Elizabeth Crichton

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Lady Elizabeth Crichton, con la madre

Lady Elizabeth Caroline Mary Crichton, baronessa Wharncliffe (177923 aprile 1856), è stata una pittrice irlandese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era la figlia di John Crichton, I conte Erne, e della sua seconda moglie, Lady Caroline Hervey, figlia di Frederick Hervey, IV conte di Bristol e sorella della famosa Lady Elizabeth Foster.

Era un'artista conosciuta per le sue opere riguardanti i paesaggi e il disegno figurativo. Un certo numero di queste opere d'arte sono conservate al Tate Collection and Archive.

Ci sono quattro ritratti di lei come una bambina al National Trust Collection.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 30 marzo 1799, James Stuart-Wortley-Mackenzie, I barone di Wharncliffe[1] (1776-1845), figlio di James Archibald Stuart. Ebbero quattro figli[2][3]:

Elizabeth Crichton con suo nonno, Frederick Hervey, nei giardini di Villa Borghese a Roma.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Suo marito morì nel 1845 succedendogli il figlio. Elizabeth morì il 23 aprile 1856.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

55 opere, di cui una pittura di paesaggio e una serie di schizzi di modelli di Lady Wharncliffe si trovano al Tate Collection and Archive[4].

Lettere di Lady Wharncliffe sono conservate presso il National Archives[5]. Il libro The first Lady Wharncliffe and her family (1779-1856) è conservato nella Royal Collection Trust.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ leighrayment.com House of Commons: Shankill to Southampton, su leighrayment.com. URL consultato il 19 giugno 2017 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2018).
  2. ^ Theroff's Online Gotha, Bute, su angelfire.com. URL consultato il 1º dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2006).
  3. ^ Theroff's Online Gotha, Bute, su angelfire.com. URL consultato il 1º dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2006).
  4. ^ Copia archiviata, su tate.org.uk. URL consultato il 5 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  5. ^ http://discovery.nationalarchives.gov.uk/details/r/C6901983

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