Dissociazione (diritto)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Con la legge n. 15 del 6 febbraio 1980 si introduceva in Italia il concetto giuridico di dissociazione.

Veniva di fatto convertito in legge, con alcune modificazioni, il decreto legge n. 625 del 15 dicembre 1979[1] concernente "misure urgenti per la tutela dell'ordine democratico e della sicurezza pubblica".

Questa legge nasce come una evoluzione di un decreto straordinario antiterrorismo, con alcune modifiche ad articoli del codice penale, per favorire la lotta contro i gruppi terroristici operanti in Italia, agevolando la dissociazione degli aderenti ai gruppi tramite sconti di pena offerti a chi forniva informazioni. [2].

Sconti di pena[modifica | modifica wikitesto]

Per il dissociato che si adopera per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori ovvero aiuta concretamente l'autorità di polizia e l'autorità giudiziaria nella raccolta di prove decisive per l'individuazione o la cattura dei concorrenti, la pena dell'ergastolo è sostituita da quella della reclusione da dodici a venti anni e le altre pene sono diminuite da un terzo alla metà[3] per delitti commessi per finalità terroristiche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/dl625_79.html Archiviato il 2 maggio 2009 in Internet Archive. decreto legge 15 dicembre 1979 n. 625
  2. ^ Testo della legge da www.giustizia.it, su giustizia.it. URL consultato il 6 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2009).
  3. ^ Art 4 ddl

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]