Discussioni utente:Gvf/Rivoluzione francese

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Avete fatto un buon lavoro di sintesi, ma mi sembra un po' squilibrato verso destra, perché non avete scritto neanche una parola di comprensione per le ragioni dei Rivoluzionari, mentre non avete perso l'occasione per deprecare i loro eccessi. Inoltre, cosa vuol dire "lo Stato Pontificio e gli altri stati italiani"? Perché non dire semplicemente "gli stati italiani"? Un'altra cosa: io ho studiato a scuola e all'università che il Primo Stato era la nobiltà e il Secondo Stato era il clero. Dove avete preso questa novità che sarebbe stato il contrario? Potete indicarmi le vostre fonti oltre all'opera del 1824, scritta, quindi, in piena restaurazione? Grazie ed auguri di buon lavoro Valerio

Sul mio libro scolastico è confermato che il Primo Stato era il clero, mentre il secondo era la nobiltà... Valmoz

Premetto che i giudizi del sottoscritto non sono corroborati da alcuna qualifica professionale e si basano sulle mie modestissime opinioni, di cui mi assumo la completa responsabilità. Concordo nel ritenere l'articolo di posizioni leggermente "foglianti", ma questo fa parte del gioco interpretativo, ed affidarsi ad un singolo articolo per la comprensione di un fenomeno complesso come la Rivoluzione Francese sarebbe quanto meno ingenuo. Quello che reputo metodologicamente più scorretto è l'utilizzo di un apparato bibliografico alquanto esiguo, basato su un singolo testo citato, per quanto autorevole, datato addirittura 1824. Sicuramente alcuni passi dell'articolo sono davvero discutibili, come quando si mostra una antistorica pietas nei confronti di Luigi XVI, uomo "che in fondo scontava colpe non sue": di chi era, allora, l'assoluta incapacità di regnare e l'inadeguatezza per la situazione esplosiva che si era venuta a creare, a chi apparteneva la pavidità opportunista che lo portò alla ricerca di accordi ed intrighi con i sovrani di mezza Europa? Stiamo parlando del Re di Francia, mica dell'ultimo cicisbeo della sua fastosa corte. Passando al Terrore e a Robespierre, comprendo che i giudizi sommari e il sangue rappresentino senz'altro l'aspetto più eclatante ed "emotivo" del triennio 1792-1793: ma, ancora una volta, mi pare antistorico cassare del tutto a) i principi ispiratori della politica giacobina, etichettati sbrigativamente come "idee illuministe" e b) le riforme sociali promosse dalla Convenzione: abolizione della schiavitù nelle colonie, istruzione elementare obbligatoria e gratuita, controllo di prezzi e salari, ecc. Dalla lettura dell'articolo emerge che i giacobini introdussero solo il calendario repubblicano ed ettolitri di sangue controrivoluzionario. Ritengo poi del tutto fuori luogo l'accostamento del Terrore con la Rivoluzione Culturale Cinese: lascio ad altri più qualificati di me la sottolineatura delle differenze abissali che intercorrono tra i due eventi, in primo luogo i diversissimi substrati sociali ed ideologici su cui essi si basano. Ancora una volta, l'unico collante comune ed antistorico è rappresentato dai litri di sangue, dall'emotività. Distinti saluti. Nicola Cocco

Se ci sono miglioramenti l'articolo e liberamente modificabile. --Snowdog (dimmi) 00:13, 3 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Anche a me sembrava che il primo stato fosse la nobiltà e il secondo il clero, e ciò mi è stato confermato da mia sorella e dal mio libro di storia. Però è comunque un bel lavoro. I miei complimenti! Kevin 1992

Scusate, ma che fine ha fatto l'articolo?! Qualche giorno fa era corposo, ora è una stub... Aldo Iannotti 20:47, 1 dic 2006 (CET)[rispondi]

l'articolo non accenna al moto della rivoluzione francese: "libertè, egalitè, fraternitè"..il moto "libertà, uguaglianza, fratellanza" èera anche il moto della principale loggia massonica di Parigi.

premetto che ritengo questo testo un'ottima sintesi; tuttavia ho alcune precisazioni: siamo nel 1789, gli ideali illuministici sono ormai pienamente affermati e maturati, non sono agli esordi (che risalgono già alla cultura scientifica del 1600). Inoltre volevo aggiungere che concordo con l'affermazione che il clero sia il primo stato e la nobiltà il secondo, nonostante quest'ultimo copra le cariche sociali più importanti al tempo di Luigi XVI.

"Incongruenze" storiche[modifica wikitesto]

Vorrei brevemente segnalare alcune incongruenze di questa voce, con la riserva di aggiungere commenti meglio e più approfonditamente motivati più in là.

Le cause sono decisamente troppo schematizzate e non effettive. In particolare:

  • Risentimento per l'assolutismo reale -> in Francia non c'era un assolutismo forte, anzi il re (specialmente Luigi XVI) era spesso ostaggio dei suoi ministri. Il vero potere, e la sua gestione, era detenuto da chi, a più livelli, amministrava la giustizia ("signori", secondo il sistema feudale; funzionari pubblici che per la venalità della carica avevano acquistato il loro ufficio e se ne servivano per il loro interesse ecc.) e da chi aveva il compito di registrare le leggi reali, ossia di dargli applicazione (mi riferisco ai Parlements)


  • Risentimento per il sistema signorile da parte di contadini, salariati e borghesia rampante -> non si può parlare di salariati o borghesi rampanti perché la società francese di fine Settecento, come del resto quella di tutta l'Europa, è di tipo prevalentemente agrario. Finirei quindi la frase a "da parte di contadini". In particolare, la maggior parte delle terre viene coltivata secondo il sistema feudale del dominio utile: il contadino, libero o servo, coltiva la terra, di cui ha un dominio utile, mentre il dominio diretto, la proprietà vera e propria, è del signore, che riceve prodotti in natura e denaro. L'imposizione fiscale, per completare il quadro, non grava sui nobili, esonerati, ma su chi lavora la terra.


  • La piena maturazione degli ideali dell'illuminismo -> sembrerà strano, ma nessuno dei filosofi noti come illuministi visse la Rivoluzione. Le loro parole saranno però prese dai rivoluzionari per giustificare i loro fini politici, sempre diversi dall'inizio della Riv. alla sua fine "ufficiale" l'11 novembre 1799. Per esempio, Rousseau, sepolto al Pantheon e le cui parole sulla "volontà generale" saranno riprese dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, aveva chiaramente detto "la libertà sarebbe comprata ad un prezzo troppo alto con il sangue di un solo uomo". Quali ideali potevano allora "illuminare" le varie fazioni che eliminarono sistematicamente gli avversari politici?


  • Un debito nazionale ingestibile, causato ed esacerbato dal peso di un sistema di tassazione grossolanamente iniquo -> su questo possiamo essere completamente d'accordo, anche se non è la causa principale. Come sottolineato da vari studiosi, e come argomenterò in seguito, la Rivoluzione fu più che altro un evento dettato dalla coincidenza di diverse circostanze contingenti, non meditata.


  • La scarsità di cibo negli anni immediatamente precedenti la rivoluzione -> effettivamente ci fu una carestia, ma non negli anni immediatamente precedenti, bensì nei mesi stessi della Rivoluzione: il sistema feudale sarà abolito in Francia la notte del 4 agosto 1789, dopo le violente proteste per ottenere il pane a prezzo calmierato e i rifiuti da parte dei contadini di continuare a versare le imposte e a pagare i diritti di concessione ai loro signori. A dimostrazione della non centralità di questo episodio, e della sua contingenza, dal giorno dopo si instituì un Comitato che si preoccupò di "limitare i danni", prevedendo in prima istanza che i contadini potessero riscattare la terra che lavoravano ad un prezzo pari a circa 20-25 volte (!) il canone di utilizzo.


Quando poi si parla del capitale, mi metto davvero le mani nei capelli... Come si può parlare con termini e categorie marxiste di un evento accaduto quasi un secolo prima la pubblicazione de "il Capitale"?! E soprattutto, come non si possono considerare le sostanziali differenze dei modelli socioeconomici che fanno da sfondo?!


Concludendo, mi ripropongo di leggere la voce con maggiore attenzione e motivare meglio le mie perplessità. Spero di poterlo fare presto, e spero di leggere altri commenti.

Simone Donzelli