Double Dragon

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Double Dragon
videogioco
Schermata del gioco arcade (livello 1): Billy contro un Williams (armato di mazza) e un Abobo
PiattaformaArcade, Amiga, Amstrad CPC, Atari 2600, Atari 7800, Atari Lynx, Commodore 64, Game Boy, Game Gear, MS-DOS, NES, PlayChoice-10, Sega Master System, Sega Mega Drive, Zeebo, ZX Spectrum
Data di pubblicazione
GenerePicchiaduro a scorrimento
TemaContemporaneo, post-apocalittico
OrigineGiappone
SviluppoTechnos Japan Corporation (arcade), Binary Design (home computer)
PubblicazioneTechnos Japan Corporation (arcade, NES, GB Giappone), Taito (arcade Occidente), Melbourne House (home computer), Activision (2600/7800), Telegames (Lynx), Sega (Master System), Ballistic (Mega Drive), Zemina (MSX), Ocean Software (C64 alternativa)
DirezioneYoshihisa Kishimoto
DesignShinichi Saito
MusicheKazunaka Yamane
Modalità di giocoGiocatore singolo, multigiocatore
Distribuzione digitaleXbox Live, Virtual Console
SerieDouble Dragon
Seguito daDouble Dragon II: The Revenge
Specifiche arcade
CPU
  • Hitachi HD6309E (3 MHz)
  • Hitachi HD63701Y0 (6 MHz) secondario
Processore audioMotorola MC6809 (6 MHz)
SchermoRaster orizzontale
Risoluzione240 x 224
Periferica di inputJoystick a 8 direzioni con 3 tasti

Double Dragon (双截龍(ダブルドラゴン)?, Daburu Doragon) è un videogioco arcade del tipo picchiaduro a scorrimento sviluppato e pubblicato nel 1987 dalla Technos Japan Corporation in Giappone e pubblicato dalla Taito in Europa e Nordamerica.

Si può considerare il primo videogioco di grande successo del suo genere, fonte d'ispirazione di molti picchiaduro a scorrimento prodotti successivamente.[1]

Vanta un alto numero di conversioni e diede inizio alla prolifica serie di Double Dragon, a partire da una trilogia di arcade insieme a Double Dragon II: The Revenge e Double Dragon 3: The Rosetta Stone. Sulla serie sono basati anche un fumetto, una serie TV animata e un film.

Si può ritenere un successore ideale, ma non ne è un seguito, di un precedente gioco della Technos Japan Corporation, Renegade[2].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Cinque anni dopo una guerra nucleare (questo è specificato solo nella versione giapponese[3]), una squallida New York è controllata da organizzazioni criminali, su tutte i temibilissimi Black Warriors capeggiati da Willy Mackey. I protagonisti sono i fratelli Billy e Jimmy Lee, grandi esperti di arti marziali, che vedono rapita l'amica Marian dai Black Warriors come oggetto di riscatto per ottenere i segreti della loro disciplina. I due fratelli iniziano la loro avventura a mani nude nell'intento di sgominare i banditi, anch'essi a mani nude o con armi bianche, e liberare Marian.

Dopo aver attraversato i bassifondi, una fabbrica in disarmo e un bosco, giungono al rifugio di Willy, uno sfarzoso castello con elementi gotici nascosto dietro una parete rocciosa. Sconfitto Willy, l'unico nemico dotato di un'arma da fuoco, i due si combattono a vicenda per poter avere Marian, che infine bacia il vincitore[4].

Modalità di gioco[modifica | modifica wikitesto]

Double Dragon presenta una visuale 2,5D a scorrimento multidirezionale, prevalentemente verso destra.

Con il joystick ci si muove per l'area di gioco, mentre con i tre tasti si possono sferrare pugni, calci e saltare. Il protagonista ha una barra di energia composta da 5 quadrati che man mano cala ogni volta che si subiscono colpi, fino all'uccisione; generalmente (varia in base all'impostazione del chip) il giocatore ha a disposizione tre vite. Se si cade in una delle buche che si possono trovare lungo il percorso si perde direttamente la vita. Possono essere presenti piattaforme su cui arrampicarsi e nel quarto livello sono presenti alcuni trabocchetti. Bisogna completare ciascun livello entro un tempo stabilito pena la perdita immediata di una vita.

Il giocatore parte a mani nude ed ha la possibilità di effettuare "combo" di pugni (3 colpi l'ultimo dei quali è un montante), combo di calci (2 colpi, l'ultimo è un calcio circolare), prese per i capelli con conseguenti ginocchiate sul volto o proiezioni a terra, calci volanti, testate, gomitate o calci girati all'indietro; se si viene afferrati per i capelli o immobilizzati alle spalle, è possibile liberarsi della presa premendo il tasto del salto.

Lungo il percorso si possono trovare differenti armi, alcune da mischia (mazze da baseball, fruste), altre da lancio (candelotti di dinamite, coltelli, bidoni, scatoloni e massi).

Una delle caratteristiche di maggior successo del gioco era la varietà degli avversari, per aspetto e per metodi di lotta.[1] Nell'originale arcade ci sono sei tipi di nemici, che appaiono più volte nel gioco con tavolozza dei colori variabile: i teppisti Williams e Roper, l'unica donna Linda, solitamente armata di frusta, il gigante calvo Abobo, e altri due personaggi che si incontrano come boss, il primo dei quali è un gigante che ricorda Mr. T mentre il secondo, Jeff, è un individuo fisicamente simile ai protagonisti.[5] Anche i nemici possono attaccare con vari tipi di mosse a mani nude e, in parte, possono utilizzare le stesse armi del giocatore. A questi sei si aggiunge il boss finale, Willy, che è l'unico dotato di arma da fuoco, una mitragliatrice.

Al termine di ogni livello è presente un boss, aiutato da nemici comuni: se alla morte del boss sono ancora presenti scagnozzi nello schermo, questi scapperanno via. Se al termine del gioco con la modalità a due giocatori Billy e Jimmy sono entrambi vivi, essi dovranno scontrarsi in un duello all'ultimo sangue, per avere Marian.

Versione per NES[modifica | modifica wikitesto]

La versione per Nintendo Entertainment System è ovviamente limitata dal punto di vista grafico e qualitativo, ma gli sviluppatori resero il gioco più ricco dal punto di vista degli elementi presenti, arrivando a differenziarlo parecchio rispetto all'originale.

Non vi è la possibilità di giocare in modalità doppio cooperativo, ma solamente in modo alternato con i giocatori che guidano Billy Lee.[6] Gli avversari presenti contemporaneamente nella schermata non sono mai più di due.

Il porting prevede un sistema simil-RPG con un livello di esperienza che caratterizza il set di mosse a disposizione del giocatore:[6] il protagonista inizia il gioco con la sola possibilità di sferrare pugni e calci, e aumentando il livello di esperienza ottiene tutte le altre tecniche presenti anche nel gioco arcade; al set di mosse completo gli sviluppatori aggiunsero anche la possibilità di attaccare avversari a terra con un'azione di ground and pound, nonché è possibile afferrare per i capelli anche Linda.

I livelli appaiono ispirati a quelli originali ma comunque differenti e più lunghi; una delle maggiori caratteristiche della versione NES è la presenza di porzioni di livello a scorrimento orizzontale molto simili a un videogioco a piattaforme.[6]

È presente una modalità alternativa di gioco, la "Mode B", dove il giocatore può scegliere uno tra sei differenti personaggi del gioco, nemici inclusi, e si combatte come se fosse un picchiaduro a incontri multidirezionale.[6]

Conversioni[modifica | modifica wikitesto]

Le conversioni per le piattaforme a 8 bit furono per la maggior parte abbastanza fedeli e funzionali, sebbene nei limiti tecnici di tali sistemi: Nintendo Entertainment System (1988), che rinunciò al multigiocatore cooperativo ma introdusse alcune meccaniche di gioco nuove e uniche (vedi sopra), Sega Master System (1988), Commodore 64 (1988/1991), ZX Spectrum (1988), pur sofferente dei limiti cromatici della macchina e di ritardi nei comandi,[1] Amstrad CPC (1988).[6] La versione per la già molto datata Atari 2600 (1988) è invece irriconoscibile e viene ricordata tra i peggiori disastri della console.[6] Riuscì molto meglio, ma sempre deludente, la successiva versione Atari 7800 (1989).[6] Anche l'edizione MSX (1990) soffrì di diversi problemi, con grafica strana e quasi priva di pavimenti, ritardi dei comandi e glitch.[6]

Nel caso del Commodore 64 uscirono due conversioni diverse e indipendenti, la prima (1988) è della Melbourne House e la seconda (1991), uscita su cartuccia, è della Ocean Software.[7] Analogamente per Amstrad CPC uscirono due conversioni indipendenti, entrambe copyright 1988, della Virgin Mastertronic e della spagnola Dro Soft (edita all'estero da Melbourne House).[8] Infine anche per MSX esistono due versioni; oltre a quella sopra descritta, della coreana Zemina, uscì un porting fedele dalla versione ZX Spectrum, edito da Dro Soft.[9] La particolare versione NES venne ripubblicata anche come arcade nel sistema PlayChoice-10.

Per quanto riguarda i sistemi a 16 bit, le edizioni Amiga e Atari ST (1988), tra loro molto simili, sono piuttosto fedeli all'originale, almeno tra le versioni per computer; tuttavia hanno gravi lacune in quanto ad animazioni e risposta ai comandi, inoltre quella per ST è più lenta.[6] L'edizione MS-DOS (1988) ha sonoro ridotto al minimo e qualche imprecisione nei comandi, ma il risultato è generalmente curato.[6] L'edizione Sega Mega Drive (1993) è quella che veramente regge il confronto con l'originale, sebbene giunta ben 5 anni dopo e con qualche compromesso sui comandi.[6]

Tra le console portatili, l'edizione per Game Gear è talmente diversa dall'originale che è discutibile considerarla una conversione.[6] Ben riuscite furono l'edizione per Game Boy (1990) e soprattutto quella per Atari Lynx (Telegames, 1993), che riuscì a rivaleggiare per prestazioni perfino con il Mega Drive.[6] La tarda versione Game Boy Advance (2003), vedi Double Dragon Advance, presenta sprite e intermezzi completamente rimodellati.[6]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La Apollon Music ha pubblicato la colonna sonora in edizione limitata (Original Sound of Double Dragon - Arcade Version) in formato musicassetta nel febbraio del 1988[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Retrogame Magazine 4, p. 32.
  2. ^ (EN) Matt Fox, Renegade, Double Dragon, in The Video Games Guide: 1,000+ Arcade, Console and Computer Games, 1962-2012, McFarland, 3 gennaio 2013, pp. 235, 85.
  3. ^ (EN) The True Story of Double Dragon, su gameinformer.com.
  4. ^ The End - Double Dragon, in Retro Gamer, n. 2, Roma, Play Media Company, luglio/settembre 2007, p. 98, ISSN 1971-3819 (WC · ACNP).
  5. ^ Banca dati MAME
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n Retrogame Magazine 4, p. 33.
  7. ^ Ready64, Lemon64.
  8. ^ CPC-power.com.
  9. ^ (ES) Double Dragon, su computeremuzone.com.
  10. ^ (ENJA) Original Sound of Double Dragon - Arcade Version, su vgmdb.net.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Conversioni a confronto - Double Dragon, in Retrogame Magazine, n. 4, speciale PC Giochi n. 13, Cernusco sul Naviglio, Sprea, gennaio/febbraio 2017, pp. 32-33, ISSN 1827-6423 (WC · ACNP).
Riviste storiche

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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