Echium sabulicola

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Viperina delle spiagge
Echium sabulicola
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Lamiidi
OrdineBoraginales
FamigliaBoraginaceae
SottofamigliaBoraginoideae
TribùLithospermeae
GenereEchium
SpecieE. sabulicola
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineLamiales
FamigliaBoraginaceae
GenereEchium
SpecieE. sabulicola
Nomenclatura binomiale
Echium sabulicola
Pomel, 1874

La viperina delle spiagge (Echium sabulicola Pomel, 1874) è una pianta della famiglia delle Boraginacee.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una pianta erbacea biennale, alta 20–50 cm.[2]

Il fusto, eretto, è ricco di setole biancastre tubercolate.

Le foglie basali, ovate, e quelle cauline, lanceolate o spatolate, sono lunghe sino a 5 cm, anch'esse ricche di setole.

I fiori, riuniti in infiorescenze più o meno ramificate, presentano una corolla inizialmente roseo-violacea, che diviene blu-purpurea a maturazione.

Fiorisce alla fine di aprile e, con tempo favorevole, in autunno.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È nativa nelle aree sabbiose della regione occidentale e meridionale del bacino del Mediterraneo: dal Nord Africa, alla Spagna occidentale, comprese le isole Baleari, alla Francia meridionale, comprea la Corsica e all'Italia meridionale[1]. La sua presenza in Italia è limitata a Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna[3]

La pianta richiede abbondanza di sole e periodi secchi prolungati.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Echium sabulicola, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2024.
  2. ^ Pignatti S., Echium sabulicola, in Flora d'Italia Vol. III, Milano, Edagricole, 2017, pp. 156-157, ISBN 9788850652440.
  3. ^ Echium sabulicola, su actaplantarum.org. URL consultato il 25 gennaio 2024.

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