Eilberto di Colonia

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Altare portatile, 1150-1160 (Berlino, Kunstgewerbemuseum)

Eilberto di Colonia (Colonia, circa 1110 – Colonia, circa 1165) è stato un orafo e incisore tedesco, specializzato anche come smaltatore.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Eilberto di Colonia fu un monaco attivo nella prima metà del secolo XII, religioso nel convento di San Pantaleone a Colonia, uno dei più antichi centri tedeschi dell'arte dell'oreficeria e degli smalti.[1]

I dati anagrafici fondamentali dell'artista Eilberto sono indicati nell'iscrizione "Eilbertus Coloniensis me fecit" posta nella parte inferiore brunita di un altarolo, oggi nei Musei statali di Berlino.[2]

Le opere che realizzò furono prevalentemente oggetti destinati al culto, come altari portatili, reliquari, ecc.[1]

Si caratterizzò per l'unione dell'uso degli smalti policromi con l'oro secondo un gusto coloristico e una tecnica divenuti poi tipici di buona parte dell'orificeria tedesca del periodo romanico.[1]

Tra le opere che gli sono attribuite si possono menzionare l'altarolo portatile del cosiddetto tesoro dei Guelfi e i reliquari di San Vittorio a Xanten e quello conservato a Mönchengladbach.[1]

Alcuni storici dell'arte, quali Schulten (1966) identificarono Eilberto di Colonia con l'"Alberti sacerdotis et canonici aurifabri", attivo nell'abbazia di Knechtsteden a Straberg, in Renania, anche se questa ipotesi non sembra la più accreditata.[1][2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Altarolo portatile del cosiddetto tesoro dei Guelfi (Musei statali di Berlino);
  • Reliquario di San Vittorio a Xanten;
  • Reliquario a Mönchengladbach.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Eilberto, in le muse, IV, Novara, De Agostini, 1965, p. 321.
  2. ^ a b Eilberto di Colonia, in Enciclopedia dell'arte medievale, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1991-2000. URL consultato il 30 maggio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) O. von Falke e H. Frauberger, Deutsche Schmelzarbeiten des Mittelalters, Francoforte sul Meno, 1904, p. 21.
  • (DE) J. Braun, Die Pantaleonswerkstätte zu Köln, in Stimmer der Zeit, 1926, pp. 137-146.
  • (DE) W. Schulten, Neue Funde zur Baugeschichte der Abtei Knechtsteden, in Jahrbuch der rheinischen Denkmalpflege, n. 26, 1966, p. 190.
  • (DE) D. Kötzsche, Zum Stand der Forschung der Goldschmiedekunst des 12. Jahrhunderts im Rheiner-Maas-Gebiet, in Rhein und Maas. Kunst und Kultur 800-1400, Colonia, 1973, pp. 191-236.

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