Encephalartos sclavoi

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Encephalartos sclavoi
Cono di E. sclavoi
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneCycadophyta
ClasseCycadopsida
OrdineCycadales
FamigliaZamiaceae
GenereEncephalartos
SpecieE. sclavoi
Nomenclatura binomiale
Encephalartos sclavoi
De Luca, D.W.Stev. & A.Moretti, 1989
Sinonimi

Encephalartos sp. A

Encephalartos sclavoi De Luca, D.W.Stev. & A.Moretti, 1989 è una cicade della famiglia delle Zamiaceae, endemica della Tanzania.[2]

L'epiteto specifico è un omaggio a Jean Pierre Sclavo, un collezionista di cicadi francese che per primo scoprì questa specie.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ha fusto alto sino a 1 m e di circa 35 cm di diametro.
Le foglie sono lunghe 170–200 cm, di colore verde-scuro, semi-brillante.
I coni maschili sono cilindrico-ovoidali, di colore giallo, lunghi 20–25 cm, quelli femminili sono più nettamente ovoidali, lunghi 30–40 cm e di diametro 15–20 cm.[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale di questa specie è ristretto a un'unica località sui monti Usambara occidentali, nella Tanzania nord-orientale, a un'altitudine tra 1 800 e 2 100 m.[1]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Per la ristrettezza del suo areale e la esiguità della popolazione esistente, stimata in una cinquantina di esemplari, E. sclavoi è considerata dalla IUCN Red List una specie in pericolo critico di estinzione.[1] Il suo areale ricade all'interno della Riserva forestale Shume-Magamba.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Eastern Arc Mountains & Coastal Forests CEPF Plant Assessment Project and Donaldson, J.S. 2009, Encephalartos sclavoi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Stevenson DW, Moretti A, De-Luca P, Encephalartos sclavoi De Luca, D.Stevenson and Moretti (Zamiaceae), a new species from Tanzania, in Delpinoa 1989; 29-30: 3-5.
  3. ^ Encephalartos sclavoi, su The Cycads Pages, Royal Botanical Garden of Sydney, Australia. URL consultato il 4 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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