Epifonema
L'epifonema (dal greco epiphoneîn, «esclamare») è una figura retorica di pensiero che consiste nel riassumere un discorso con una frase enfatica e solenne, posta generalmente alla fine. Ha generalmente valore didattico. Di solito viene espresso in forma esclamativa, ma può anche essere in forma interrogativa.
È simile all'epifrasi, ma a differenza di essa è sempre sentenzioso ed ha autonomia di significato.
Per estensione, si può chiamare "epifonema" qualsiasi espressione che riassuma il contenuto di un testo più ampio.
È anche un altro nome (oggi poco usato) con il quale si indica l'aforisma.
In Victor Hugo: (...) monello parigino, epifonema profondo di cui il volgo ride senza capirlo.[1]
Esempi:
- tantaene animis caelestibus irae?
- Noi andavam con li dieci demoni.
- Ahi fiera compagnia! Ma nella chiesa
- coi Santi, e in taverna co' ghiottoni.
- È funesto a chi nasce il dì natale.
(Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Victor Hugo, I miserabili, Parte terza, Libro primo, Capitolo VII