Draco blanfordii

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Drago volante di Blanford
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseReptilia
SottoclasseDiapsida
InfraclasseLepidosauromorpha
SuperordineLepidosauria
OrdineSquamata
SottordineLacertilia
InfraordineIguania
FamigliaAgamidae
SottofamigliaDraconinae
GenereDraco
SpecieDraco blanfordii
Nomenclatura binomiale
Draco blanfordii
Boulenger, 1885

Draco blanfordii Boulenger, 1885, comunemente noto come drago volante di Balnford o lucertola volante di Balnford è una specie di lucertola della famiglia Agamidae, endemica dell'Asia, in grado di planare da un albero all'altro.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

D. blanfordii è diffuso in Bangladesh, Cina, India, Malaysia occidentale, Myanmar, Thailandia orientale, e Vietnam.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della specie, blanfordii, è stato assegnato in onore del geologo e naturalista inglese William Thomas Blanford del Geological Survey of India.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

D. blanfordii è particolarmente simile a un'altra specie del genere, D. indochinensis. Tuttavia, mentre la giogaia di D. indochinensis è più larga alla base e va via via restringendosi terminando in una punta, quella di D. blanfordii è distalmente espansa, si contrae alla base e termina con una forma arrotondata. D. indochinensis si differenzia inoltre da D. blanfordii per la presenza in entrambi i sessi di una larga banda trasversale nera che attraversa la parte posteriore della regione gulare, oltre che per la presenza di bande radiali scure sulla superficie superiore dei patagi in ambedue i sessi invece che soltanto nelle femmine.

D. blanfordii possiede una testa piccola ed un muso stretto, leggermente più lungo del diametro dell'orbita. Le narici sono perfettamente verticali, aperte verso l'alto. I timpani, più piccoli della cavità oculare, sono esposti. Le squame che rivestono la porzione superiore della testa sono irregolari e carenate e formano un tubercolo prominente in corrispondenza dell'angolo posteriore dell'orbita. L'appendice gulare del maschio è più lunga della testa stessa e ricoperta da grosse squame. Il maschio possiede una leggera piega nucale. Le squame dorsali sono regolari, lisce o carenate in maniera appena percettibile, non più langhe delle ventrali. Ai lati del dorso vi è una serie di larghe squame carenate, separate dalle altre. Gli arti anteriori riescono ad estendersi ben oltre la punta del muso; i posteriori invece raggiungono quasi l'ascella. La colorazione è grigio-marrone nella parte superiore, con piccole macchie scure. La parte superiore dei patagi è marmorizzata, di color marrone scuro, con macchie più chiare qua e là, mentre quella inferiore è bianca. La gola è priva di macchie, verdastra, di color rosso pallido sotto i bargigli laterali. Raggiunge una lunghezza di 4.75 cm, coda esclusa. Quest'ultima è lunga 9 cm.[3]

Habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'habitat prediletto da D. blanfordii sono le foreste fitte, ad altitudini comprese tra gli 0 e i 1200 metri s.l.m..[4]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

D. blanfordii è una specie arborea diurna[4]

Dieta[modifica | modifica wikitesto]

La dieta di D. blanfordii è costituita da formiche.[4]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

D. blanfordii è oviparo.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Lwin, K., Draco blanfordii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Richard Allen "Bo" Crombet-Beolens, Michael Watkins e Michael Grayson, The Eponym Dictionary of Reptiles, Baltimora, Johns Hopkins University Press, 2011, p. 27.
  3. ^ Boulenger GA (1890). The Fauna of British India, Including Ceylon and Burma. Reptilia and Batrachia. London: Secretary of State for India in Council. (Taylor and Francis, printers). xviii + 541 p. (Draco blanfordii, p. 112-113).
  4. ^ a b c (EN) Lwin, K., Draco blanfordii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  5. ^ (EN) Draco blanfordii, su The Reptile Database.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Barts M, Wilms T (2003). "Die Agamen der Welt ". Draco 4 (14): 4-23. (in German).
  • Blanford WT (1878). "Notes on some Reptilia from the Himalayas and Burma". Journal of the Asiatic Society of Bengal 47 (2): 125-131.
  • Boulenger GA (1885). Catalogue of the Lizards in the British Museum (Natural History). Second Edition. Volume I. Geckonidæ, Eublepharidæ, Uroplatidæ, Pygopodidæ, Agamidæ. London: Trustees of the British Museum (Natural History). (Taylor and Francis, printers). xii + 436 pp. + Plates I- XXXII. (Draco blanfordii, new species, pp. 267–268 + Plate XX, Figure 7).
  • Indraneil Das (2002). A Photographic Guide to Snakes and other Reptiles of India. Sanibel Island, Florida: Ralph Curtis Books. 144 pp. ISBN 0-88359-056-5. ("Draco blanfordi [sic]", p. 75).
  • McGuire JA, Kiew BH (2001). "Phylogenetic systematics of Southeast Asian flying lizards (Iguania: Agamidae: Draco) as inferred from mitochondrial DNA sequence data". Biological Journal of the Linnean Society 72: 203-229.
  • Smith MA (1935). The Fauna of British India, Including Ceylon and Burma. Vol. II.—Sauria. London: Secretary of State for India in Council. (Taylor and Francis, printers). xiii + 440 pp. + Plate I + 2 maps. ("Draco blanfordi [sic]", pp. 141–142).

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