "Effimera", 31 marzo 2016
  • Il diritto, l’amore e i fantasmi, in “Effimera”, 28 febbraio 2016
  • La sfida della teoria del gender: eliminare i presupposti dell’omo-lesbo-transfobia, in “L’indice”, 2, 2016
  • La volontà di negare. La teoria del gender e il panico eterosessuale (con D. Ardilli), in “il lavoro culturale”, 14 luglio 2015

Nella cultura[modifica | modifica wikitesto]

  • In seguito alla pubblicazione di Comunismo queer appaiono, nei Pride italiani, striscioni inneggianti al "comunismo queer" volti a segnalare, all'interno del movimento Lgbt+, la presenza di istanze politiche materialiste, non riducibili alla sola rivendicazione di riconoscimento e diritti civili[29].
  • Nell'aprile del 2022, la rivista "Vice" inserisce Comunismo queer fra i settanta libri per celebrare il primo Lgbt+ History Month italiano[30].
  • Il film documentario Corpi liberi di Fabiomassimo Lozzi (Inthefilm / Nuvole rapide Produzioni, Italia 2021) è liberamente ispirato a Comunismo queer.
  • Nel 2021, Federico Zappino è fra i membri della giuria del MiX - Festival Internazionale di Cinema Lgbtq+ e Cultura Queer, insieme alla scrittrice Lidia Ravera e alla sceneggiatrice Francesca Manieri. Su invito della Direzione artistica del Festival, firma inoltre il Manifesto dell'intera edizione insieme al giornalista Fabio Bozzato[31][32][33].
  • Il nome "Federico" che compare nel sonetto di apertura alla sezione Mario Mieli in ciclostile del libro di poesie Campi di battaglia di Jessy Simonini (Sensibili alle foglie, 2021, p. 73) è quello di Federico Zappino. Nell'opera, che costituisce una riscrittura del celebre sonetto di Dante Alighieri, Guido, i' vorrei che tu Lapo ed io, il poeta immagina di "esser preso per incantamento" con "Mario" (Mario Mieli) e "Carla" (Carla Lonzi) e di ritrovarsi in un "vasel" o in una "stanza piena zeppa di merletti" insieme alle teoriche femministe "Adrienne" (Adrienne Rich) e "Monique" (Monique Wittig), alle attiviste trans "Porpora" (Porpora Marcasciano) e "Marcella" (Marcella Di Folco), alla cantante "Dalida" e, appunto, a "Federico".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Federico Zappino, Il modo di produzione eterosessuale. Elementi per una teoria generale, in Anna Montebugnoli (cur.), Sulla soglia delle forme: Genealogia, estetica e politica della materia, Meltemi, 2022.
  2. ^ Federico Zappino, Note per una sovversione dell’eterosessualità: comunismo queer, su Scenari, 13 novembre 2021. URL consultato il 20 settembre 2023.
  3. ^ Monique Wittig, Il pensiero eterosessuale (1991), a cura di Federico Zappino, ombre corte, 2019, p. 41.
  4. ^ Federico Zappino, Il modo di produzione eterosessuale. Elementi per una teoria generale, cit., p. 196.
  5. ^ Ivi, p. 208.
  6. ^ Federico Zappino, Comunismo queer. Note per una sovversione dell'eterosessualità, Meltemi, 2019.
  7. ^ Un libro scomodo, per fortuna, su DINAMOpress, 25 agosto 2019. URL consultato il 21 settembre 2023.
  8. ^ Lorenzo Petrachi, Rovine dell'amicizia, Napoli-Salerno, Orthotes, 2022, p. 239.
  9. ^ Judith Butler, Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell'identità (1990), trad. it. di Sergia Adamo, Laterza, 2013, p. 173.
  10. ^ Ivi, p. 174.
  11. ^ Federico Zappino, Femminismo (e) queer: Per una critica dell'eterosessualità, in Anna Curcio (cur.), Introduzione ai femminismi, DeriveApprodi, 2019, pp. 82-83.
  12. ^ Sul modo di produzione eterosessuale, su Machina, 20 novembre 2020. URL consultato il 21 settembre 2023.
  13. ^ Per una ampia ricostruzione, cfr. Lorenzo Petrachi, Rovine dell'amicizia, cit., pp. 264 e ss.
  14. ^ Undoing gender | Michela Baldo, su www.doppiozero.com. URL consultato il 18 settembre 2023.
  15. ^ Federico Zappino, Liana l'anarchica, separatista, queer, in AA.VV., Tessiture. Il pensiero fertile di Liana Borghi, Fandango Libri, Roma 2022.
  16. ^ Michela Baldo, Queer Translation as Performative and Affective Un-doing, Routledge, 22 settembre 2017, pp. 188–205, ISBN 978-1-315-50597-8. URL consultato il 18 settembre 2023.
  17. ^ Olivia Fiorilli, Butler ai tempi dell'economia della promessa (di riconoscimento), su Effimera, 24 settembre 2015. URL consultato il 18 settembre 2023.
  18. ^ Cristina Morini, La “nostra” Butler, su Effimera, 27 dicembre 2014. URL consultato il 18 settembre 2023.
  19. ^ (EN) Il queer come metodo e le imprevedibilità perturbanti dei corpi, su il manifesto, 6 ottobre 2016. URL consultato il 18 settembre 2023.
  20. ^ Simona de Simoni, Per un'epistemologia queer del vivente / Il fondamentalismo sessuato del neoliberismo, su OperaViva Magazine, 24 ottobre 2016. URL consultato il 18 settembre 2023.
  21. ^ Alberto Pinto, Il coraggio di essere “ideologici”, su Effimera, 24 dicembre 2016. URL consultato il 18 settembre 2023.
  22. ^ Bia Sarasini, Se il genere lotta contro il neoliberismo • LetterateMagazine. Scritture Politiche Culture, su LetterateMagazine. Scritture Politiche Culture, 2 dicembre 2016. URL consultato il 18 settembre 2023.
  23. ^ The Theme Foundry, Un nuovo genere di rivoluzione | tysm, su tysm.org, 2016. URL consultato il 18 settembre 2023.
  24. ^ Pratiche Queer e Gender’s Strike verso l’8 marzo, su DINAMOpress, 8 febbraio 2017. URL consultato il 18 settembre 2023.
  25. ^ Michela Baldo, Activist translation, alliances, and performativity, Routledge, 2 giugno 2020, pp. 30–48, ISBN 978-1-315-14966-0. URL consultato il 18 settembre 2023.
  26. ^ Eserciti a corpo nudo (PDF), su edizioninottetempo.it.
  27. ^ You are being redirected..., su www.edizioninottetempo.it. URL consultato il 18 settembre 2023.
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Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN308770911 · ISNI (EN0000 0004 3465 5996 · SBN RMBV280518 · LCCN (ENno2014077136 · GND (DE1192395158