Eliseo Pontremoli

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Eliseo Graziadio Pontremoli (in ebraico:אליזו גרוזידיו פונטרמולי; Casale Monferrato, 15 settembre 1778Nizza, 21 agosto 1851) è stato un ebraista, esageta biblico, scrittore, poeta, professore, rabbino, intellettuale, filosofo, traduttore, giudice, diplomatico, funzionario italiano, fu Gran Rabbino e capo della comunità ebraica di Nizza.[1]

Fu uno dei maggiori sostenitori italiani della corrente "anti-Caraita" insieme ad Isacco Samuele Reggio e Avraham Cologna. Con quest'ultimi è considerato uno dei più illustri rappresentanti del rabbinato italiano del XVIII secolo.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Eliseo Graziado Pontremoli nacque nel 1778 da Esdra Pontremoli (nato a Casale Monferrato il 10 marzo 1736 da Aron Moisè Pontremoli, e morto a Casale Monferrato il 6 dicembre 1816), mercante e banchiere, e da Rachele Pescarolo. Crebbe in una distinta famiglia di Casale, le cui origini risalgono al XV secolo, a cui appartenevano illustri rabbini italiani e turchi tra i quali Gabriel Pontremoli, Hiyya Pontremoli e Benjamin Pontremoli. Suo padre, sebbene non fosse lui stesso un rabbino, incoraggiò la decisione di suo figlio di perseguire una formazione religiosa, anziché intraprendere la carriera commerciale, come apparentemente sembrava essere la prima propensione di Eliseo.[3]

Il 17 dicembre 1799 venne nominato rabbino capo della comunità di Ivrea, succedendo al rabbino Salomon Levi Foà di Modena. Durante la sua permanenza ad Ivrea tradusse e divulgò i principali scritti giacobini, per poi dedicare una poesia a Napoleone Bonaparte, a dimostranza del sostegno della comunità ebraica verso le riforme napoleoniche. Nel 1809 si sposò con Bella Mazal Tov Olivetti, nipote di Laudadio Formiggini ed esponente di una importante famiglia ebraica da cui trae origine anche Camillo Olivetti. Nel 1814 Eliseo si spostò a Chieri, nei pressi della capitale sabauda, ove risiedevano già molti dei suoi parenti. Lo stesso anno venne nominato rabbino capo di Chieri, e incominciò a partecipare all' Accademia degli irrequieti ivi istituita ad inizio ottocento. Qui nacquero alcuni suoi figli, tra cui il noto rabbino Esdra Pontremoli e Raffaele Pontremoli, pittore ritrattista ufficiale dei Savoia. Ricoprì l'incarico di rabbino capo di Chieri sino al 1833.[4] A Ivrea e Chieri riuscì, grazie alle relazioni diplomatiche instaurate con le istituzioni, a evitare alcuni interventi discriminatori nei confronti delle comunità da lui rappresentate.

«[...]Il Pontremoli, rabbino in quel tempo, era giovane ardente, pieno di spirito e d'ingegno, egli aveva rara virtù di saper conciliare i doveri della fede colle esigenze dei tempi. Entrò subito in relazione con le autorità francesi e seppe coll'eloquenza e colla nobiltà d'animo che si lo distinguevano, conciliarsene la stima. Fu infatti per mezzo suo che si evitarono molti dispiaceri in varie contigenze. Per la sua comunione, sotto il dominio francese, Eliseo Pontremoli vero ministro di religione, fu la mano della provvidenza [..][5]»

Nel 1833 venne promosso Gran Rabbino di Nizza, dove sorgeva una delle più fervide comunità ebraiche. Dovette sostituire la figura controversa di Abraham Belaish (1773-1853), che a causa di alcuni affari aveva messo in cattiva luce la comunità ebraica di Nizza. In questo periodo dovette inoltre scontrarsi con i rappresentanti della comunità laica ebraica che volevano togliere il potere decisionale e il riconoscimento economico che veniva dato al rabbino capo.[4]

Durante la sua carriera rabbinica svolse anche le attività di diplomatico e di giudice, che gli valsero i soprannomi di "Le bon Pontremoli" e "Monsieur le grand rabbin". Grande sostenitore della corrente illuministica ebraica di Moses Mendelssohn scrisse centinaia di opere, che furono poi raccolte dal noto ebraista Moritz Steinschneider verso la fine del XIX secolo. Morì il 21 agosto 1851 a Nizza. Nel settembre 1851, su proposta del ministro dell'interno francese Léon Faucher, gli venne intitolata una via nel centro di Nizza, oggi ridenominata "Rue Georges Ville".[4]

Molte sue opere sono conservate presso archivi pubblici e collezioni private a Oxford, New York, Amburgo, Francoforte, Parigi e Mosca.[4]

Opere (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Esdra Pontremoli». In: Jewish Encyclopedia, Vol. XIX, 1888 Isidore Singer (on-line)
  2. ^ Yearbook of the Maimonides Centre for Advanced Studies. 2016, a cura di Giuseppe Veltri
  3. ^ "Les Pontremoli, deux dynasties rabbiniques en Turquie et en Italie" Parigi,1997
  4. ^ a b c d Asher Salah, Judaism as a moral teologi, the figure of Helisha Pontremoli, 2008
  5. ^ Cenni Storici della Comunione d'Ivrea (1872)
  6. ^ Decreto presidenziale francese del 19 novembre 1889

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]