Eupyrrhoglossum sagra

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Eupyrrhoglossum sagra
Eupyrrhoglossum sagra
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneDitrysia
SuperfamigliaBombycoidea
FamigliaSphingidae
SottofamigliaMacroglossinae
TribùDilophonotini
SottotribùDilophonotina
GenereEupyrrhoglossum
SpecieE. sagra
Nomenclatura binomiale
Eupyrrhoglossum sagra
(Poey, 1832)
Sinonimi

Macroglossa harpyia
(Schaufuss, 1870)
Macroglossa sagra
Walker, 1856
Macroglossum sagra
Poey, 1832

Eupyrrhoglossum sagra (Poey, 1832)[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in America Settentrionale, Centrale e Meridionale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Adulto[modifica | modifica wikitesto]

È immediatamente riconoscibile per la macchia semitrasparente osservabile nella zona subterminale dell'ala anteriore, tra le nervature Rs3 ed Rs4, che non si fondono apicalmente. In particolare, Rs3 termina sul margine costale, poco prima dell'apice.[1][2][3]
L'ala anteriore, che è più robusta e sviluppata di quella posteriore, mostra una colorazione di fondo grigio-brunastra, con aree marroni e la presenza di geometrie complesse. Nell'area sub-basale si osserva una fascia nerastra, esternamente bordata di grigio. Si nota anche una macchia discoidale traslucida tra M3 e CuA1.[2][3]
L'ala posteriore è marrone scuro, più grigiastra a livello basale, con una banda gialla molto vivace che corre lungo l'area postdiscoidale; a differenza delle specie congeneri, la suddetta banda risulta più stretta e di ampiezza abbastanza costante, con un lieve restringimento in prossimità dell'estremità anale. Sono inoltre visibili alcune lunule gialle lungo il margine, particolarmente in prossimità del tornus.[2][3]
La pagina inferiore dell'ala anteriore ha una colorazione di fondo marrone scura, interrotta da aree più chiare in prossimità della cellula discoidale; quella dell'ala posteriore, invece, appare brunastra, ma il colore diventa un grigio chiaro via via che ci si avvicina alla zona basale. la banda gialla, ben visibile sul recto, qui è più accennata e si allarga solo in prossimità del margine posteriore.[2][3]
Il capo è provvisto di cresta mediana come pure il torace; gli occhi sono molto sviluppati.[2][3]
Le antenne sono sottili, non clavate, leggermente uncinate alle estremità ed hanno una lunghezza pari a circa la metà della costa.[2][3]
Il torace è grigio pallido, in forte contrasto con i fianchi e con la cresta dorsale mediana, che sono più scuri. Ventralmente risulta grigio molto chiaro.[2][3]
L'addome si mostra scuro, largo e tozzo, ed è provvisto di due ciuffi laterali terminali piuttosto squadrati. Manca l'anello argentato in corrispondenza del secondo segmento, mentre si notano due fasce pseudodorsali più chiare.[2][3]
I sessi sono simili.[2][3]
Nel genitale maschile, lo gnathos è sottile, con uncini non troppo ricurvi. L'edeago mostra, sul margine destro della parte acuminata, una fila di setae, con apice circondato da altre setae simili; questa parte è omologa al "frustino" visibile nelle altre specie. Si osserva inoltre un processo molto lungo, situato al margine dell'imboccatura dell'edeago, e che rappresenta un prolungamento della parete dell'edeago stesso; il suddetto processo appare piatto, con un lato concavo in corrispondenza della superficie interna dell'edeago stesso, e si incurva a formare una spirale irregolare che regge circa 25 diramazioni distribuite in modo irregolare, tutte dallo stesso lato e più o meno della stessa lunghezza.[3]
Nel genitale femminile, l'ostium bursae risulta traslato lateralmente ed in senso prossimale, e giace all'interno di una plica ricurva.[3]
L'apertura alare va da 51 a 53 mm.[4]

Larva[modifica | modifica wikitesto]

Il bruco è verde brillante, cilindrico, con la testa lievemente più scura ed cornetto caudale rossastro ben sviluppato. Sono visibili due bande chiare longitudinali, site in posizione pseudodorsale, oltre a sette bande chiare trasversali lungo la linea degli spiracoli.[4]

Pupa[modifica | modifica wikitesto]

Le crisalidi appaiono nere, lucide, con iridescenze di colore arancione scuro; si rinvengono entro bozzoli posti a scarsa profondità nella lettiera del sottobosco. La fase pupale dura circa quindici giorni.[4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Localizzazione geografica dell'isola di Cuba, locus typicus della specie[1]

L'areale di questo taxon è esclusivamente neotropicale, comprendendo il Messico, il Belize (Distretto di Belize, Cayo), il Guatemala, l'Honduras, la Costa Rica, Panama (Chiriquí), Cuba (locus typicus), la Colombia, il Venezuela, la Guyana francese, l'Ecuador, il Brasile settentrionale, la Bolivia (La Paz, Santa Cruz), il Paraguay (Central), l'Uruguay e l'Argentina settentrionale (Misiones, Buenos Aires, Chaco). Occasionalmente si spinge fino al sud degli Stati Uniti (Florida).[1][2][3][4][5]

L'habitat è rappresentato da foreste tropicali e sub-tropicali, dal livello del mare fino a modeste altitudini.[4]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'accoppiamento, le femmine richiamano i maschi grazie ad un feromone rilasciato da una ghiandola, posta all'estremità addominale.[4]

Periodo di volo[modifica | modifica wikitesto]

Gli adulti sono rinvenibili durante tutto l'anno.[4]

Lo zoologo cubano Felipe Poey (1799 - 1891) che per primo descrisse la specie nel 1832[1]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

I bruchi attaccano le foglie di membri delle Rubiaceae Juss., tra cui:[4]

Parassitismo[modifica | modifica wikitesto]

Le larve sono vittima di parassitismo da parte di Ditteri Tachinidi come Drino piceiventris Walker, 1836 e Leschenaultia spp. Robineau-Desvoidy, 1830.[4]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Non sono state individuate sottospecie.[2][3][4][5]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono stati riportati tre sinonimi:[3][5]

  • Macroglossa harpyia (Schaufuss, 1870) - Nunquam otiosus 1:22 (sinonimo eterotipico)[6]
  • Macroglossa sagra Walker, 1856 - List Spec. Lepid. Insects Colln Br. Mus. 8: 89 (sinonimo eterotipico)[7]
  • Macroglossum sagra Poey, 1832 - Centurie Lèpid. Cuba: [19] - Locus typicus: Cuba (sinonimo omotipico; basionimo)[1]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Felipe Poey, Centurie de Lépidoptères de l'ile de Cuba contenat la description et les figures coloriées de cent espèces de papillons nouveaux ou peu connus, réprésentés d'après nature, souvent avec la chenille, la chrysalide, et plusieurs détails microscopiques: 54pp, 20pls, 1832.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 111-112, ISBN 0860960226.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n CATE Creating a Taxonomic e-Science, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 31 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2012).
  4. ^ a b c d e f g h i j Silkmoths, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 31 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2013).
  5. ^ a b c Funet, su ftp.funet.fi. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  6. ^ L. W. Schaufuss, Nunquam otiosus : zoologische Mitteilungen, Dresda, Verlag und Druck, 1870.
  7. ^ Francis Walker, List of the Specimens of Lepidopterous Insects in the Collection of the British Museum List Spec. Lepid. Insects Colln Br. Mus. 8: 1-271, 1856.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Boisduval, 1870 - Considerations sur des Lépidoptères envoyés du Guatemala à M. de l'Orza: 100pp.
  • Boisduval, [1875] - Histoire Naturelle des Insectes. Species Général des Lépidoptéres Hétérocéres. Tome Premier. Sphingides, Sésiides, Castnides , 1: 1-568, pl. 1-11
  • Druce in Godman & Salvin, 1881; Godman & Salvin, 1881 - Biologia Centrali-Americana, or Contributions to the Knowledge of the Fauna of Mexico and Central America. Zoology. Lepidoptera. Heterocera 1: 2, 3: pl. 1-101
  • Grote, 1867 - Remarks on the Sphingidae of Cuba, and Description of a New Species of Ambulyx from Brazil Ann. Lyc. nat. Hist. N.Y. 8: 195-207
  • Grote & Robinson, 1865 - A synonymical catalogue of North American Sphingidae, with notes and descriptions Proc. Ent. Soc. Philad. 5: 149-193, pl. 1-3
  • Grote & Robinson, 1868 - Notes on the North American Lepidoptera in the British Museum and described by Mr. Francis Walker Transactions of the American Entomological Society
  • Hodges Ronald W., 1971 - The Moths of America North of Mexico; Fascicle 21; Sphingoidea
  • Kitching & Cadiou, 2000 - Hawkmoths of the World; An annotated and illustrated revisionary checklist (Lepidoptera: Sphingidae). 256 pp.; Comstock Publishing Associates - Ithaca; ISBN 978-0-8014-3734-2
  • (EN) Kükenthal, W. (Ed.), Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, a cura di Kristensen, N. P., collana Handbuch der Zoologie, Fischer, M. (Scientific Editor), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. x + 491, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917.
  • Landman Wijbren, 2001 - The Complete Encyclopedia of Moths. 272 pp.; Grange Books; ISBN 1-84013-409-7
  • Lewis H.L., 1974 - Butterflies of the World; ISBN 0-245-52097-X
  • Opler Paul, Pavulaan Harry, Stanford Ray, Pogue Michael - Butterflies and Moths of North America; Mountain Prairie Information Node
  • Opler & Warren, 2003 - Butterflies of North America. 2. Scientific Names List for Butterfly Species of North America, north of Mexico.
  • (EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. xi, 404, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  • (EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, 2 volumi, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. ix, 754, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
  • Tuttle James P., 2007 - The Hawkmoths of North America, A Natural History Study of the Sphingidae of the United States and Canada. The Wedge Entomological Research Foundation, Washington DC; ISBN 978-0-9796633-0-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Bug Guide, su bugguide.net. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) Butterflies and Moths of North America, su butterfliesandmoths.org. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) CATE Creating a Taxonomic eScience, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 31 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2012).
  • (EN) EOL - Encyclopedia of Life, su eol.org. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) Funet.fi, su ftp.funet.fi. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) ION - Index of Organism Names, su organismnames.com. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) ITIS Catalogue of Life 2011 [collegamento interrotto], su catalogueoflife.org. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) Lepidoptera Barcode of Life, su lepbarcoding.org. URL consultato il 31 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • (EN) Moths of Belize, su mbarnes.force9.co.uk. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) National History Museum [collegamento interrotto], su nhm.ac.uk. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) NCBI, su ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) North American Moth Photographers Group, su mothphotographersgroup.msstate.edu. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) SCIELO, su scielo.cl. URL consultato il 31 dicembre 2011.
  • (EN) Silkmoths, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 31 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2013).
  • (EN) Sphingidae of Costa Rica, su janzen.sas.upenn.edu. URL consultato il 31 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2013).
  • (EN) Tree of Life Web Project, su tolweb.org. URL consultato il 31 dicembre 2011.