Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1844

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Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1844
Stato Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Data
1º novembre/4 dicembre
Collegio elettorale 275 elettori
Affluenza 78,9% (Diminuzione 1,3%)
Portrait of James Knox Polk.jpg
Henry Clay by Brady, 1849.jpg
Candidati
Partiti
Voti
1.339.494
49,5%
1.300.004
48,1%
Elettori
170 / 275
105 / 275
Elettori per stato federato
Presidente uscente
John Tyler (Indipendente)
1840 1848

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1844 furono la 15° tornata elettorale quadriennale e si tennero da venerdì 1 novembre a mercoledì 4 dicembre. Il candidato del Partito Democratico James Knox Polk riuscì a sconfiggere l'avversario del Partito Whig Henry Clay, anche se solamente di stretta misura, in una competizione che vide nascere la controversia riguardo alla schiavitù e alla sua introduzione nei territori della Repubblica del Texas, che si volevano integrare negli Stati Uniti.[1][2][3].

I temi principali affrontati nella campagna elettorale furono legati al tentativo della presidenza di John Tyler di annettere la regione texana come nuovo Stato federato schiavista; ciò contribuì in modo decisivo a minare l'unità interna sia dei Whig sia dei Democratici[4]. Al Congresso stesso si accesero dispute sempre più aspre contro i sostenitori dell'abolizionismo[5].

Il candidato Whig Clay adottò un programma politico nettamente contrario all'annessione, basandosi sul principio di preservazione della parità regionale tra Nord libero e Sud schiavista, e cercando anche di evitare a tutti i costi una guerra, mediante l'accettazione delle richieste messicane sull'intero territorio texano[6][7]; questo costò a Clay la perdita di un gran numero di elettori meridionali e del West, dove il sostegno all'annessione era più forte[8].

Alcuni Whig del Nord negli Stati rimasti maggiormente incerti spostarono il proprio voto sul nuovo partito dichiaratamente anti-schiavitù, il "Liberty Party"[9]. L'ex presidente democratico Martin Van Buren cercò di ottenere la nomina a candidato del Partito Democratico, ma fu battuto alla Convention nazionale per aver deluso le richieste degli espansionisti del Sud, che volevano un candidato a favore dell'acquisizione immediata del Texas[10]. Al posto di Van Buren ebbe così modo di emergere James Knox Polk, il primo candidato presidenziale pressoché sconosciuto ("dark horse", cavallo scuro)[11].

Polk proponeva un programma favorevole al desiderio popolare di un'espansione territoriale, spesso definito come "destino manifesto"[12]. Polk seppe collegare con successo la disputa di confine tra Stati Uniti e Regno Unito sulla divisione dell'Oregon Country con il dibattito riguardante l'annessione texana; in questa maniera riuscì a riunificare gli espansionisti del Nord anti-schiavitù (che chiedevano che l'Oregon divenisse uno Stato libero) agli espansionisti del Sud pro-schiavitù (che insistevano nell'acquisire il Texas come Stato schiavista). La mossa si rivelò vincente e soffiò la presidenza al concorrente prevalendo con meno di 40.000 voti di scarto[13][14].

Le usuali alleanze partitiche furono scosse dalla controversia texana, ma la fedeltà di partito dei Democratici al Congresso fu sufficiente all'indomani della vittoria di Polk per far approvare una risoluzione congiunta di Camera dei rappresentanti e Senato sull'annessione texana[15]. Il Texas poté così entrare a far parte dell'Unione come 28º Stato a partire dal 1846[16].

Questa fu l'ultima elezione presidenziale tenutasi in giorni differenti nei diversi Stati. A partire dalle successive elezioni presidenziali del 1848 tutti gli Stati tennero la consultazione nella stessa giornata di novembre. Fu anche la prima volta in cui il vincitore perse sia nel proprio Stato di nascita (la Carolina del Nord) sia nel suo Stato di residenza (il Tennessee, per soli 123 voti), fatto mai ripetutosi sino alla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 2016. Fu l'unica volta in cui i due principali candidati erano entrambi degli ex Presidenti della Camera.

Nella mappa a lato i risultati; il colore blu indica gli Stati vinti da Polk/Dallas (15), mentre il camoscio quelli ottenuti da Clay/Frelinghuysen (11); i numeri rappresentano i grandi elettori assegnati a ciascuno Stato.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Mappa della Repubblica del Texas; l'area rivendicata è quella in verde chiaro, mentre il territorio effettivamente popolato dai bianchi americani è in verde scuro.

Regole di discussione e controversie sull'annessione del Texas[modifica | modifica wikitesto]

Whig e Democratici intrapresero la campagna elettorale proprio durante il culmine delle polemiche congressuali sulle "norme di discussione", che indussero i Congressisti del Sud a sopprimere tutte le petizioni nordiste, anche quelle proposte dai governi dei singoli stati, volte a porre fine al commercio schiavista all'interno del distretto di Columbia, cioè della capitale Washington[17][18][19][20].

I compromessi tra nordisti e sudisti all'interno dei partiti e le manovre intraprese dai fautori della schiavitù negli Stati Uniti d'America nel corso di questi aspri dibattiti crearono tensioni sia tra i nordisti sia tra i sudisti di entrambi i partiti[21]. La questione se l'istituto della schiavitù e i suoi principi aristocratici di autorità sociale fossero compatibili con il repubblicanesimo la cui matrice era la democrazia stava oramai diventando "una questione presente in maniera permanente nel sistema politico nazionale"[22][23].

Nel 1836, una parte dello stato messicano di Coahuila y Texas dichiarò unilateralmente l'indipendenza del Texas per formare la Repubblica del Texas. I texani, per la maggior parte immigranti bianchi americani provenienti dal profondo Sud degli Stati Uniti, molti dei quali erano possessori di schiavi, cercarono di far ammettere la loro nuova entità regionale nell'Unione come uno degli Stati federati. All'inizio il tema dell'annessione del paese fu accuratamente evitato da entrambi i principali partiti[24].

Albert Gallatin stilò il seguente manifesto anti-annessione e presiedette all'evento a New York nell'aprile del 1844[25].

Sebbene riconoscessero la sovranità del Texas, sia la presidenza di Andrew Jackson (1829-1837) che la seguente presidenza di Martin Van Buren (1837 - 1841) rifiutarono con decisione di proseguire sulla via dell'annessione[26][27]. La prospettiva di portare l'ennesimo Stato schiavista dentro l'Unione si rivelava difatti essere piena di problemi[28]. I Whig, ma anche i Democratici, considerarono almeno inizialmente lo Stato texano come un'entità che "non valeva la pena di un'inutile guerra straniera [con il Messico]" né tantomeno l'inizio di un ennesimo "combattimento tra fazioni" che la sua incorporazione avrebbe di certo provocato nell'opinione pubblica[29][30].

La presidenza di John Tyler si rese promotrice della bozza di accordo per l'immediata annessione texana conosciuta come Trattato Tyler-Texas.

Trattato Tyler-Texas[modifica | modifica wikitesto]

La presidenza di John Tyler era iniziata immediatamente dopo l'improvvisa morte del presidente William Henry Harrison nel 1841. John Tyler, un Whig anche se solamente di nome[31], emerse presto come il grande difensore dei diritti degli Stati impegnati nell'espansione della schiavitù, in contrasto con i principi del suo Partito[32][33].

Dopo aver posto il veto alle proposte di legge Whig, fu espulso dal partito il 13 settembre 1841[34][35]. Rimasto così politicamente isolato, ma anche non più ostacolato in alcun modo da vincoli di partito[36], il nuovo presidente si schierò immediatamente con la piccola fazione degli annessionisti[37] nel tentativo di farsi confermare a pieno titolo tre anni dopo[38][39][40].

Tyler si convinse che l'impero britannico stesse diplomaticamente incoraggiando un riavvicinamento tra il Texas e il Messico, il che avrebbe potuto portare a breve termine anche all'emancipazione degli schiavi in quel territorio[41][42]; di conseguenza ordinò al proprio Segretario di Stato Abel Parker Upshur della Virginia di avviare negoziati segreti a oltranza[43][44] sull'annessione texana con il ministro del Texas per gli Stati Uniti Isaac Van Zandt, il 16 ottobre 1843[45].

Tyler presentò infine il suo trattato Texas-USA per l'annessione al vaglio del Senato il 22 aprile 1844; per l'approvazione era richiesta una maggioranza dei due terzi[46][47]. Il neo-nominato Segretario di Stato John Calhoun della Carolina del Sud (aveva assunto la posizione il 29 marzo[48]) vi fece includere un documento noto come Lettera di Packenham, studiato per infondere un senso di urgenza nei Democratici Sudisti[49]. In esso si descriveva la schiavitù come una benedizione sociale e l'acquisizione del Texas come una misura di emergenza necessaria per salvaguardare questo "peculiare istituto" negli Stati Uniti[50][51]; in tal modo il presidente e Calhoun cercarono di unire il Sud in una crociata che avrebbe presentato al Nord un ultimatum: o sostenere l'ingresso del Texas schiavista o perdere interamente il Sud[52].

I Whig abolizionisti considerarono particolarmente notevole l'annessione del Texas, dal momento che il Messico aveva bandito la schiavitù nel territorio di Coahuila y Tejas già nel 1829, prima che questa regione si dichiarasse indipendente.

Le campagne presidenziali si svolsero quindi nel contesto di antagonismo tra annessionisti e anti-annessionisti, a sua volta legato alla questione dell'espansione della schiavitù e della sicurezza nazionale[53][54]. I candidati dovettero perciò esprimere una posizione chiara e decisa su questo argomento potenzialmente esplosivo[55][56].

Nomination[modifica | modifica wikitesto]

Manifesto per la campagna elettorale di Clay e Frelinghuysen.

Whig[modifica | modifica wikitesto]

L'ex senatore Henry Clay del Kentucky, a tutti gli effetti l'unico leader riconosciuto del Partito Whig sin dal momento della sua fondazione nel 1834[57], fu scelto come candidato ufficiale alla Convention tenutasi a Baltimora il 1º maggio 1844[58][59]; proprietario di schiavi egli stesso, presiedette un Partito in cui l'ala meridionale era sufficientemente fedele al programma politico nazionale da superare le proposte di espansione della schiavitù, che avrebbero potuto minare l'equilibrio tra Sud e Nord[60][61].

I Whig erano praticamente certi che Clay avrebbe saputo facilmente ripetere la vittoria schiacciante di William Henry Harrison alle elezioni presidenziali del 1840 contro qualsiasi candidato dell'opposizione[62][63]. I Sudisti temevano soprattutto che l'acquisizione delle fertili terre del Texas avrebbe finito con il produrre un enorme mercato per il lavoro degli schiavi, gonfiandone il prezzo e deflazionando i valori della terra nei loro Stati d'origine[64]; i Nordisti da parte loro invece paventarono che il nuovo Stato avrebbe dato il via all'apertura di un vasto "Impero Sudista interamente favorevole alla schiavitù"[65].

Due settimane prima della Convention, in reazione alla lettera Pakenham di John Calhoun, Clay diede alle stampe, il 17 aprile, un documento noto come Lettera Raleigh[66] che esponeva le sue opinioni sulla questione texana ai propri compagni meridionali[67]; respingeva categoricamente la proposta di legge sull'annessione del presidente John Tyler e prediceva che la sua approvazione avrebbe provocato inevitabilmente una guerra con i vicini messicani, in quanto il loro governo non aveva mai riconosciuto l'indipendenza di quella regione[68]. Clay inoltre avvertiva che, anche se il Messico fosse stato favorevole all'annessione, egli l'avrebbe comunque bloccata se si fosse manifestata negli Stati Uniti un'opposizione sostanziale[69].

La dirigenza Whig era consapevole che qualsiasi legge pro-schiavitù avanzata dalla sua ala meridionale avrebbe contribuito ad alienarsi la sua corrente del Nord anti-schiavitù e di conseguenza paralizzato l'intero Partito al momento delle elezioni generali[70]. Al fine di preservare l'unità i Whig dovevano opporsi all'acquisizione del nuovo Stato schiavista; si accontentarono pertanto di limitare il programma politico della campagna elettorale a questioni meno controverse come i miglioramenti strutturali interni e la finanza pubblica[71][72][73].

Come compagno di corsa dell'ex senatore fu scelto Theodore Frelinghuysen del New Jersey. Sostenitore del ritorno in Africa degli schiavi emancipati, si rese accettabile ai Whig del sud perché oppositore degli abolizionisti più intransigenti[74]; la sua reputazione di uomo estremamente pio bilanciò l'immagine di Clay, appassionato di duelli, padrone di schiavi e forte bevitore[75][76]. Il motto della campagna fu il blando Hurray, Hurray, the Country's Risin' – Vote for Clay and Frelinghuysen! (Urrà, urrà, la nazione si solleva. Votate per Clay e Frelinghuysen!)[77]

Volantino Whig: "dazi protettivi; no all'annessione e alle sue conseguenze, no all'estensione della schiavitù!"
Votazioni
Votazioni per la presidenza Votazioni per la vicepresidenza
H. Clay 275 T. Frelinghuysen 101 118 154
J. Davis 83 75 79
M. Fillmore 53 51 40
J. Sergeant 38 33 0
Astenuti 0 0 2
Candidati del Partito Whig, 1844
Henry Clay Theodore Frelinghuysen
per Presidente per Vice Presidente
Presidente della Camera
(1811–1814, 1815–1820, 1823–1825)
Ex senatore
per il New Jersey
(1829-1835)
Campaign
"Scoppia il pallone: le frustrazioni dei Democratici nella corsa per la Presidenza". Qui l'ascesa dei Democratici è sventata dall'esplosione del loro pallone, che fa cadere Polk (a destra) e il suo Vice George M. Dallas a "Salt River" (un colloquialismo per indicare disgrazia politica o fallimento). H. Clay sembra averlo bucato con l'asta della bandiera americana. Già in acqua ci sono gli ex "cavalli da guerra" avversari Martin Van Buren e Andrew Jackson. Jackson agitando il bastone dice: "Per l'Eterno! Gli avevo ben detto che c'era troppo gas nella loro mongolfiera". A sinistra Clay e Frelinghuysen salgono trionfanti verso la Casa Bianca in un pallone adornato da un'aquila. Il primo dice: "Addio Polk, troverai molto più facile viaggiare in quella direzione!" Il secondo saluta i sostenitori che lo acclamano dal basso: "Evviva, evviva la scelta del popolo! Si alzano come aquile!"

Lettera dall'Alabama di Clay[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 luglio H. Clay, nel mezzo della sua campagna contro J. K. Polk, pubblicò una dichiarazione di posizione, la cosiddetta lettera dall'Alabama. In essa, egli consigliava agli elettori Whig di considerare l'annessione a Stato del Texas come una semplice fase del declino della schiavitù negli Stati Uniti piuttosto che un progresso a lungo termine del "Potere schiavista"[78]. Specificò meglio la sua posizione dichiarando che non aveva "nessuna obiezione personale all'annessione" della repubblica texana. Ritornò tuttavia al suo orientamento originale già a settembre[79]. I Whig del nord avevano espress intanto la loro indignazione per ogni forma di distensione verso il "Potere schiavista" e non mancarono di accusarlo di doppiezza ed ambiguità[80].

La posizione centrale dell'ex senatore tuttavia non era cambiata: nessuna annessione senza l'esplicito consenso del Nord. Questo impegno mise quindi i Whig del sud sotto pressione nei loro Stati d'origine e nei distretti congressuali, minacciando di intaccare la loro reputazione di sostenitori della schiavitù[81][82].

Tattica elettorale Whig[modifica | modifica wikitesto]

Lo storico Sean Wilentz descrive alcune delle tattiche della campagna[83]:

«I Whig contrastarono gli attacchi dei democratici facendo rivivere la propaganda della Capanna di tronchi ("l'uomo fatto da sé") adottata già quattro anni prima e riadattandola per quello che celebravano come 'Ol'Coon' Clay. Attaccarono anche l'ex presidente della Camera Polk come un perfetto Signor Nessuno che in fondo era un pericoloso radicale.

Con maggiore successo si legarono al movimento anticattolico nativista risorgente nello Stato di New York e in Pennsylvania e fecero circolare storie che, come presidente, Clay avrebbe rafforzato le leggi sull'immigrazione e la naturalizzazione. Troppo tardi egli cercherà di allontanarsi dai nativisti.

Il Liberty Party alimentò la confusione... Clay diventò l'oggetto dei peggiori attacchi abolizionisti: un noto volantino, stampato in moltissime copie, scritto dall'abolizionista pastore luterano Abel J. Brown, lo bollava come un "ladro, schiavista e assassino" accusandolo di "aver venduto Gesù Cristo proprio come Giuda Iscariota!"

I leader Whig si preoccuparono così tanto che, verso la fine della campagna, inventarono una lettera falsa che avrebbe dovuto dimostrare che J. Birney lavorava segretamente in combutta con i Democratici e la diffusero per tutto New York e in Ohio

Democratici[modifica | modifica wikitesto]

Van Buren, ex presidente e principale artefice della democrazia jacksoniana[84][85], fu il candidato favorito alla nomina democratica fino a primavera inoltrata[86][87]; con Calhoun ritirandosi dalla competizione a gennaio, la campagna avrebbe dovuto concentrarsi innanzitutto sulle questioni interne; ma ciò cambiò bruscamente a seguito del Trattato Tyler-Texas[88].

Van Buren considerò la proposta di annessione del Texas come un esplicito tentativo di sabotare la sua ricandidatura, facendo esacerbare l'alleanza tra i democratici del nord e quelli del sud già notevolmente tesa a causa dell'espansione della schiavitù[89]; la lettera Packenham di Calhoun avrebbe dovuto servire a spronare i Democratici del sud a costringere l'ala nordista del partito ad accettare l'idea dell'annessione[90], nonostante l'alto rischio di "iniettare aggressivamente il tema schiavista nella loro campagna politica sul Texas"[91].

Il "piccolo mago" Van Buren convoca gli spiriti tramite divinazione per prevedere le prospettive elettorali dei Democratici.

Lettera Hammet di Van Buren[modifica | modifica wikitesto]

Van Buren si rese presto conto che accogliere i favorevoli all'espansione della schiavitù nel sud avrebbe scoperto i Democratici del nord alle accuse di compromissione col "potere schiavista" provenienti dalla forte corrente anti-annessione dei Whig settentrionali e anche da parte di alcuni Democratici[92]. Si ritagliò pertanto una posizione enfaticamente anti-texana, cercando di temporeggiare con gli espansionisti sudisti, e delineando uno scenario molto ipotetico per l'annessione del Texas, rinviabile indefinitamente[93][94].

Nella Hammett Letter, pubblicata il 27 aprile ma scritta già il 20[95], consigliava al suo partito di respingere il trattato Tyler-Texas; l'annessione texana come territorio avrebbe dovuto avvenire solo dopo che i cittadini fossero stati consultati sulla questione attraverso un referendum ed inoltre si sarebbe dovuto perseguire la massima cooperazione con il Messico per evitare una guerra per nulla necessaria[96][97].

Un'opzione militare avrebbe potuto essere presa in considerazione solo se un'ondata di sostegno popolare si fosse manifestata a favore del Texas, certificata ufficialmente tramite un mandato del Congresso[98][99]. Sotto questi aspetti Van Buren si dimostrava differente da Clay, che non avrebbe mai tollerato l'annessione senza il preventivo assenso dei messicani[100].

I sostenitori di Van Buren sperarono in tal modo (in antitesi con la Raleigh Letter di Clay) che la presa di posizione del loro candidato avrebbe lasciato ai pro-annessione del Sud una scelta precisa per il presidente: Martin Van Buren. In questo caso giudicarono molto male la situazione politica[101]. Tyler e i suoi seguaci annessionisti sudisti rappresentavano difatti una minaccia potenzialmente molto più grande di quella rappresentata dallo stesso Clay, in quanto il trattato avrebbe esercitato un'immensa pressione sui Democratici del nord a conformarsi alle richieste sempre più pressanti del sud[102].

La lettera fallì completamente nell'obiettivo di rassicurare il profondo Sud che sembrava aver risposto favorevolmente alla Lettera Pakenham di Calhoun[103][104]. Una minoranza dei Democratici del sud rimase quindi convinta che i deputati democratici del nord avrebbero alla fine ignorato l'opposizione dei loro elettori all'espansione della schiavitù e si sarebbero adeguati ad appoggiare l'ingresso del Texas nell'Unione, dietro a pressioni sufficientemente insistenti.

Il sostegno dei Democratici del sud a Martin Van Buren si era eroso, a causa della questione dell'annessione, in una misura che divenne evidente quando l'editore e giornalista del Richmond Enquirer Thomas Ritchie, fino a quel momento suo finanziatore, pose bruscamente fine alla loro alleanza politica più che ventennale, schierandosi a favore dell'annessione immediata[105][106].

L'ex presidente Andrew Jackson si schierò a favore dell'annessione texana.

Scende in campo Andrew Jackson[modifica | modifica wikitesto]

Il segretario di Stato John C. Calhoun acquisì una notevole credibilità quando l'ex presidente Andrew Jackson annunciò pubblicamente il suo sostegno per l'annessione immediata del Texas[107]. Jackson aveva contribuito a facilitare i negoziati di Tyler già a partire da febbraio 1844, rassicurando il presidente della Repubblica texana Sam Houston che la ratifica del trattato Tyler-Texas da parte del Senato era più che probabile[108].

Mentre il Senato stava ancora discutendo, Jackson dichiarò che il sostegno popolare tra i texani per l'annessione doveva essere rispettato e che qualsiasi ritardo avrebbe comportato una Repubblica del Texas dominata dagli inglesi i quali avrebbero promosso l'emancipazione degli schiavi, ponendo una grave minaccia militare straniera agli Stati Uniti Sud-Occidentali[109].

L'ex eroe militare si spinse anche oltre, esortando tutti i Democratici jacksoniani a escludere Van Buren dal "ticket" del partito per cercare invece un candidato alla presidenza pienamente impegnato per l'immediata annessione[110]; nel far ciò Jackson abbandonò la tradizionale formula jeffersoniana-jacksoniana che aveva richiesto alle ali settentrionali e meridionali di scendere a compromessi sulle dispute costituzionali sulla schiavitù.

Il Texas stava fratturando il sostegno di Van Buren tra i Democratici e avrebbe fatto definitivamente "deragliare" la sua nomina[111].

Convention nazionale[modifica | modifica wikitesto]

La proposta dell'annessione si rivelò il principale problema politico del giorno. Van Buren, inizialmente il candidato favorito, si oppose all'annessione immediata perché avrebbe potuto condurre ad una crisi nel West riguardo all'istituto della schiavitù e portare alla guerra con il Messico. Questa posizione gli costò il sostegno dei Democratici sudisti e espansionisti e non riuscì ad ottenere la nomina.

I delegati respinsero anche la candidatura di Lewis Cass, ex Segretario alla Guerra della presidenza di Andrew Jackson e ex ambasciatore nella Francia della Monarchia di Luglio.

James K. Polk, il "candidato del popolo".

All'ottavo scrutinio lo storico George Bancroft, un delegato del Massachusetts, propose l'ex presidente della Camera James K. Polk come candidato di compromesso; questi sostenne che Texas e Oregon erano in realtà sempre appartenuti agli Stati Uniti di diritto. Reclamò pertanto "l'immediata ri-annessione del Texas" e la "ri-occupazione" del conteso territorio dell'Oregon.

Votazioni per la presidenza
Votazione Ratifica
M. Van Buren 146 127 121 111 103 101 99 104 0 0
L. Cass 83 94 92 105 107 116 123 114 29 0
R. M. Johnson 24 33 38 32 29 23 21 0 0 0
J. Calhoun 6 1 2 0 0 0 0 0 0 0
J. Buchanan 4 9 11 17 26 25 22 0 0 0
L. Woodbury 2 1 2 0 0 0 0 0 0 0
C. Stewart 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0
J. K. Polk 0 0 0 0 0 0 0 44 231 266
Astenuti 0 0 0 1 1 1 1 4 6 0
Cimeli della campagna elettorale dei Democratici.

Alla chiamata successiva fu eletto all'unanimità Polk, che divenne così il primo "cavallo scuro", o in ogni caso ben poco conosciuto, candidato alla presidenza[11]; fu poi scelto il senatore Silas Wright di New York per affiancarlo ma egli, un ammiratore di Van Buren, rifiutò la nomina diventando in tal modo la prima persona a declinare una candidatura a vice presidente. Fu quindi eletto George M. Dallas, un avvocato della Pennsylvania.

Votazioni per la vicepresidenza
Votazione
S. Wright 258 0 0
J. Fairfield 0 107 30
L. Woodbury 8 44 6
L. Cass 0 39 0
R. M. Johnson 0 26 0
C. Stewart 0 23 0
G. M. Dallas 0 13 230
W. Marcy 0 5 0
Astenuti 0 11 0
Manifesto elettorale di Polk e Dallas.
Democratic Party (United States)
Democratic Party (United States)
Candidati del Partito Democratico, 1844
James K. Polk George M. Dallas
per Presidente per Vice Presidente
13º Presidente della Camera
(1835-1839)
Ex senatore per la Pennsylvania
(1831–1833)
Campaign

Tattica elettorale Democratica[modifica | modifica wikitesto]

Lo storico Sean Wilentz descrive nella maniera seguente alcune delle tattiche utilizzate nel corso della campagna dei Democratici[83]:

«Nel Sud i Democratici giocarono la carta politica del razzismo etichettando Clay come un abolizionista amante della pelle scura, mentre nel Nord lo ritrassero come un dissoluto, amante dei duelli, giocatore incallito e alcolizzato, donnaiolo e ipocrita irreligioso, il cui rovesciamento di posizione sulla questione bancaria dimostrava che non aveva in sé alcun solido principio di base.

Promossero anche i loro candidati a particolari gruppi locali, avendo Polk suggerito assurdamente in una sua lettera inviata ad un abitante di Filadelfia che era a favore di una protezione dei prodotti nazionali con dazi doganali "ragionevoli", mentre attaccavano al contempo il pio umanista Frelinghuysen come un bigotto e cripto anti-cattolico nativista nemico della separazione tra Stato e Chiesa. Per garantire il successo della loro strategia sudista, sminuirono anche notevolmente John Tyler

Il Senato vota il trattato Tyler-Texas[modifica | modifica wikitesto]

National Democratic-Republican Party[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che i dibattiti a porte chiuse nella sessione sulle "regole di discussione" e sul trattato di Tyler-Texas al Senato erano trapelati al pubblico il 27 aprile, l'unica speranza del presidente Tyler di favorirne l'approvazione fu quella di intervenire direttamente come candidato[112]. Il suo "Partito Democratico-Repubblicano", che riciclava il nome della precedente formazione di Thomas Jefferson[113], il Partito Democratico-Repubblicano, tenne la propria Convention il 27 maggio a Baltimora, a breve distanza da quella democratica. Il presidente in carica fu nominato lo stesso giorno senza alcuna contestazione o dissenso, ed egli accettò il 30 seguente. Non designò alcun vice presidente[114].

J. K. Polk si trovò di fronte all'altamente probabile prospettiva che la candidatura di Tyler togliesse voti ai Democratici e fornisse a Clay il margine di vittoria necessario in una gara serrata; il presidente ebbe modo di chiarire nel suo discorso di accettazione che la sua preoccupazione principale era la ratifica del suo trattato. Lasciò inoltre intendere che si sarebbe ritirato dalla corsa alla presidenza una volta assicuratosi l'approvazione; informò quindi Polk, attraverso il senatore Robert J. Walker del Mississippi, che i suoi sforzi erano semplicemente un mezzo per mobilitare il sostegno all'annessione texana[115].

Tyler concentrò le sue risorse negli Stati di New York, Pennsylvania e New Jersey, quelli più in bilico. Poiché molti suoi elettori si sarebbero spostati sui Democratici, il suo ritiro avrebbe potuto rivelarsi indispensabile per Polk. Questi rimase quindi disponibile fino a quando Tyler avrebbe potuto ritirarsi senza sollevare il sospetto di un accordo segreto[116].

Per consolidare la sua collaborazione, Polk arruolò Andrew Jackson per rassicurare il presidente che l'annessione del Texas sarebbe stata realizzata dalla sua futura amministrazione. Il 20 agosto Tyler abbandonò la corsa e subito i suoi sostenitori cominciarono a muoversi a supporto del candidato democratico[117].

Pamphlet a favore di Smith e Rigdon.

Altre Nomination[modifica | modifica wikitesto]

L'avvocato e editore abolizionista J. G. Birney partecipò come candidato del Liberty Party ed arrivò a raccogliere il 2,3% del voto popolare, ma ottenne oltre l'8% in Massachusetts, New Hampshire e Vermont; le preferenze a lui accordate fecero la differenza nel risultato complessivo tra Clay e Polk. Alcuni studiosi hanno sostenuto che il successo di Birney tra i Whig anti-schiavitù a New York fece diventare decisivo quello Stato a favore di Polk.

J. Smith, sindaco di Nauvoo nell'Illinois e fondatore del movimento dei Santi degli ultimi giorni, si candidò come indipendente con S. Rigdon come suo compagno di corsa. Propose il riscatto degli schiavi vendendo terre pubbliche e diminuendo il numero e lo stipendio dei parlamentari; la chiusura definitiva di tutte le prigioni; l'annessione del Texas, dell'Oregon Country e perfino di alcune porzioni del Canada; la garanzia dei diritti internazionali in alto mare; il libero scambio e il ripristino della Seconda banca degli Stati Uniti[118].

Il suo principale aiutante Brigham Young fece un'attiva propaganda per Smith dicendo: "è a lui che il Dio dei Cieli ha assegnato il compito di salvare questa nazione dalla distruzione e fargli preservare la Costituzione"[119]. La campagna si interruppe bruscamente quando fu assalito e ucciso da una folla inferocita mentre si trovava incarcerato a Carthage, nell'Illinois, il 27 giugno[120].

Risultati presidenziali per contea; blu Polk e giallo Clay.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

L'adozione da parte di Polk della teoria del "destino manifesto" diede i suoi frutti. Non più identificata con la "crociata meridionale filo-schiavista" di Tyler-Calhoun i Democratici dell'ovest poterono sostenere l'annessione del Texas[121]; essi si avvantaggiarono particolarmente dell'alta affluenza alle urne, in particolar modo nelle regioni del Nord-Ovest e degli Stati del Medio Atlantico. I Whig invece subirono una flessione attorno al 4%.

I Democratici vinsero in Michigan, Illinois e Indiana, e persero di poco l'Ohio, dove il concetto di "destino manifesto" era più seguito[122].

Nel profondo Sud Clay risultò sconfitto praticamente in ogni Stato, un'enorme inversione rispetto alla elezioni presidenziali del 1840, ma vinse la maggior parte degli Stati centrali e al confine con il sud[123].

Le indecisioni di Clay sul Texas gli costarono forse i 41 grandi elettori di New York e del Michigan. L'ex proprietario di schiavi, ora abolizionista, J. G. Birney del Liberty Party, ricevette 15.812 e 3.632 voti rispettivamente, sulla base della sua incrollabile posizione contro l'annessione del Texas. Polk la spuntò solo per 5.106 preferenze su 470.062 votanti a New York e per 3.422 su 52.096 nel Michigan[124]. Se Clay fosse riuscito ad ottenere la maggioranza in entrambi quegli Stati, avrebbe sconfitto l'avversario[125][126]; tuttavia la sua netta opposizione sia all'annessione che all'espansione della schiavitù gli diede notevoli successi tra i Whig del Nord e quasi gli consentì l'elezione[127].

Questa fu l'ultima volta in cui l'Ohio votò per i Whig e l'ultima che votò contro i Democratici fino a quando non fu vinto dai Repubblicani nelle elezioni presidenziali del 1856; fu anche l'unica volta in cui il vincitore perse sia il suo Stato di nascita sia quello di residenza prima della vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali del 2016. È l'unica elezione in cui entrambi i principali candidati sono stati degli ex presidenti della Camera.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Candidato Partito Voti % voti Grandi Elettori Candidato Vicepresidenziale
James Knox Polk Partito Democratico 1.339.494 49,5% 170 George M. Dallas
Henry Clay Partito Whig 1.300.004 48,1% 105 Theodore Frelinghuysen
James Gillespie Birney Liberty Party 62.103 2,3% 0 Thomas Morris
Altri 2.058 0,1% 0
Totale 2.703.659 100,0% 275
Voto popolare
 
Polk
  
49,54
Clay
  
48,08
Birney
  
2,30
Altri
  
0,08
Voto elettorale
 
Polk
  
61,81
Clay
  
38,18

Geografia dei risultati[modifica | modifica wikitesto]

Voti delle elezioni presidenziali per Stato.

Risultati per Stato[modifica | modifica wikitesto]

Fonte: Walter Dean Burnham[128].

Stati vinti da Polk/Dallas
Stati vinti da Clay/Frelinghuysen
James K. Polk
Democratico
Henry Clay
Whig
James G. Birney
Liberty Party
Totale Stati
Stato federato Voti
elettorali
# % Voti
elettorali
# % Voti
elettorali
# % Voti
elettorali
#
  Alabama 9 0001361837.401 58,99 9 0004866926,002 41,01 - non presente 63.403 AL
  Arkansas 3 9.546 63,01 3 5.604 36,99 - non presente 15.150 AR
  Carolina del Nord 11 39.287 47,61 - 43.232 52,39 11 non presente 82.521 NC
  Carolina del Sud 9 senza voto popolare 9 senza voto popolare senza voto popolare - SC
  Connecticut 6 29.841 46,18 - 32.832 50,81 6 1.943 3,01 - 64.616 CT
  Delaware 3 5.970 48,75 - 6.271 51,20 3 non presente 12.247 DE
  Georgia 10 44.147 51,19 10 42.100 48.81 - non presente 86.247 GA
  Illinois 9 58.795 53.91 9 45.854 42,05 - 3.469 3,18 - 109.057 IL
  Indiana 12 70.181 50,07 12 67.867 48,42 - 2.106 1,50 - 140.154 IN
  Kentucky 12 51.988 45,91 - 61.249 54,09 12 non presente 116.865 KY
  Louisiana 6 13.782 51,30 6 13.083 48,70 - non presente 26.865 LA
  Maine 9 45.719 53,83 9 34.378 40,48 - 4.836 5,69 - 84.933 ME
  Maryland 8 32.706 47,61 - 35.984 52,39 8 non presente 68.690 MD
  Massachusetts 12 53.039 40,17 - 67.062 50,79 12 10.830 8,20 - 132.037 MA
  Michigan 5 27.737 49,75 5 24.375 43,72 - 3.639 6,53 - 55,751 MI
  Mississippi 6 25.846 57,43 6 19.158 42,57 - non presente 45.004 MS
  Missouri 7 41.322 56,98 7 31.200 43,02 - non presente 72.522 MO
  New Hampshire 6 27.160 55,22 6 17.866 36,32 - 4.161 8,46 - 49.187 NH
  New Jersey 7 37.495 49,37 - 38.318 50,46 7 131 0,17 - 75.944 NJ
  New York 36 237.588 48,90 36 232.482 47,85 - 15.812 3,25 - 485.882 NY
  Ohio 23 149.061 47,74 - 155.113 49,68 23 8.050 2,58 - 312.224 OH
  Pennsylvania 26 167.447 50,50 26 161.125 48,59 - 3.000 0,90 - 331.572 PA
  Rhode Island 4 4.867 39,58 - 7.322 59,55 4 107 0,87 - 12.296 RI
  Tennessee 13 59.917 49,95 - 60.040 50,05 13 non presente 119.957 TN
  Vermont 6 18.049 36,96 - 26.780 54,84 6 3.970 8,13 - 48.829 VT
  Virginia 17 50.679 53,05 17 44.860 46,95 - non presente 95.539 VA
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti: 275 1.339.570 49,54 170 1.300.157 48,09 105 62.054 2,30 - 2.703.864 US
MAGGIORANZA
GRANDI ELETTORI:
138

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di James Knox Polk.

L'elezione di Polk confermò il desiderio della popolazione americana di espandersi verso Ovest: l'annessione texana fu formalizzata il 1º marzo del 1845, prima che il presidente entrasse in carica. Come temuto, il Messico però rifiuterà di accettare lo stato di cose venutosi a creare e pertanto di lì a meno di un anno scoppierà la guerra messico-statunitense.

Come la principale questione rappresentata dal Texas si stabilì, invece di reclamare la totalità dell'Oregon Country si cercherà di avviare una trattativa di compromesso con il risultato che gli Stati Uniti e il Regno Unito negoziarono il trattato dell'Oregon il quale dividerà il conteso territorio dell'Oregon tra le due nazioni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Miller, 1998, p. 481 "...pro-Texas southern Democrats [would] aggressively inject slavery into politics by their [1844] campaign for Texas."
  2. ^ Wilentz, 2008, p. 559:"Texas annexation [became] the overriding issue in the fight for the Democratic nomination."
  3. ^ Finkelman, 2011, p. 26: "James K. Polk's victory over Henry Clay in 1844 was directly tied to the Texas annexation question."
  4. ^ Wilentz, 2008, p. 567: Tyler's Secretary of State, John C. Calhoun, "...managed, in a presidential election, to polarize national politics along sectional lines" by pursuing Texas annexation.
    May 2008, p. 100: "Tyler planned to outflank the Whigs by gaining support from the Democratic Party or possibly creating a new party..." p. 119-120: "On May 27, 1844, Tyler's so-called Democratic-Republican Party...held its first (and last) presidential convention in an attempt to outflank the major Whig and Democratic Parties."
    Holt, 2005, p. 10: "...desirous of foiling his acerbic Whig antagonists...Tyler hit upon the annexation of Texas as an issue on which he might win the presidency in 1844."
    Wilentz, 2008, p. 559:"Tyler, in league with Secretaries of State Upshur and Calhoun moved "aggressively to promote the annexation of Texas, a polarizing policy the president hoped might revise his own fading political hopes."
    Merry, 2009, p. 67 Tyler "by introducing the powerful Texas issue into American politics could ride the resulting political wave and win a presidential term in his own right."
  5. ^ Freehling, 1991, p. 558: "Agitation over slavery, on both sides, was [by the early 1840s] fair play [and as] never before, anti-slavery radicals had successfully mobilized the principles of majoritarian democracy and many of its techniques – campaign newspapers, conventions, the entire machinery of popular electioneering – while attacking the great compromise over slavery on which the Democrats and Whigs based their survival."
  6. ^ Holt, 2005 p. 10: Clay attacked Tyler's annexation treaty because it would "erode the sectional comity on which the Union was based..." and "would inevitably produce a war with Mexico."
  7. ^ Wilentz, 2008, p. 427: Clay was committed to "opposing the Calhoun-Tyler [Texas] treaty" and would only consider annexation with "no hazard of war" and "general concurrence" among Americans.
  8. ^ Finkelman, 2011m p. 26: Deviating slightly form his opposition to annexation "cost [Clay] votes in the South and West, where support for annexation was strong."
  9. ^ Finkelman, 2011, p. 22: Clay "waffled" on Texas annexation" and "Had the Liberty [Party] voters supported Clay, he would have won New York [state] and the election."
  10. ^ Freeling, 1991, p. 429: "Could the black-belt South nullify Van Buren's national majority in the party? The answer was [yes].
    Widmer, 2005 p. 149: "...a great [Democratic Party] North-South alliance rose up as one against [Van Buren]" and "laid the groundwork for a palace revolt" at the convention.
  11. ^ a b Widmer, 2005, p. 150 "...the original 'dark horse' candidate."
  12. ^ Wilentz, 2008, p. 572: "Polk stood for the [Texas] annexation as an opportunity to expand not slavery but freedom of American democratic instututions..."
    Brown, 1966, p. 33: "After 1844 the party of the Jeffersonian formula sustained itself in the face of the slavery issue by giving vent to its expansionist tendencies..."
    Widmer, 2005, p. 148: "Yet expansion was enormously popular among a people straining for largeness...it was the catnip of the 1840s, perfectly captured by the electric phrase "Manifest Destiny".
  13. ^ Henderson, 2007, p.139: "After a bitter campaign, Polk won the presidency by a scant thirty-eight thousand votes."
  14. ^ Wilentz, 2008, p. 571: "Above all, the [Democratic] party's aggressively pro-annexationist platform pressed not only for the annexation of Texas, but for a favorable settlement of outstanding disputes over the Oregon [Territory] border as well."
  15. ^ Wilentz, 2008, p. 576: "On February 27, 1845, the Senate voted to admit Texas...upon party lines. The next day on even stricter party lines, the House added assent..."
  16. ^ Merk, 1978, p. 308
  17. ^ Freehling, 1991, p. 352: "The Gag Rule Controversy had sketched the battle lines" in the approaching crisis over slavery expansion in America and "hardened contestants for the worse crisis looming over expansion in America – and slavery – in the Southwest [i.e. Texas."
    Wilentz, 2008, p. 558: With "the repeal of the gage rule, the conflict" – i.e. whether American republicanism could tolerate American slavery – "moved closer to becoming a permanent issue in national politics."
  18. ^ Freehling, 1991, p. 410: "Artificially segregating Whigs' response to gag and Texas crises...hinders awareness that the two issues came to a climax at the same time. The same Congress of 1844-45 which abolished the gag rule admitted Texas."
  19. ^ May 2008, p. 97: "...eight [northern] state legislatures sent Congress petitions warning against [Texas annexation]."
  20. ^ Miller, 1998, p. 285: "There had already been...resolutions by state legislatures that were summarily dismissed on the subject of Texas [annexation'."
  21. ^ Wilentz, 2008, p. 558: The Gag Rule debates caused "the heightening of sectional tensions in Congress [making] it imperative that [Whigs] find some compromise middle ground in the 1844 campaign...The same was true for Democrats..." Due to the Gag Rule controversies, "Agitation over slavery on both sides was now fair play" and the question arose: "Could American democracy coexist with American slavery?"
  22. ^ Miller, 1998, p. 285: "[I]f the annexation of Texas were to be discussed on the House floor it would certainly lead to a discussion of slavery – exactly the subject slaveholding congressmen wanted to avoid."
  23. ^ Widmer, 2005, p. 15: In the early 1840s "it had become clear that an apocalyptic battle was looming between... Union and Slavery..."
  24. ^ Wilentz, 2008, p. 561: "Texas annexation had long been a taboo subject for Whigs and Democrats alike."
  25. ^ Crapol, 2006, p. 215: "The capacity crowd in the auditorium listened attentively as the eighty-three-year-old Gallatin spoke passionately against Texas annexation."
  26. ^ Wilentz, 2008, p. 560: Jackson was "happy to recognize the new Texas republic but refused to annex it because it could well lead to war with Mexico." An event "both Jackson and Van Buren wanted to avoid
  27. ^ Meacham, 2008 p. 324: "Stephen Austin implored Jackson to militarily support Texas independence 1836. The president commented: "[Austin] does not reflect that we have a treaty with Mexico and our national faith is pledged to support it."
  28. ^ Widmer, 2005, p. 148: "There were a number of very good reasons to oppose taking Texas..."
  29. ^ Wilentz, 2008, p. 560: "...both Jackson and Van Buren would avoid...war with Mexico."
    Freehling, 1991, p. 367: "Jackson was a partisan of annexation...but...delayed..."
    May, 2008, p. 97: "As much as [US President] Jackson wanted Texas, he would not pay the price of a war abroad or at home."
  30. ^ Freehling, 1991, p. 367-368: During his presidency, Van Buren considered Texas annexation "potentially poisonous to American Union..."
  31. ^ Finkelman. 2011, p. 28: "Never truly a Whig, Tyler opposed almost every policy the party stood for."
  32. ^ Holt, 2005, p. 10: Tyler was "...deeply devoted to the perpetuation of slavery..."
  33. ^ Freehling, 1991, p. 410: "...Northern Whigs had warned that Texas would be the Slavepower's next outsized demand after the gag rule...Whigs Northern and Southern had loathed Tyler as a slayer of their popular mandate."
  34. ^ Holt, 2005, p. 10: In response to Tyler's vetoes "Whig congressmen and most state Whig organizations formally read Tyler out of the Whig Party."
  35. ^ Freehling, 1991, p. 364: Tyler was "almost unanimously excommunicated...from the [Whig] party."
  36. ^ Merry, 2009, p. 67 "[Tyler], refusing to embrace the Whig agenda…had essentially become a president without a party, and a president without a party couldn’t govern effectively."
    Finkelman. 2011, p. 28: "The knowledge that he would never gain the Whig presidential nomination liberated Tyler to move forward on annexation..."
  37. ^ Freehling, 1991, p. 355-356: "Tyler and his southern advisers "were composed of a few states' rights Whigs and fewer disgruntled Democrats...These alarmists controlled the presidency. They dominated nothing else."
  38. ^ Freehling, 1991, p.402: "Sam Houston's movement away from [annexation by] the United States left the American establishment [i.e. Whigs and Democrats] to avoid the problem. The Tyler administration had to [secure an annexation treaty with Texas] before debate could be compelled in America."
  39. ^ Holt, 2005, p. 10: "...Tyler hit upon the annexation of Texas as an issue on which he might win the presidency in 1844."
  40. ^ May 2008, p. 99: "Tyler desperately wanted to win election in 1844 and believed that acquiring Texas would earn him favor."
  41. ^ Finkelman, 2011, p. 30: "Some southerners argued that Britain would end slavery in Texas and this would lead to slaves fleeing [from US slave states] to the Republic of Texas. The predictions helped the lame-duck Tyler convince a lame-duck Congress to annex Texas."
  42. ^ Holt, 2005, p. 10: "England's repeated attempts to persuade authorities in the Republic of Texas to abolish slavery...influenced him [Tyler]" to seek annexation.
  43. ^ Finkelman, 2001, p. 28-29: "...in 1843 [Tyler] began secret negotiations with Texas."
  44. ^ May 2008, p. 112:"Tyler's furtive negotiations with the Texans..." on the annexation treaty.
  45. ^ Freehling, 1991, p. 398: "On October 16 Upshur met with Texas Minister Van Zandt and urged immediate negotiations towards an annexation treaty."
  46. ^ Freehling, 1991, p. 408: "On April 22, 1844, the Senate received the pre-treaty correspondence [and] the [Tyler] treaty..."
  47. ^ Finkelman, 2011, p. 29: "A treaty required a two-thirds majority [in the Senate] for ratification."
  48. ^ Freehling, 1991, p. 407: "The new Secretary of State [Calhoun] reached Washington March 29, 1844."
  49. ^ Freehling, 1991, p. 415: "...Calhoun could only begin to provoke a 'sense of crisis' with southern Democrats", and "The Packenham Letter could rally southern Democrats against the party's northern establishment..."
    May, 2008, p. 113: "The Packenham Letter proved the claims of anit-annexationists and abolitionists that the Texas question was only about slavery - its expansion and preservation - despite Tyler's protestations to the contrary."
  50. ^ Freehling, 1991, p. 408: The Packenham Letter "declared the national [Texas] treaty a sectional weapon, designed to protect slavery's blessings from England's documented interference" and "aimed at driving southerners to see England's soft threat in a hard-headed way."
  51. ^ May 2008, p. 112-113: "Calhoun...insisted that the'peculiar institution' was, in fact, 'a political institution necessary to peace, safety and prosperity."
  52. ^ Freehling, 2008, p. 409-410: "Nothing would have made Northern Whigs tolerate the [Packenham] document, and Northern Democrats would have to be forced to swallow their distaste for the accord. Calhoun's scenario of rallying enough slaveholders to push enough Northern Democrats to stop evading the issue was exactly the way the election of 1844 and annexation aftermath transpired."
  53. ^ Finkelman. 2011, p. 26: "James K. Polk's victory over Henry Clay in 1844 was directly tied to the Texas annexation question."
  54. ^ Freehling, 1991, p. 424: Texas "was politically and economically sublime for slavery; and annexationists demanded the soil..."
  55. ^ Widmer, 2005, p. 148: "Texas...forced all candidates to declare whether they were for or against annexation"
  56. ^ Wilentz, 2008: "Instantly, the letter became a public litmus test" for both national parties: "support Texas and it pro-slavery rationale and alienate the North, or oppose it and forever lose the South."
  57. ^ Holt, 2005, p. 10: "Clay had engineered the formation of the Whig Party in 1834..."
  58. ^ Wilentz, 2008, p. 569: The Whig convention "unanimously approved Clay's nomination"..."a thoroughly joyous and exciting affair."
  59. ^ Wilentz, 2008 ,p. 569: The Whig convention [of 1844] in Baltimore, which assembled on May 1..."
  60. ^ Finkelman. 2011, p. 18: "In Congress, the Whigs had blocked Texas annexation, with southern Whigs joining their northern colleagues...who opposed Texas annexation because of slavery."
  61. ^ Wilentz, 2008, p. 569: The Whig platform "did not even mention Texas..."
  62. ^ Finkelmn, 2011, p. 21: Whigs regarded the election as a "cakewalk", believing Clay would swamp Polk.
  63. ^ Freehling, 1991, p. 360:"...Southern Whigs used the same electioneering hoopla in 1844..." as in 1840.
  64. ^ Finkelman. 2011, p. 18: "In the South, Whigs argued that annexation would harm slavery because a large migration to Texas would raise the price of slaves and lower price of land in the rest of the South."
  65. ^ Finkelman. 2011, p. 18: "Northern Whigs, joined by some northern Democrats, saw Texas as a great "Empire for Slavery".
  66. ^ Freeling, 1991, p. 427: The "so-called Raleigh letter of April 17, 1844."
  67. ^ Holt, 2005, p 10: Clay declared Texas annexation "fraught with danger to the nation" and would "erode national comity" and "produce a war with Mexico."
  68. ^ Freehling, 1991, p. 427: "While Clay concurred with Van Buren on opposing the Calhoun-Tyler [Texas] treaty, the two opponents differed on post-treaty annexation policy."
    Finkelman, 2011, p. 26: "When the 1844 campaign began, Henry Clay was unalterably opposed to annexation."
  69. ^ Freehling, 1991, p. 427: "Clay...would halt annexation unless Mexico assented. He would also deny Texas entrance in the Union, no matter whether Mexico agreed, should 'a considerable and respectable portion' of the American people "express 'decided opposition'"
  70. ^ Freehling, 1991, p. 426-427: "Southern Whigs thus had to weigh the possibility that Texas might be abolitionized [by Great Britain] against the certainty that campaigning for [Texas] annexation would split their party."
  71. ^ Wilentz, 2008, p. 568-569: "The Texas issue struck [Clay] as a giant distraction from the real issues...internal improvements, the tariff and the rest of the American System..." and "ratified a four-part unity platform" based on the "American System."
  72. ^ Freehling, 1991, p. 353, p. 355, p. 436
  73. ^ Finkelman. 2011, p. 22: "The Whigs wanted to talk about the tariff and currency, which were no longer exciting issues."
  74. ^ Finkelman, 2008, p. 21: "...as an avid colonizationist [Freylinghuysen's] conservative views on slavery made him acceptable to southerners, and at the convention, almost all southern delegates voted for him." And p. 19-20: "...he was clearly an opponest of the abolitionists."
  75. ^ Finkelman. 2011, p. 17, p. 21: Freylinghuysen "the perfect northerner to balance the somewhat sordid reputation of the slaveowning, dueling, hard-drinking Clay."
  76. ^ Wilentz, 2008, p. 569: Freylinghuysen served to "offset Clay's reputation for moral laxity..."
  77. ^ Finkelman. 2011, p. 22: The "less than snappy slogan..."
  78. ^ Freehling, 1991, p. 435: "Even anti-slavery American should consent to annexation counseled Clay" because diffusion of slavery south into the tropics would "doom slavery in Texas."
  79. ^ Freehling, 1991, p. 435: "Clay admitted he would be glad to see [Texas annexation], without dishonor, without war [and] with the common consent of the American people." And p. 436: "In September...he re-emphasised opposition to annexation..."
  80. ^ Freehling, 1991, p. 435: "Northern Whigs, enraged by Clays' newly announced personal preference for Texas, accused Clay of waffling..."
  81. ^ Freehling, 1991, p. 437: "In 1844, Whigs stood damned as soft on Texas, therefore soft on slavery."
  82. ^ Holt, 2008, p. 12-13: Fearing to be cast as "soft on slavery" (see Freehling, 1991, p. 437), "southern Whigs could be portrayed as even more ardent champions of slavery in the South than the southern Democrats. As would happen in the future, slavery extension became a political weapon [which] rival parties used to exploit for political reasons..."
  83. ^ a b Wilentz, 2008, p. 573
  84. ^ Holt, 2005, p. 7: "...Martin Van Buren took the lead in constructing the Democratic Party..."
  85. ^ Widmer, 2005, p. 58: "[Van Buren's] vision was indispensable to the rise of the phenomenon we call Jacksonian Democracy."
  86. ^ Freehling, 1991, p. 369: Van Buren "seemingly had the Democratic Party's nomination secured" and p. 411: "...cruising towards the nomination..."
  87. ^ Wilentz, 2008, p. 558: "By early 1844, Martin Van Buren and the Radical Democrats controlled the party's nominating machinery."
  88. ^ Wilentz, 2008, p. 558-559: "Calhoun's departure from the presidential race in January 1844 appeared to seal Van Buren's nomination" and "The key question" was whether "banking and internal improvement" would suffice as issues to heal party divisions.
  89. ^ Freehling, 1991, p. 411 "...a southern roadblock..." to Van Buren's nomination.
  90. ^ Freehling, 1991, p. 413: A test to determine "whether southern extremists could pressure moderate Southern Democrats to [in turn] pressure Northern Democrats" into voting for Texas annexation legislation.
    Merry, 2009, p. 787: Van Buren "faced considerable opposition within his own party" to any rejection of Texas annexation, "particularly from southern slaveholders and western entrepreneurs…Now the rupture of the party was unavoidable."
  91. ^ Miller, 1998, p. 484: Italics in original
  92. ^ Freehling, 1991, p. 412: Van Buren "filled his Hammet letter with conditions" obstructing the road to annexation "because Northern Whigs anti-annexationist fury made unconditional annexation too politically risky." p. 429 "Northern Whigs had, by [placating the] South, turned the southern minority into a national majority. Van Buren now urged that the northern majority must rule" the Democratic national party.
  93. ^ Widmer, 2005, p.149: Van Buren stated "in no uncertain terms he was opposed to Texas annexation...He did not foreclose on the future possibility...under the right circumstances..."
  94. ^ Freehling, 1991, p. 413: "Van Buren...offered Southerners a delay [on annexation] that would be tolerable to the North."
  95. ^ Widmer, 2005, p. 149: "Van Buren wrote out a reply on April 20 that reshaped the campaign..."
  96. ^ Freehling, 1991, p.412: Van Buren's letter "came fused with a pledge to administer annexation...assuming the American majority wanted to risk war", but "repudiated" altogether Tyler's Texas treaty.
  97. ^ Wilentz, 2008, p. 568: "...the letters thrust was strongly annexation" but he included "a vague concession to the South", whereby mass support for annexation – North and South – might open the door to Texas statehood.
  98. ^ Widmer, 2005, p. 149: Van Buren "did not foreclose on the future possibility of accepting Texas under the right circumstances" including military means.
  99. ^ May 2008, p. 113: Van Buren agreed to "accept Texas annexation if it did not mean a war with Mexico, did not exacerbate sectional tensions, and had the clear support of the whole nation."
  100. ^ Freehling, 1991, p. 427: "Clay, in contrast [to Van Buren] would halt annexation unless Mexico assented."
  101. ^ Freehling, 1991, p. 428: "Van Buren erred...in thinking that delay [in annexation] was tolerable" to Southern Democrats..." "The more threatening foe might be President Tyler, who promoted [immediate annexation]." "[He] also miscalculated later...in thinking that Southern Democrats most dangerous opponent was necessarily Clay, who admittedly offered less on annexation. The more threatening foe might be President Tyler, who offered far more [than Van Buren]"
  102. ^ Freehling, 1991, p. 426: "Southern Democrats had long since discovered, particularly in gag rule politics, that enough Northern Democrats would probably cave in, however begrudgingly and resentfully, to southern demands."
  103. ^ Freehling, 1991, p. 428: Van Buren's response to Calhoun's Packenham letter "produced a special fury when Southern Democrats scorned his clever stall .
  104. ^ Widmer, 2005, p. 149: "Immediately after the publication of the Hammett Letter, southerners let loose a howl of 'fever and fury' and claimed that it proved he had never been one of them."
  105. ^ Freehling, 1991, p. 428: Van Buren "was finished as a candidate in their section."
  106. ^ Brown, 1966, p. 33: "Ritchie and Van Buren, after nearly a quarter century of fruitful political teamwork, would part company..."
  107. ^ Freehling, 1991, p. 415: Jackson's support for immediate Texas annexation "lent enormous credibility to Calhoun" after the issuance of the Packenham Letter.
  108. ^ Freehling, 1991, p. 404: "Jackson would assure Texas President [Sam Houston] that...annexation could now become a reality." and p. 418: "that a treaty would be ratified."
  109. ^ Freehling, 1991, p. 416, p. 417: "Jackson joined Calhoun and Tyler in seeing Texas's vulnerability as England's opportunity" and "if America rejected annexation" Great Britain would preside over the emancipation of Texas slavery and "soon English soldiers" would be occupying the western frontier.
  110. ^ Freehling, 1991, p. 415: "Now the old general [Jackson] urged...his supporters to nominate someone other than Van Buren"because he had "failed to see the Texas situation as an immediate crisis."
  111. ^ Holt, 2008, p. 11: Van Buren's supporters "raged that Texas annexation had been used to derail Van Buren's nomination."
  112. ^ May 2008, p. 113: "Tyler, all hope of success nearly gone, had only one option left – to launch his own party and attempt to act as spoiler in the November presidential contest."
  113. ^ May, 2008, p. 113: "...so-called Democratic-Republican Party; the name a tribute to [Tyler's] beloved Jefferson..."
  114. ^ May 2008, p. 114: Tyler "did not select a running mate."
  115. ^ May 2008, p. 119: "The more Tyler could challenge Polk's chances the more certain he was that Polk would deliver on annexation..."
  116. ^ May 2008, p. 119-120: "All that Polk needed was a mechanism that would allow Tyler to gracefully drop out of the race without reviving suspicions of a corrupt bargain."
  117. ^ May 2008, p. 120: "Tyler supporters easily switched their allegiance to Polk..."
  118. ^ Joseph, Jr. Smith, General Smith's Views on the Powers and Policy of the Government of the United States, su contentdm.lib.byu.edu, 1844..
  119. ^ Kenneth H. Winn, Exiles in a Land of Liberty: Mormons in America, 1830-1846, 1990, p. 203.
  120. ^ Carthage Jail, su lds.org.
  121. ^ Freehling, 1991, p.437- 438: "Polk partisans called acquisition of Texas and Oregon not a southern but a western concern" and "A presidential campaign for national imperialism divorced from a southern crusade for slavery...."
  122. ^ Freehling, 1991, p. 438: "In this northwest [region], Democratic campaigners truly were the Manifest Destiny spokesmen, unfortunately painted as everywhere, omnipresent in latter-day history textbooks." P. 439: However, "northern voters had nothing like demanded Manifest Destiny."
  123. ^ Freehling, 1991, p. 438: "Clay lost every state in the Deep South... but manage to hang on to the five states Harrison had captured in 1840... in the Border and Middle South."
  124. ^ Finkelman, 2011, p. 19: "The northern Democrats could on the explicitly anti-slavery Liberty Party to...possibly siphon off anti-slavery Whig votes."
  125. ^ Wilentz, 2008, p. 574: "Had only a modest proportion of the Liberty Party's New York vote...gone instead to the Whigs, Henry Clay would have been elected president."
  126. ^ Freehling, 1991, p. 438: "The shift of [either] of these states' 41 electoral votes would have transformed a 170-105 Polk Electoral victory into a 146-129 Clay triumph."
  127. ^ Holt, 2005, p. 11-12
  128. ^ Presidential ballots, 1836-1892 (Johns Hopkins University Press, 1955) pp 247–57.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Widmer, Edward L. 2005. Martin Van Buren. New York: Times Books
  • Wilentz, Sean. 2008. The Rise of American Democracy: Jefferson to Lincoln. W.W. Horton and Company. New York.

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