Eupetomena macroura

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Colibrì coda di rondine
Eupetomena macroura
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdineApodiformes
FamigliaTrochilidae
SottofamigliaTrochilinae
GenereEupetomena
SpecieE. macroura
Nomenclatura binomiale
Eupetomena macroura
(J.F.Gmelin, 1788)
Areale

Il colibrì coda di rondine o colibrì codadirondine (Eupetomena macroura (J.F.Gmelin, 1788)) è un uccello della famiglia Trochilidae.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Maschio in volo

È un colibrì di media taglia, lungo 14,5–17,5 cm (di cui circa 2 cm spettano al becco, e 7–9 cm alla coda); il peso è di 8–9,5 g nei maschi, 6–7 g nelle femmine.[3]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

È una specie prevalentemente nettarivora che si nutre del nettare di numerose specie di angiosperme tra cui Leguminosae e Malvaceae (p.es. Pavonia spp., Hibiscus spp.).[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è diffusa in Suriname, Guyana francese, Brasile, Perù, Bolivia, Paraguay e Argentina settentrionale.[1]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono note le seguenti sottospecie:[2]

  • Eupetomena macroura macroura (J.F.Gmelin, 1788)
  • Eupetomena macroura simoni Hellmayr, 1929
  • Eupetomena macroura cyanoviridis Grantsau, 1988
  • Eupetomena macroura hirundo Gould, 1875
  • Eupetomena macroura boliviana J.T.Zimmer, 1950

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) BirdLife International 2016, Eupetomena macroura, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 9 maggio 2019.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Trochilidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 9 maggio 2019.
  3. ^ a b (EN) Schuchmann, K.L. & Kirwan, G.M., Swallow-tailed Hummingbird (Eupetomena macroura), su Handbook of the Birds of the World Alive, 2019. URL consultato il 10 maggio 2019.

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