Discussioni utente:Stonewall/Sandbox4

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Ma l'azzurro non era il simbolo dei badogliani? --Pigr8 ...libertà è partecipazione! 17:28, 6 set 2011 (CEST)[rispondi]

Autonomi e badogliani credo che siano la stessa cosa, "Mauri" era autonomo e monarchico.--Stonewall (msg) 22:09, 6 set 2011 (CEST)[rispondi]

Mi sono permesso di fare una piccola aggiunta. Al di là che sia utile o meno volevo chiedere se era una sorta di sandbox aperta a tutti o no, dato che su questi aspetti si sta lavorando su più fronti in più utenti. --Riottoso? 18:38, 8 set 2011 (CEST)[rispondi]

L'aggiunta è senza dubbio interessante; per il momomento però questa sandbox è solo opera mia e pensavo di completarla con calma, utilizzando le mie fonti e lo schema proposto prima di inserirla nella voce già esistente che, secondo me, va sfrondata di molte parti ridondanti, superflue e senza riferimenti bibliografici. Per la verità al momento non ho nemmeno deciso se la pubblicherò. In questa fase forse è meglio se gli amici propongono le loro osservazioni su questa sandbox nella pagina di discussione in attesa degli eventi...--Stonewall (msg) 20:02, 8 set 2011 (CEST)[rispondi]
Ok, d'ora in poi se ci sarà occasione proporrò qui eventuali aggiunte!--Riottoso? 20:14, 8 set 2011 (CEST)[rispondi]

Testo di Alula Roma[modifica wikitesto]

L' Italia nel 1940 si avventurò in quello che poi in seguito si rivelò la più disastrosa impresa, firmando un patto con la Germania nazista l'italia entrò nella seconda guerra mondale il 10 giugno. L'inghilterra e la francia, findora avevano usato una certa diplomazia e rivalità per la spartizione coloniale dell'africa orientale, ma ora divennerò acerrimi nemici dell'Italia. L'Imperatore Haile Selassie con il suo susseguirsi di appelli alla Società delle Nazioni nei cinque anni di occupazione, ora trova un supporto con l'affluirsi delle truppe inglesi e patrioti arbenuoch nei confini con il progettò di guidare gli italiani fuori dall'impero. Hailé Selassié arrivò via khartoum in sudan il 3 luglio 1940, venne ricevuto con il sostegno da parte dei leader della resistenza, da dove poi avrebbero organizzato una mobilitazione nella frontiera, nonostante si aspettasse una certa diffidenza per aver scelto l'esilio - c'era una reale possibiltà di ribellioni nel Gojjam, nell'ogaden e in eritrea con la nascità di ideali repubblicani, la resistenza degli etiopi creò un nuovo impulso politico, di come sarebbe stata l'etiopia nel post guerra con o senza l'imperatore.[1] Il 30 gennaio 1941 Haile Selassie attraversò il confine con il Sudan con il generale Orde Wingate e patrioti etiopi, e dichiarò al popolo etiope che non ci sarebbe stata nessuna rappresaglia contro gli italiani. ll Duca d'Aosta e le truppe italiane si ritirarono nell'Amba Alagi in Tigre, lasciando ad Addis Abeba agli arbegnuoc che erano nelle distanze e al generale britannico Alan Cunningham che stava arrivando dal nord Kenya. Il 6 aprile 1941 Addis Abeba è stata liberata e un mese dopo, il 5 maggio 1941 l'imperatore Hailé Selassié tornò sul trono dove governo fino i prossimi 33 anni.[2] Gli italiani con la sconfitta si aspettavano dagli etiopi delle rappresaglie per vendetta ma la violenza da parte di questi venne vista come non accettabile. Le azioni perpetuate dal regime fascista i bombardamenti di gas nervino, le esecuzioni di massa, il massacro di civili e annientamento dell'intelighenzia non avevano precedenti in etiopia, gli stessi non hanno fatto alcun ricorso alla violenza e vendetta che avevano visto dagli italiani da ottobre 1935 (vendicare adua ). In questi cinque anni di occupazione, gli etiopi resistettero all'aggressioni, alle ingiustizie e alle violazioni dei loro diritti come nazione sovrana, ma questo non accade sia dalle direttive dell'imperatore di non fare del male o infliggere danni agli italiani in ritirata ma anche da due fattori mitigati, in primo luogo era la tradizionale prudenza basata su una cultura religiosa cristiana del perdono e in questo senso c'è una netta differenza di cultura religiosa tra etiopi ed europei e in secondo luogo la situazione politica internazionale gli americani ed inglesi, che per diplomazia gli etiopi cercarono di riavere senza impelagarsi in altre questioni l'indipendenza, ciò nonostante poi l'mperatore Haile Selassie ricevette una lettera di ringraziamento da parte del presidente Franklin Delano Roosevelt presidente degli Stati Uniti.[3]

  1. ^ Richard Pankhurst"The Ethiopian Patriots and the Collapse of Italian Rule in East Africa, 1940-41", Ethiopia Observer, 12, 2 (1969), 114
  2. ^ Cf. T.H. Parsons, The African Rank and File: Social Implications of Colonial Military Service in the King's African Rifles, 1902-1964 (Portsmouth NH, 1999)
  3. ^ Aregawi Berhe "Revisiting resistance in Italian-occupied Ethiopia: The Patriots’ Movement (1936-1941) and the redefinition of post-war Ethiopian"